Sospesi tra acqua e mente: il floating arriva in Italia e rivoluziona il concetto di relax, regalando equilibrio e rigenerazione profonda
E’ come galleggiare nel nulla.
Non ci sono suoni, non c’è peso, non c’è tempo. Il confine tra se stessi e il mondo esterno scomparire.
E la mente è libera di esplorare. Si è lì, eppure si potrebbe essere ovunque.
È questa la sensazione che si prova immergendosi in una vasca di floating, il nuovo rito di benessere che sta conquistando gli italiani, sempre più persone in cerca di relax, consapevolezza e rigenerazione profonda.
L’idea non è nuova, ma il suo fascino è intramontabile: sospendere il corpo su uno specchio d’acqua saturo di sali, a temperatura corporea, per eliminare ogni stimolo sensoriale e concedersi un viaggio interiore.
Lo faceva già negli anni Cinquanta lo psicanalista John Lilly, pioniere della prima vasca di deprivazione sensoriale.
E oggi lo possiamo fare anche noi.
A Bari – nelle zone di Santo Spirito e Poggiofranco -, a Reggio Emilia (apertura prevista a gennaio) e successivamente a Perugia, Pescara e Noventa Padovana (il prossimo 25 febbraio), il floating promette di diventare la nuova frontiera della meditazione e della consapevolezza di sé.
Come funziona il floating
Per privare il corpo della sua sensorialità preponderante si immerge la persona su uno specchio d’acqua della profondità di circa 25 cm, al cui interno sono disciolti i sali di Epsom (solfato di magnesio, proveniente dall’omonima cittadina inglese) a livello di saturazione, mantenendo la temperatura del liquido a 34,8°C (la stessa del nostro corpo); si tratta di 1 kg di sale per ogni litro d’acqua. Data la densità del liquido e la sua temperatura, mantenuta alla stessa gradazione di un corpo umano sano a livello di percezione cutanea, è possibile quindi galleggiare senza sforzo, in una simulata assenza di gravità.
Durante il ciclo di floating, gli stimoli sensoriali vengono via via tolti, togliendo a sua volta “lavoro fisico” al cervello – l’elaborazione dei dati sensoriali – a cui rimane solo l’attività “cerebrale”.
Dal rilassamento al sonno profondo
Le onde psichiche dell’essere umano, quindi, si muovono dalla curva alfa (stato di rilassamento iniziale) a quella theta (fase del sonno REM), per giungere poi alla fase di sonno profondo (onde delta); il tutto in pochi minuti. L’intera sessione può durare dai 50 ai 90 minuti, a seconda del grado di esperienza: chi è alle prime armi può godere del floating, e prendere confidenza della pratica, per mezz’ora di ciclo (più dieci minuti di preparazione e altri dieci di uscita dallo stato di galleggiamento); gli esperti possono spingersi anche a 70 minuti di ciclo.
I benefici del floating
“Il floating è adatto a tutti e trova tantissime applicazioni per rispondere efficacemente alle più svariate esigenze individuali – afferma Mirco Nardini, managing director di Float Your Mind, che sta portando il floating in tutta Italia -. Per il benessere e il relax, perché fa sentire più giovani e dona una pelle più morbida; per lo sport, perché migliora le prestazioni e rigenera corpo e mente; per il settore terapeutico perché dona sollievo dal mal di schiena, dolori cervicali ed elimina dolori e infiammazioni; e per il business, perché migliora il sonno e riduce drasticamente lo stress fisico e mentale”.
Tutto ciò viene conferito dalla profonda sensazione di riposo a cui porta il floating, migliore anche del sonno, come osservato dal già citato psicanalista, il dott. Lilly. A ciò si aggiunge la creazione del particolare stato onirico e l’esplorazione profonda della propria coscienza.
Star meglio fluttuando sul pelo dell’acqua
La pratica viene eseguita nel rispetto delle regole sanitarie e nella conservazione dell’acqua stessa: al termine di ogni ciclo, il liquido viene disinfettato chimicamente (con normale H2O2) e meccanicamente, oltre ad essere esposto a lampade UV e aiutato, di per sé, dalla presenza del sale (il quale conferisce per sua natura un effetto rilassante e benefico per il sistema cardiocircolatorio, oltre a rendere possibile il galleggiamento per aumento della densità).
L’idea è che nel nulla – della propria attività, del proprio sentire fisico – ci sia la possibilità di stare meglio, di rigenerarsi, e di poter quindi vivere una vita qualitativamente migliore. Non troppo pesantemente inficiata dai ritmi giornalieri, né troppo leggera e superficiale, ma a metà: fluttuando sul pelo dell’acqua.
Damiano Martin