In occasione della Giornata internazionale della felicità, pubblicato il World Happiness Report 2024, che per la prima volta approfondisce il tema anche sul piano generazionale. L’Italia scende al 41° posto al mondo
Da Aristotele, che affermò che “la felicità dipende da noi stessi”, a Oscar Wilde (“la felicità non è avere quello che si desidera, ma desiderare quello che si ha”), sono tantissimi coloro che, nel corso dei secoli hanno provato a spiegare in cosa consiste il sentimento che tutti vorrebbero avere nella propria vita.
Dal 2012, c’è ora chi, ogni anno, classifica i Paesi del mondo proprio in base alla felicità, partendo da 6 variabili chiave (Pil pro capite, sostegno sociale, aspettativa di vita sana, libertà, generosità). Non, però, ricorrendo a indici astratti, ma alle valutazioni individuali che gli intervistati esprimono sulla propria esistenza sulla base di questi elementi.
Nell’edizione 2024, pubblicata in occasione della Giornata internazionale della felicità, sono ben 143 i Paesi mondiali presi in considerazione da questo World Happiness Report, frutto della collaborazione tra Gallup, Oxford Wellbeing Research Centre, Sustainable Development Solutions Network e comitato editoriale della Whr.
La conferma della Finlandia, la discesa dell’Italia
Guardando all’Italia, non ci sono grandi motivi per sorridere. In un anno, il nostro Paese ha perso infatti 8 posizioni, continuando la discesa che nel 2023 l’aveva portato dal 31° al 33° posto e attestandosi ora al 41° posto, dietro a Malta e davanti al Guatemala.
È vero: peggio di noi sono messe altre Nazioni europee, tra cui Portogallo (55°), Croazia (63^) e Turchia (98^), ma anche il Giappone, ( 51°).
Al tempo stesso, sono più felici di noi, tra le altri grandi d’Europa, Regno Unito (20°), Germania (24^, ma era 16^), Francia (27^) e Spagna (36^).
Gli Stati Uniti, invece, scendono dalla 15^ alla 23^ piazza, mentre all’ultimo posto rimane stabilmente l’Afghanistan.
La classifica conferma che i popoli più felici sono quelli del Nord Europa.
Per il 7° anno, il primo posto è della Finlandia e, rispetto allo scorso anno, si conferma anche il resto del podio, con Danimarca 2^ e Islanda 3^. E la Svezia risale dal 6° al 4° posto, scavalcando Israele, eccezione geografica, insieme all’Australia (10^) in una top ten che si completa con, nell’ordine, Olanda, Norvegia, Lussemburgo e Svizzera.
Tra i Paesi in cui la felicità è in crescita si segnalano soprattutto Repubblica Ceca, Lituania e Slovenia e, sul medio periodo, Serbia e Bulgaria.
Felicità e generazioni
Per la prima volta, lo studio ha approfondito quest’anno l’analisi della felicità mettendo a confronto le varie fasce d’età.
Ed è stato così purtroppo sfatata, in molti casi, l’idea tradizionale secondo cui più si è giovani, più si è felici.
“Dal 2006 al 2010 – spiega il report – la felicità tra i giovani, di età compresa tra 15 e 24 anni, è diminuita drasticamente in Nord America, al punto che i giovani sono meno felici degli anziani. Anche in Europa occidentale la felicità giovanile è diminuita, anche se in modo meno marcato”. E, tranne che in Europa, nel resto del mondo, dal 2006 al 2010 è aumentata ovunque la disuguaglianza della felicità.
La felicità è diminuita a tutte le età in Asia meridionale, in Medio Oriente e nel Nord Africa.
Il quadro, però, non è ovunque negativo.
“A ogni età – prosegue il Comitato editoriale del Whr – la felicità è aumentata notevolmente nell’Europa centrale e orientale, tanto che i giovani sono ora ugualmente felici in entrambe le parti d’Europa. Anche nell’ex Unione Sovietica e nell’Asia orientale si è registrato un forte aumento della felicità a tutte le età”.
ogni caso, a livello globale, emerge un livello di felicità più basso tra le persone nate dal 1980.
Alberto Minazzi
