Sei un maschio, emiliano, tra i 18 e i 24 anni?
Sappi che un tuo “like” su Facebook vale molto di più di quello di una donna, lucana, sopra i 65 anni.
Non è una discriminazione, ma la semplice legge del mercato. Che, anche sui social network, è in continuo aggiornamento, a seconda di quelle che sono le evoluzioni delle tendenze.
Trend che l’agenzia di marketing e comunicazione Velvet Media riassume nel suo rapporto annuale sulle inserzioni social a pagamento, frutto dell’analisi di dati provenienti da oltre 150 milioni di post visualizzati nell’ultimo anno e mezzo.
Le diverse “anime” di Facebook
Perché da un lato c’è chi trascorre almeno due ore, nell’arco della giornata, sui social network per svago o al massimo per informarsi. E, per questa stragrande maggioranza di utenti, l’accesso alle diverse app e piattaforme continua a restare gratuito.
Ma, attorno a quelle che sono state ridefinite le nuove “piazze virtuali”, ruota anche un mondo ben diverso: quello che cerca di sfruttare i moderni canali comunicativi per promuovere la propria attività.
Un’opportunità, fino a qualche anno riservata alle tradizionali forme di pubblicità, che ha ovviamente un costo. E genera un investimento complessivo, con le cosiddette “sponsorizzate”, di circa un milione di euro.
Il report 2021: uomini e donne
Ogni “like” ha dunque un suo prezzo.
Si parla di centesimi, ma considerando la mole di interazioni si capisce che in gioco ci sono cifre tutt’altro che trascurabili. E assume quindi grande importanza l’analisi delle differenze legate al sesso, all’età e alla provenienza geografica che le aziende attribuiscono ai loro contatti.
In primo luogo, il report di Velvet Media mostra come, pur riducendosi di entità e pur avendo fatto registrare un andamento anomalo durante il lockdown, la spesa per raggiungere con un proprio post un uomo è ancora leggermente superiore a quanto chiesto per un “like” femminile. Nel primo semestre, il divario si è assottigliato, attestandosi ora a 17 centesimi il costo per un click maschile contro i 16 di uno femminile.
Nel 2020, i rispettivi importi erano di 35 e 24 centesimi, con però un ribaltamento (9 centesimi contro 11) nel periodo delle massime restrizioni legate alla pandemia.
Il report 2021: età e provenienza geografica
La decrescita dei valori medi, dovuta probabilmente secondo Velvet Media all’algoritmo di Facebook, ha interessato anche le classi d’età, pur restando sempre i più giovani la fascia più ambita.
Il click di chi ha tra 18 e 24 anni vale adesso 23 centesimi (erano 39 lo scorso anno), seguito da quelli di chi ha un’età tra 35 e 44 anni (18 centesimi rispetto ai precedenti 37) e dai like provenienti dalla fascia 45-54 anni (17 centesimi). In coda, invece, gli over 65, che già nel 2020 “valevano” 16 centesimi.
Il valore della provenienza dei like
Quanto alle provenienze regionali degli utenti, c’è stato il sorpasso al vertice dell’Emilia Romagna sul Veneto, all’interno comunque di una tendenza di aumento delle zone territoriali più ambite e della conferma del nord Italia ai primi posti. Il click emiliano è salito da 19 a 31 centesimi, quello veneto da 20 a 23 centesimi, con l’aggancio di Lombardia (che già era seconda, con la Toscana, a quota 19), Liguria e Piemonte.
Rimane fanalino di coda, stabile a 13 centesimi, la Basilicata, preceduta a 14 da Abruzzo, Molise e Sicilia (stabili), mentre Sardegna e Umbria hanno lasciato il penultimo posto.
Perché i like non sono tutti uguali
“Siamo di fronte a valori medi – spiega Bassel Bakdounes, ceo di Velvet Media – che provengono da sofisticate aste online nelle quali le aziende si contendono gli occhi degli utenti ogni giorno. Di fatto, lo spaccato è davvero interessante perché mette in ordine di importanza i target che le aziende italiane hanno quando comunicano sui social. Quando investiamo i nostri budget cerchiamo clienti veri e dunque, a voler far una sintesi, l’utente più ambito tra le aziende è un giovane maschio che vive in una delle regioni del nord Italia”.
Alberto Minazzi