L’Organizzazione mondiale della Sanità chiede maggiori informazioni su quanto sta accadendo e invita la popolazione a seguire misure per ridurre il rischio di malattie respiratorie
A quattro anni dalla pandemia di Covid, in Cina arriva un nuovo allarme sanitario nel nord del Paese.
Molte metropoli, soprattutto Pechino e Liaoning, stanno facendo i conti con un’epidemia di polmonite che colpisce i bambini.
I reparti pediatrici degli ospedali stanno ricoverando sempre più pazienti con febbre alta e tracce nei polmoni, ma senza tosse.
In particolare già da metà ottobre l’Oms rileva da parte della Cina la segnalazione di un aumento di malattie simil-influenzali rispetto allo stesso periodo dei tre anni precedenti. Un fenomeno preoccupante tanto che l’Organizzazione ha avanzato una richiesta ufficiale per informazioni dettagliate sui focolai nei minori.
Il nuovo allarme
L’allerta lanciata da ProMed, un sistema di sorveglianza accessibile al pubblico che monitora le epidemie di malattie umane e animali in tutto il mondo, ha fatto scattare il campanello d’allarme anche all’Organizzazione mondiale della Sanità. Come la stessa Oms scrive in una nota, le autorità cinesi hanno attribuito il rialzo dei casi alla revoca delle restrizioni anti Covid e alla circolazione di agenti patogeni come l’influenza, il mycoplasma pneumoniae ovvero un’infezione batterica comune che colpisce i bambini più piccoli, il virus respiratorio sinciziale e il virus che causa il Covid-19. Ma è necessario fare chiarezza.
Attraverso il meccanismo del Regolamento sanitario internazionale, l’Organizzazione mondiale della Sanità ha richiesto anche i risultati di laboratorio sull’aumento di malattie respiratorie e focolai di polmonite. In attesa di ulteriori informazioni sono state sollecitate misure preventive quali vaccinazioni, la distanza dalle persone ammalate, restare a casa in caso di contagio, lavarsi regolarmente le mani, indossare le mascherine, provvedere a una buona ventilazione degli ambienti ed eseguire test di verifica.
Anche in Italia, nel 2022, dopo le restrizioni, ci fu un aumento di polmoniti
La revoca delle restrizioni anti Covid anche in Italia aveva prodotto un preoccupante aumento di bronchioliti e broncopolmoniti tra i bambini, soprattutto sotto i due anni.
Erano causate dal Virus Respiratorio Sinciziale, che si trasmette per via aerea: basta uno starnuto, un colpo di tosse, oppure il contatto con secrezioni nasali infette per essere contagiati.
Poi, ci sono dai quattro ai sei giorni di incubazione prima che la malattia si manifesti.
Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sotto i due anni, ogni anno contraggono il virus sinciziale circa 64 milioni di bambini.
Per i più fragili (perché prematuri o con malattie cardiache, polmonari o neuromuscolari) viene utilizzato un anticorpo monoclonale, il farmaco Palivizumab, per proteggerli dalle complicazioni più gravi della malattia.
Sulla questione della polmonite che sta colpendo i bambini spetta ora alla Cina fare chiarezza.
Anche lo scorso anno tuttavia, tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio l’Ecdc aveva rilevato in Europa l’elevata circolazione del Virus Respiratorio Sinciziale, che aveva portato a congestionare i reparti di pediatria. Nel mondo si stimano ogni anno oltre 3 milioni di ospedalizzazioni dovute a questo virus e nei Paesi in via di sviluppo è la seconda causa di morte dopo la malaria.