Mattarella: “Onorare la loro memoria significa rinnovare l’impegno contro la criminalità”
Sono passati 30 anni dal giorno in cui uno dei giudici simbolo della lotta alla mafia venne ucciso.
Era il 23 maggio del 1992 quando l’auto sulla quale viaggiava Giovanni Falcone, direttore degli Affari penali del ministero di Grazia e Giustizia e candidato alla carica di procuratore nazionale antimafia, con la moglie Francesca Morvillo e quella della scorta furono coinvolte in una tremenda esplosione alle 17.58 sull’autostrada Trapani-Palermo, nei pressi di Capaci.
Circa 500 chili di tritolo posizionati dentro un canale di scolo esplosero mentre transitavano, uccidendoli.
L’impegno nella lotta alla mafia
Il 25 giugno 1992, poco più di un mese dopo la strage, il procuratore aggiunto a Palermo Paolo Borsellino, da 28 anni in magistratura, denunciò la costante opposizione al lavoro e al metodo di Falcone di parti consistenti delle istituzioni. Anche Borsellino morì in un’attentato.
Era il 19 luglio di una domenica assolata. Il magistrato stava andando a trovare la madre, in via d’Amelio, ma non arrivò a vederla: al suo passaggio, fu fatta esplodere una Fiat 126 parcheggiata poco prima dell’abitazione.
Vi furono, oltre a lui, 5 vittime, compresa Emanuela Loi, 24 anni, la prima donna poliziotto in una squadra di agenti addetta alle scorte. L’unico superstite fu l’agente Antonio Vullo.
«La Fondazione Falcone – ha sottolineato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, giunto a Palermo – si adopera perché la memoria contribuisca all’affermazione dello stato di diritto. Falcone e Borsellino vennero colpiti perché avevano inferto duri colpi alla mafia. Onorare oggi la loro memoria e di coloro che sono state vittime della mafia vuol dire rinnovare l’impegno contro la criminalità che non consente pause nella lotta al suo contrasto. Sono persone che hanno pagato con la vita la tutela dei valori su cui si fonda la nostra Repubblica».
Falcone e Borsellino nella memoria e nella vita dei giovani
Dal 1992, il 23 maggio è il giorno della “Strage di Capaci”.
Nel 2004, in memoria della tragedia, è stato inaugurato un monumento dedicato alle vittime: due obelischi, uno per ogni carreggiata di marcia con indicati i nomi di chi ha perso la vita. Ai piedi del monumento c’è il “Giardino della Memoria Quarto Savona Quindici”, così chiamato dal nome in codice della Fiat Croma marrone sulla quale viaggiava Giovanni Falcone.
I resti accartocciati della vettura sono ora collocati in una teca itinerante che, in tutta Italia, viene esposta in piazze, musei, luoghi e manifestazioni significative per affermare il valore della memoria, la voglia di legalità e di giustizia. In occasione del trentesimo anniversario delle Stragi di Capaci e via D’Amelio, a Palermo si sono riuniti circa 1.000 studenti provenienti da tutta Italia assieme al Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi in nome «dell’educazione alla legalità – come ha sottolineato – che è il perno della nostra scuola».
Le iniziative del 23 maggio
In città sono anche presenti 1.400 lenzuoli, affissi al Foro Italica Umberto I, realizzati da 1.070 istituti scolastici. I ragazzi hanno accolto l’appello del Ministro e della Fondazione Falcone di decorare con illustrazioni e messaggi su donne e uomini uccisi dalla violenza mafiosa i lenzuoli bianchi che i palermitani usarono nel 1992, all’indomani delle stragi, per dimostrare la loro ribellione. I giovani, alla presenza del capo dello Stato Mattarella, hanno partecipato all’evento “La memoria di tutti. L’Italia, Palermo trent’anni dopo”.
Palermo, 30 anni dopo
Nel pomeriggio sul palco del Foro Italico dalle 14.30 alle 16.30 e dalle 19.00 alle 20.15 si alterneranno le testimonianze civili e culturali di partner della Fondazione Falcone, di artisti, giornalisti, imprenditori e di esponenti del mondo della scuola mentre il Ministro Bianchi si recherà a Capaci alle 17.00 per partecipare al momento del silenzio nell’ora in cui fu compiuta la strage.
Nello stesso momento, sotto l’albero Falcone in via Notarbartolo, davanti a quella che fu la casa del giudice, un trombettista della Polizia di Stato suonerà il Silenzio in onore delle vittime e saranno letti i nomi dei caduti negli attentati di Capaci e via d’Amelio. E’ possibile seguire il racconto della giornata e ascoltare direttamente le voci dei partecipanti attraverso i canali social del Ministero dell’Istruzione e della Fondazione Falcone tramite l’hastag #lLaMemoriadiTutti