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Etna: l'allerta torna arancione

Etna: l'allerta torna arancione

Nell’ultimo bollettino dell’Ingv, passato il “codice rosso” per l’attività degli ultimi giorni

Dal 14 luglio, l’Etna è tornato a far sentire la propria voce attraverso la ripresa dell’attività stromboliana dal cratere “Voragine”. Ma la situazione sembra sotto controllo e, anzi, si sta progressivamente tornando alla normalità.

Il codice di allerta, dal “rosso” dei precedenti giorni, nell’ultimo comunicato trasmesso dall’Osservatorio etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, è infatti adesso sceso al livello arancione.

Il bollettino del 16 luglio: allerta arancione

I fenomeni relativi al vulcano siciliano sono costantemente monitorati, attraverso l’osservazione delle immagini raccolti dalle telecamere di sorveglianza visibile e termica, dalla Sala di controllo della sede di Catania dell’Ingv, che poi emette regolari bollettini di aggiornamento.

L’ultimo avviso pubblicato, alle 4.27 di martedì 16 luglio, dopo aver comunicato il nuovo codice colore spiega dunque che “l’attività esplosiva è in diminuzione”, aggiungendo poi che è “ancora in corso una debole emissione di cenere”. E nonostante il fatto che “dai crateri sommali è ancora osservato il flusso di lava, non viene prodotta nuvola di cenere”.

I dati delle telecamere di sorveglianza consentono anche di notare che “la cenere vulcanica è confinata alla zona sommitale”. Un nuovo avviso, conclude il comunicato, sarà dunque emesso “se le condizioni cambiano in modo significativo” o se interverranno nuove “modifiche al codice colore”.

Etna: cosa è successo nei giorni scorsi

Domenica 14 luglio, di fronte all’attività vulcanica, era stato dichiarato dal Dipartimento regionale della Protezione civile della Sicilia lo stato di “preallarme” per una possibile nuova eruzione, con sospensione immediata delle attività nella zona sommitale e nella zona gialla del vulcano, per garantire la sicurezza dei cittadini.

L’innalzamento della fase operativa locale dal livello di “attenzione” è stato determinato dalla segnalazione del sistema Etnas, che indicava, nel tardo pomeriggio, un passaggio dal livello F0 a quello F1, in considerazione dell’alta probabilità di imminenti fontane di lava. L’Ingv aveva inoltre indicato “ampie e rapide oscillazioni” dell’ampiezza media del tremore vulcanico e un graduale incremento dell’attività esplosiva.

I sindaci dei comuni interessati erano dunque stati invitati a mettere in atto una serie di azioni come l’interdizione delle aree a rischio, l’informazione continua sull’evoluzione delle attività vulcaniche e l’attivazione dei responsabili delle funzioni di supporto, con anche la valutazione della possibilità di attivare i Centri Operativi Comunali e le organizzazioni di volontariato.

Alberto Minazzi

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Tag:  Ingv, vulcani