Tra le previsioni, tempi più rapidi e procedure più rigorose per l’applicazione delle misure di tutela delle donne
Giulia Tramontano a Milano e Pierpaola Romano a Roma.
Sono gli ultimi nomi, in ordine di tempo, delle vittime di quella che è a tutti gli effetti una “strage silenziosa” in atto nel nostro Paese. Nomi che si sono aggiunti al triste e lungo elenco di donne uccise in Italia, molte delle quali vittime dei cosiddetti “femminicidi”. Ovvero quegli omicidi, dolosi o preterintenzionali, in cui il movente si lega a ragioni di genere.
Fenomeni che, pur in leggerissimo calo nei primi 5 mesi del 2023, mantengono nel nostro Paese numeri assolutamente preoccupanti.
Tant’è che il Governo, nonostante non manchino le previsioni legislative sulla violenza di genere e sui femminicidi, ha deciso di intervenire modificando il quadro normativo con la stretta contenuta nel disegno di legge interministeriale all’esame del Consiglio dei ministri nella seduta fissata per il pomeriggio di mercoledì 7 giugno.
Violenza di genere: gli obiettivi del ddl
Il testo che arriva a Palazzo Chigi è stato concordato dai ministri delle Pari opportunità, dell’Interno e della Giustizia. Il rafforzamento delle misure e la soluzione di alcune criticità della legislazione vigente rientrano in un quadro complessivo che mira innanzitutto alla prevenzione.
In altri termini, si è cercato di predisporre i migliori strumenti per intercettare il prima possibile le situazioni di pericolo, evitando che si arrivi alla concretizzazione del reato.
Come ha dichiarato nei giorni scorsi il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, attraverso la legge si cercherà insomma di “evitare che la violenza o addirittura l’omicidio sia commesso: le pene severe servono, ma non riportano in vita la vittima e non esauriscono il problema”.
Le novità in arrivo: le misure preventive
La bozza elaborata dai Ministeri introduce una serie di novità.
Sul fronte del rafforzamento delle misure cautelari, si va dall’ampliamento del numero dei reati per cui è applicabile l’ammonimento, alla previsione di una distanza minima non inferiore a 500 metri da rispettare in caso di divieto di avvicinamento al domicilio e ai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima deciso dal tribunale, all’applicazione del braccialetto elettronico per verificare il rispetto delle prescrizioni.
Sarà inoltre resa più rigorosa la procedura per l’uso del braccialetto, che sarà intensificato e reso automatico per chi è agli arresti domiciliari, ma potrà essere imposto preventivamente anche a chi commette i cosiddetti “reati-spia”.
Il ddl mira inoltre a introdurre la misura della sorveglianza speciale anche per i casi di tentato omicidio, revenge porn e deformazioni permanenti dell’aspetto attraverso l‘uso di acidi, in aggiunta a quelli di stalking e maltrattamenti.
Verso processi più rapidi
Sempre per ottimizzare la protezione preventiva, i pubblici ministeri dovranno inoltre valutare la necessità di applicazione le misure cautelari entro 30 giorni e lo stesso periodo massimo di tempo sarà concesso anche ai giudici per le indagini preliminari per vagliare l’istanza e giungere a una decisione. I reati di violenza di genere e i femminicidi rientreranno infatti tra quelli per i cui processi è prevista una trattazione prioritaria.
È previsto ancora un aumento di pena, con procedibilità d’ufficio, per i soggetti già ammoniti, anche se il reato viene compiuto nei confronti di soggetto diverso, ed è prevista la reclusione da 1 a 5 anni per chi contravviene al divieto di avvicinamento.
L’arresto potrà inoltre avvenire anche in flagranza differita, entro 48 ore dal fatto, ammettendo tra le prove anche le documentazioni video o fotografiche.
Donne uccise e femminicidi in Italia
L’uccisione di Giulia e Pierpaola è arrivata dopo l’ultimo report pubblicato dal Dipartimento di Pubblica sicurezza del Ministero degli Interni, che ha fatto il punto, al 28 maggio, della situazione degli omicidi in Italia. Nei primi 5 mesi del 2023 sono avvenuti 129 omicidi, 6 in più rispetto all’analogo periodo del 2022. Nel totale, le vittime di sesso femminile sono scese del 10%, da 50 a 45.
Gli eventi verificatisi in ambito familiare e affettivo sono rimasti sostanzialmente stabili, scendendo da 59 a 58, anche in questo caso con un decremento che ha riguardato soprattutto le donne: -16%, passando da 44 a 37. Così come non è più esclusivamente un fenomeno al femminile l’omicidio per mano del partner o di un ex: se il totale è sceso da 25 a 24, di questi casi sono 22 quelli con una vittima donna. Ma, come sottolinea l’associazione Donne in rete contro la violenza, si continua pur sempre a registrare un femminicidio ogni 2 giorni.
Alberto Minazzi