Aumentano le entrate del fisco: Bolzano la provincia più corretta. Generale il miglioramento
In Europa, l’Italia resta purtroppo ancora ai primi posti per quanto riguarda l’evasione fiscale. Ma il contrasto al fenomeno si fa sempre più efficace.
Dopo che, tra il 2015 e il 2021, l’evasione era diminuita di 16,3 miliardi, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha annunciato che nel solo 2022 sono stati recuperati 20,2 miliardi di euro, con frodi bloccate per 9,5 miliardi e un incasso di 68,9 miliardi in più di entrate tributarie e contributive.
E il trend positivo non si è fermato nemmeno nei primi 3 mesi del 2023, con un ulteriore aumento di entrate del +2,7%, pari a 4,7 miliardi di euro, rispetto all’analogo periodo del 2022.
Così, sottolinea il centro studi di Cgia (l’ Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre), il “tax gap” stimato è sceso a 89,8 miliardi: 78,9 di tasse e 10,8 di contributi.
Chi evade di più e chi meno
Il vero punto-cardine, verso questo obiettivo, resta però il contrasto all’economia sommersa.
La Cgia di Mestre ha stimato, per il 2020, un peso delle attività non osservate pari a 174,6 miliardi di euro, con un’incidenza sul pil nazionale dell’11,6%.
Il tema, a tal riguardo, è però la grande diversità che si registra tra le diverse zone del Paese.
L’incidenza sulla ricchezza prodotta è infatti massima al Sud, dove il peso è pari al 16,8% del pil, è sopra media anche al Centro (12%), scendendo al 9,8% a Nord-Est e al 9,2% a Nord-Ovest. In parallelo, su un mancato gettito complessivo di 90 miliardi, 29,1 sono ascrivibili al Sud (19 euro persi ogni 100 incssati), 19,8 al Centro (13,6 su 100), 17,6 al Nord-Est (11,1 su 100) 23,4 al Nord-Ovest (10,3 su 100).
Le regioni meridionali occupano anche i primi 3 posti per quanto riguarda la quota di gettito tributario e contributivo perso dal fisco.
La prima posizione è della Calabria, con 21,3 euro su 100 incassati, poi vengono la Campania (20 euro) e la Puglia (19,2).
A spiccare in positivo, per fedeltà al fisco, è la Provincia di Bolzano (9,3 euro su 100), seguita da Lombardia (9,5) e Provincia di Trento (10,2).
Perché la lotta all’evasione è più efficace
La Cgia individua tra i motivi di tutto questo “la compliance fiscale, lo split payment, la fatturazione elettronica e l’invio telematico dei corrispettivi”.
Ma a contribuire, almeno in parte, a ridurre l’evasione è anche il leggero calo della pressione fiscale.
Adesso, evidenzia la Cgia, bisognerà riuscire a incrociare meglio i dati delle 161 banche fiscali della nostra Amministrazione finanziaria, riuscire a far pagare le tasse a multinazionali del web e giganti dell’e-commerce ed effettuare una seria riforma del fisco.
In tal modo, pur restando il problema dei soggetti completamente sconosciuti al fisco e quello delle organizzazioni criminali di stampo mafioso, la conclusione è che “non è da escludere che, nel giro dei prossimi 4-5 anni, l’evasione fiscale presente in Italia potrebbe addirittura ridursi della metà, allineandosi così al dato europeo”.
Alberto Minazzi