Le previsioni di Demoskopika: più della metà dei vacanzieri arriveranno dall’estero, con un possibile superamento dei record del 2019
L’Italia può aspettarsi un’estate 2024 da record.
Dopo il superamento del totale di pernottamenti del 2019 avvenuto nel 2023, quest’anno anche il numero di vacanzieri dovrebbe essere infatti superiore all’ultimo anno pre-pandemico.
Anzi, nella forbice statistica, secondo lo scenario più roseo tra giugno e settembre potrebbe essere varcata per la prima volta la soglia dei 70 milioni di arrivi.
Lo afferma l’Istituto Demoskopika, che ha pubblicato la nota previsionale “Tourism Forecast Summer 2024”, in cui ha stimato i principali indicatori turistici.
Arrivi e presenze in Italia: le stime di Demoskopika
Nel 2023, come riportano i dati Istat, l’estate si è chiusa per il settore turistico italiano con un totale di circa 64,4 milioni di arrivi (+0,6% su base annua) e 263,1 milioni di presenze (+2,4%).
Flussi turistici che, secondo i calcoli di Demoskopika, nei prossimi mesi sono destinati a incrementarsi ulteriormente.
La previsione dell’istituto statistico è dunque di quasi 65,8 milioni di arrivi (+2,1%) e 266,1 milioni di presenze (+1,1%): medie tra uno scenario minimo di 61,5 milioni di turisti e 254 milioni di pernottamenti e uno massimo che invece quantifica in oltre 70 milioni gli arrivi (+8,8%) e 278,3 milioni le presenze (+5,8%).
Poco più della metà dei turisti (il 54%, pari a più di 35,5 milioni di persone e un incremento del +5% rispetto al 2023), aggiunge la nota previsionale, arriverà in Italia dall’estero con 30,2 milioni di nostri compatrioti che sceglieranno una destinazione nazionale (dato in calo del -1,1%). Quanto ai pernottamenti, per gli stranieri il totale sarà di poco sotto i 135,5 milioni (+2,2%), per gli italiani circa 130,7 milioni (+0,1%).
I Paesi di provenienza e l’inflazione turistica
Sul podio dei Paesi di provenienza dei turisti esteri in Italia per l’estate 2024, secondo le stime di Demoskopika sulla maggior crescita attesa, si posizionano nell’ordine Polonia, Stati Uniti e Repubblica Ceca, seguiti da Germania e Francia. Proprio questi due grandi Stati europei, tra parentesi, sono gli unici a superare l’Italia nella classifica del minor tasso di inflazione turistica, che permette una comparazione a livello europeo.
Basato sull’indice armonizzato dei prezzi al consumo, guardando al “paniere turistico” comprendente costi di servizi di trasporto, servizi ricreativi e culturali, pacchetti vacanza e servizi ricreativi di ristorazione, a febbraio il tasso di inflazione turistica italiana è stato del +3,9%, con la Francia a +3,7% e la Germania a +2,9%.
Tra le voci che hanno frenato l’impennata, in Italia, sono soprattutto i servizi ricreativi e culturali (+0,6%), mentre, al contrario, con un +5,6% (secondo solo al +6,5% della Svezia), l’inflazione tendenziale più elevata ha riguardato i servizi di trasporto. Nel confronto annuale di marzo, è stato soprattutto il trasporto aereo (+15,5%, con addirittura un +19,2% nei voli nazionali) a registrare un’impennata.
Alberto Minazzi