Euro2020 (più uno): su il sipario.
Tornano le “Notti magiche”, quelle in cui tutti gli amanti del calcio e dello sport in generale si ritroveranno per tifare la propria nazionale all’assalto del tetto d’Europa.
Dopo un anno e mezzo di pandemia, gli stadi riapriranno per le importanti partite del torneo. Con pubblico contingentato, ma è un primo, vitale, segnale di normalità.
Il ritorno negli stadi europei
Il Covid19 ha infatti lasciato qualche strascico e gli impianti saranno aperti a capienza ridotta a seconda delle normative nazionali di contenimento del virus. Solo la Puskas Arena di Budapest sarà aperta al 100% del pubblico.
Gli stadi di San Pietroburgo e di Baku saranno aperti a metà; tutti gli altri (dall’l’Olimpico di Roma all’olandese Amsterdam Arena, dall’Allianz Stadium di Monaco di Baviera a quelli di Copenhagen, Bucarest, Glasgow e Siviglia) accoglieranno tra il 25% e il 32% della capienza.
Sulla quantità di tifosi ammessi al Wembley Stadium di Londra si attende invece l’ufficialità: se nel corso delle tre partite del Girone D sono previsti 22500 spettatori, questo numero sarà da confermare, ma allargato, per le quelle successive, tra cui le semifinali e la finale dell’11 luglio.
Il torneo itinerante dell’11
Euro 2020 è un torneo all’insegna del numero 11. 11 giugno è la data della partita inaugurale Italia-Turchia a Roma.
11 luglio è la data della finale.
11 saranno le città europee che ospiteranno l’Europeo.
La novità di Euro21 è proprio questa: a differenza del passato in cui l’assegnazione riguardava una sede fissa o quantomeno in tandem con un’altra nazione, il torneo sarà itinerante.
È una decisione presa dalla UEFA, l’organismo europeo che lo organizza ogni quattro anni, che per celebrare i 60 anni della competizione aveva deciso di aprirlo a più stati in segno di unione e concordia. E le città ospitanti sono proprio 11, come i giocatori di una squadra in campo.
Lo Stadio Olimpico di Roma, città nella quale è stato firmato il Trattato della CEE nel 1957 dando così il via al processo di integrazione europea, è stato scelto a rappresentare la sede italiana.
Il torneo Euro 2020
Le nazioni partecipanti ad Euro 2020 sono 24, divise in sei giorni da quattro squadre a testa.
Ci sono delle novità assolute come la Macedonia del Nord e la Finlandia alla loro prima partecipazione a un torneo internazionale; e ritorna la Scozia, lontana dai palcoscenici più prestigiosi dal mondiale 1998 in Francia. Il 18 giugno giocherà proprio il derby con l’Inghilterra per una delle partite più affascinanti della prima fase.
Le partite dei gironi “F” e “D”
L’Italia ha vinto la rassegna continentale una sola volta, nel 1968 – replay della finale contro la Jugoslavia, terminata con un 2-0. Quest’anno gli Azzurri, che tornano a una grande rassegna calcistica dopo l’esclusione dal mondiale russo del 2018, se la vedranno nella prima fase contro Svizzera, Galles e Turchia.
Ma i tifosi di tutto il mondo hanno già puntato l’interesse nei riguardi del gruppo F, il “girone della morte” che vede la Francia campione del mondo contro i detentori del Portogallo di Cristiano Ronaldo, ma c’è anche la Germania, in una fase di transizione ma sempre fortissima, e l’Ungheria. Nel girone D a Londra, oltre ai già citati padroni di casa e gli scozzesi, l’attenzione sarà rivolta al cammino della Croazia, finalista a Russia 2018.
Alla fine del terzo turno conosceremo la griglia degli Ottavi di finale.
Euro 2020: finale l’11 luglio nello stadio di Wembley
Passeranno le prime due di ogni girone e le quattro migliori terze – queste ultime determinate sui punti realizzati e, in caso, alla differenza reti in rapporto alle altre pari classificate degli altri gironi. E poi via, il grand-tour del pallone proseguirà fino al sogno della finale dell’11 luglio di Wembley che consacrerà la migliore nazionale d’Europa.
Nella pole position delle candidate alla vittoria finale troviamo il Portogallo, i Bleus della Francia, la Spagna e il Belgio. Italia, Paesi Bassi e Inghilterra punteranno sul fattore “sorpresa” e mai dar per spacciata la Germania.
Ma l’Europeo ci ha regalato spesso storie speciali: nulla è mai scontato. Ricordate come finì con la Cecoslovacchia nel 1976?
O anche con la Danimarca (1992), la Grecia (2004) e il Portogallo (2016)?
“We are the people”
Come ogni grande torneo di calcio che si rispetti, c’è sempre un grande accompagnamento musicale.
La firma su “We are the people”, canzone di speranza e di unità, spetta al dj Martin Garrix accompagnato da Bono Vox e da The Edge degli U2. Dei giganti della musica mondiale per un torneo dalle grandi emozioni.
Ivan B. Zabeo