Uno studio su Scientific Report spiega che le fontane di lava emesse dai crateri possono essere precedute da una “musica”la cui elaborazione permette di vedere la risalita del magma
Durante le fasi eruttive dell’Etna, i vulcanologi dell’Osservatorio Etneo dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV-OE) sono impegnati in numerose attività multidisciplinari di monitoraggio sia per caratterizzare il fenomeno eruttivo, sia per dare tempestive informazioni agli organi della Protezione Civile.
Un recente studio condotto da un team internazionale di ricercatori di INGV-OE, dell’Università di Catania (UniCT), dell’University of Canterbury (Nuova Zelanda) e della Boise State University (Usa) ha stabilito che gli infrasuoni, segnali acustici di bassa frequenza non udibili dall’uomo ma registrabili mediante appositi microfoni mediante elaborazione permettono di vedere la progressiva risalita del magma all’interno del condotto circa 24 ore prima dell’inizio della fontana stessa.
Le colate in musica
Gli esperti spiegano che i vulcani si comportano come enormi strumenti musicali e generano questi segnali prevalentemente in banda infrasonica sia durante le attività eruttive, sia durante il semplice degassamento. In particolare i condotti vulcanici risuonano come canne d’organo le cui note, e quindi frequenze del segnale acustico, dipendono per lo più dalla lunghezza della “canna”. In particolare i ricercatori hanno scoperto che la fontana di lava del 20 febbraio 2021 è stata preceduta da un intenso segnale acustico emesso dal cratere di Sud-Est oltre 24 ore prima dell’inizio dell’eruzione, caratterizzato da un progressivo aumento in frequenza.
Importanti segnali precursori delle eruzioni
La risalita del magma all’interno del condotto del cratere e il progressivo riempimento nelle ore precedenti l’eruzione ha determinato una graduale riduzione della lunghezza della porzione risonante della “canna d’organo” e quindi un incremento nella frequenza del segnale acustico emesso.
La modellazione del segnale infrasonico, integrata con i risultati di un’indagine topografica mediante droni, ha permesso di ricostruire accuratamente le dimensioni della porzione risonante del condotto dando la possibilità di valutare la progressiva risalita del magma al suo interno, da una profondità di circa 170 metri a circa 80 nel corso delle 24 ore che hanno preceduto la fontana di lava.
Questo dimostra come l’identificazione e lo studio dei segnali acustici in banda infrasonica possano fornire preziose informazioni per il monitoraggio dei vulcani in un’ottica di identificazione dei segnali precursori delle eruzioni.