È ufficiale: la 67^ edizione della manifestazione musicale sarà organizzata nel 2023 dalla BBC
La vittoria, lo scorso 14 maggio a Torino, del gruppo ucraino Kalush con la canzone “Stefania” aveva lanciato dalla 66^ edizione dell’Eurovision Song Contest un bellissimo messaggio di “normalità” in un momento di estrema difficoltà per il Paese dell’est europeo.
Passati quasi 2 mesi e mezzo, la situazione nei territori dell’Ucraina non è però ancora evoluta al punto di far vedere la fine della guerra con la Russia. L’emittente ucraina UA:PBC per motivi di sicurezza è stata costretta così a rinunciare al diritto, guadagnato sul campo, di ospitare e organizzare l’edizione 2023 della manifestazione musicale.
Il 67° Eurovision, adesso è ufficiale, si terrà dunque nel Regno Unito. La BBC ha infatti accettato l’invito della European Broadcasting Union (EBU), rivolto all’emittente di Stato britannica in qualità di seconda classificata al concorso del 2022 grazie a “Space Man” presentata dal cantante Sam Ryder.
Anche il logo dell’evento 2023, che sarà svelato in seguito, rifletterà l’unicità dell’allestimento del concorso del prossimo anno e la cooperazione tra il Paese ospitante e i vincitori di quest’anno.
L’Eurovision 2023
Il Regno Unito ospiterà dunque per conto della UA:PBC l’edizione 2023. Non è la prima volta, ma addirittura la quinta, che la BBC si mette a disposizione per ospitare la manifestazione in sostituzione del Paese vincitore. “Siamo eccezionalmente grati – ha riconosciuto Martin Österdahl, supervisore esecutivo dell’Eurovision – alla BBC. Sappiamo che il prossimo anno il concorso metterà in mostra la creatività e l’abilità di una delle emittenti pubbliche più esperte d’Europa”.
“Sarà al contempo assicurato – ha aggiunto Österdahl – che i vincitori di quest’anno siano celebrati e rappresentati durante l’intero evento”. L’Ucraina, come Paese vincitore del 2022, sarà infatti comunque qualificata automaticamente per la finale del prossimo Eurovision Song Contest. Un privilegio riconosciuto anche ai cosiddetti “Big 5” (Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito), ovvero i Paesi che contribuiscono finanziariamente di più al concorso.
“L’Eurovision Song Contest 2023 non sarà in Ucraina – è il commento di Mykola Chernotytskyi, capo del consiglio di amministrazione di UA:PBC – ma a sostegno dell’Ucraina. Sono fiducioso che insieme alla BBC saremo in grado di aggiungere lo spirito ucraino a questo evento e di unire ancora una volta l’intera Europa intorno ai nostri valori comuni di pace, sostegno, celebrazione della diversità e del talento”.
La sede del 67° Eurovision
La BBC, ha spiegato il direttore generale, Tim Davie, inizierà ora il processo di ricerca di una città ospitante. Questa sarà scelta nei prossimi mesi a seguito di una gara d’appalto che sarà lanciata questa settimana. L’anno scorso, i criteri dell’EBU per le città ospitanti si basavano sull’offerta di una sede in grado di ospitare almeno 10 mila spettatori, oltre a un centro stampa, che fosse facilmente raggiungibile da un aeroporto internazionale e che disponesse di un’ampia sistemazione alberghiera.
Pur senza ancora candidature formali, sono già numerosi i sindaci, i consiglieri e i parlamentari inglesi che hanno già espresso l’intenzione di candidare le loro città. In primis Londra (già sede dell’Eurovision nel 1960, 1963, 1968 e 1977) che può contare su sedi come la “O2 Arena” (20 mila posti) o la “OVO Wembley Arena” (12.500). Poi Manchester (con la “Manchester Arena” da 21 mila posti, la più grande del Regno Unito e la seconda d’Europa).
Ancora Birmingham (sede dell’edizione 1998), Leeds, Sheffield, Brighton (che però non ha una sede con almeno 10 mila posti). Ancora, Sunderland, Liverpool, Wolverhampton, Prudhoe, Bristol e Newcastle. E, uscendo dall’Inghilterra, le scozzesi Edimburgo, Glasgow e Aberdeen, la gallese Cardiff, la nordirlandese Belfast. E, perfino, parrebbe intenzionata a candidarsi la belga Bruxelles!
Alberto Minazzi