Ennesimo strascico polemico della manifestazione canora: la Commissione Europea chiede spiegazione sul divieto di esposizione alla Malmoe Arena
Alla fine, a sventolare più in alto di tutte è stata la bandiera della Svizzera, che si è aggiudicata per la terza volta l’Eurovision Song Contest. E grazie a Nemo, che ha superato con la sua “The Code” il grande favorito della vigilia, il croato Baby Lasagna, metaforicamente sul gradino più alto del podio della grande manifestazione canora europea è salita anche la bandiera di chi si batte contro i pregiudizi di genere, essendo il 25enne cantante di Biel dichiaratamente di identità “non binaria”.
Ma a fare ancor più scalpore, sempre restando in tema di vessilli, è stato però lo “sgarbo” di non esporre la bandiera dell’Unione Europea alla Malmoe Arena, che ha ospitato l’evento in un Paese, la Svezia, che pure fa parte degli Stati dell’Ue fin dal 1995. Ed è scattata così la richiesta formale della Commissione Europea riguardo alle motivazioni della decisione.
La lettera di Bruxelles
Bruxelles ha inviato una lettera, firmata da Margantis Schinas, ai vertici della European Broadcasting Union, organizzatori dell’evento. “In qualità di vicepresidente della Commissione Europea responsabile, tra le altre cose, della cultura politica – esordisce Schinas – ho appreso con rammarico della politica applicata dall’Ebu quest’anno di vietare ai partecipanti di sventolare la bandiera dell’Ue durante la finale dell’Eurovision Song Contest”.
Il vicepresidente ha proseguito affermando che la scelta ha “gettato un’ombra su quella che dovrebbe essere un’occasione gioiosa per i popoli in tutta Europa e nel mondo per riunirsi, per festeggiare. A meno di un mese dalle elezioni europee e in tempi di turbolenza geopolitica, mentre l’Ue viene presa di mira da attori malvagi e autoritari, la decisione dell’Ebu ha contribuito a screditare un simbolo che unisce tutti gli europei”.
Schinas ha quindi sottolineato la differenza con le Olimpiadi di Parigi, “dove il Cio ha consentito l’esposizione delle bandiere dell’Ue in tutte le sedi e nelle cerimonie di premiazione”, per concludere: “L’incoerenza nella posizione dell’Ebu ha portato me e molti milioni di telespettatori a chiederci cosa e chi rappresenta l’Eurovision Song Contest. Vi chiedo di spiegare le ragioni di questa decisione e di chiarirne la responsabilità. Per parte mia, mi aspetto di vedere i valori di pace, tolleranza e inclusività ricevere maggiore deferenza in futuro”.
Le tante polemiche dell’Eurovision 2024
La querelle tra Bruxelles e organizzatori dell’Eurofestival è solo l’ultima di un’edizione ricca di polemiche.
Basta ricordare i fischi per la cantante israeliana Eden Golan. Oppure l’esclusione del cantante olandese Joost Klein dalla finale per presunti insulti sessisti.
Ma anche, guardando in casa nostra, lo “spoiler” della Rai con la grafica contenente i risultati del televoto mandata in onda un giorno prima del previsto, violando il regolamento.
Fortunatamente, l’accaduto non ha formalmente comportato penalizzazioni formali per la nostra rappresentante, la vincitrice del Festival di Sanremo, Angelina Mango, che ha riproposto in Svezia il brano, “La noia”, che tre mesi fa le aveva consentito di trionfare in patria. Alla fine, la figlia d’arte si è però classificata solo al 7° posto, dietro a svizzera, Croazia, Ucraina, Francia, Israele e Irlanda. E, suo malgrado, è stata anche lei al centro di una polemica nata sui social.
La cantante è stata infatti presa di mira, attraverso un tweet diventato subito virale con più di 200 mila visualizzazioni in pochi minuti, per la sua scelta di sfilare con la bandiera italiana. Il tricolore, per la combinazione col nero del vestito indossato da Angelina, è stato infatti interpretato come un implicito sostegno alla Palestina. “Mango – ha scritto il post – indossa un vestito nero e corre con la bandiera italiana, trasformandosi anche nella bandiera palestinese. Queen, sapeva cosa stava facendo!”.
Alberto Minazzi