A Verona il quarto caso italiano.
La causa infettiva “la più probabile”
La ancora misteriosa epatite acuta che sta colpendo i bambini europei e americani è ormai a tutti gli effetti arrivata anche in l’Italia.
Il fenomeno è in continuo aggiornamento, con l’ultimo caso (il 4°) inserito nel monitoraggio avviato dal Ministero della Salute lo scorso 14 aprile che è stato ufficializzato lunedì 25 aprile. Si tratta di una bambina veronese di 10 anni, ricoverata da venerdì 22 con sintomi dalla diarrea, al vomito al colorito itterico.
Nonostante gli esami abbiano riscontrato transaminasi epatiche elevate, a testimoniare danni al fegato, la situazione clinica della bambina sta migliorando.
Nel nostro Paese, i casi sospetti sono almeno una decina.
La circolare del Ministero della Salute
Su questa nuova epatite il Ministero della Salute ha emanato la circolare (“Casi di epatite acuta a eziologia sconosciuta in età pediatrica”) aggiornando la situazione “epidemiologica”, informando sulle definizioni di caso attualmente in studio da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sull’attuale valutazione del rischio, le azioni intraprese a livello nazionale, le indicazioni per la segnalazione dei casi e le raccomandazioni per la gestione dell’evento in oggetto”.
Una causa ancora sconosciuta
E’ tutto ciò che per il momento si può fare perché nonostante “le indagini siano in corso in tutti i Paesi che riportano casi– chiarisce la circolare – al momento la causa dell’epatite in questi bambini rimane sconosciuta. Non è stato identificato alcun legame con il vaccino anti Covid-19 e un questionario somministrato ai casi, su alimenti e abitudini personali, non ha identificato alcuna esposizione comune. Sebbene le indagini di laboratorio abbiano escluso in tutti i casi un’eziologia virale di tipo A, B, C, D ed E, le autorità sanitarie del Regno Unito considerano l’ipotesi infettiva la più probabile”.
La situazione epidemiologica nazionale
“Al 22 aprile – precisa il Ministero – sono giunte in totale 11 segnalazioni che fanno riferimento a pazienti individuati in diverse Regioni italiane:Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Sicilia, Toscana e Veneto”.
In Veneto i casi registrati e trasmessi al Ministero in data 26 aprile sono però già 7. Tra i bambini, solo due si trovano ancora ricoverati.
Se comunque, rispetto al 22 aprile, i casi sono già aumentati e per uno di questi è stato necessario ricorrere al trapianto del fegato, in diverse Regioni al momento non ne risultano.
Epatite acuta pediatrica e adenovirus
La circolare prosegue precisando che in Italia “una positività per adenovirus o per Sars-CoV-2 è stata per ora riportata solo in due casi sospetti”.
“Il ruolo giocato dagli adenovirus nella eziologia di queste forme di epatite acuta, ipotizzato da ricercatori UK – conclude dunque il Ministero – non è però confermato in via definitiva”.
Nei dati Oms, invece, l’adenovirus è stato rilevato in almeno 74 casi, il Sars-CoV-2 in 20 casi di quelli testati e in 19 casi è stata rilevata una coinfezione da Sars-CoV-2 e adenovirus.
“Le autorità sanitarie che stanno indagando nel Regno Unito, dove si è verificata la maggior parte dei casi fino ad oggi – ricorda il documento ministeriale – ritiene, sulla base delle caratteristiche cliniche ed epidemiologiche dei casi in esame, che una causa infettiva sia la più probabile, ed in particolare l’infezione da adenovirus”.
Però, sottolinea il Ministero della Salute, “le infezioni da adenovirus sono comuni e di solito provocano una malattia lieve, con sintomi simili al raffreddore, vomito e diarrea. La maggior parte delle persone infettate da un adenovirus non presenta complicazioni. Gli adenovirus non causano comunemente l’epatite, che è una complicazione rara, nota di solito tra gli individui immunocompromessi”.
La strategia italiana
A firmare la circolare è il direttore generale della Prevenzione sanitaria, Giovanni Rezza. Che ricorda, nel testo, anche le azioni intraprese a livello nazionale “per coordinare la ricerca dei casi e le indagini sulle possibili cause della malattia”.
Strategia di risposta che vede un continuo coordinamento tra il Ministero, l’Istituto Superiore di Sanità, le Regioni, l’Ecd e l’Oms.
È stata così attivata la rete dell’Epidemic intelligence, chiamata a realizzare le attività di sorveglianza basata su eventi, che “dal 21 aprile 2022, in seguito alla segnalazione di casi in Italia, ha intensificato le attività con un monitoraggio intensivo e capillare (livello 2) sul territorio nazionale”.
Un nuovo bollettino quotidiano: EBS Focus epatite pediatrica
“Il Network Italiano di Epidemic Intelligence – prosegue la circolare – ha prodotto il primo bollettino EBS “Focus epatite pediatrica”, che sarà costantemente aggiornato”.
È stata inoltre allertata anche la rete SEIEVA per la raccolta dei dati epidemiologici e clinici delle epatiti acute che saranno trasmessi al Ministero della Salute con cadenza giornaliera.
Il Ministero sollecita inoltre la “segnalazione di ogni eventuale caso di epatite acuta che risponda alla definizione di caso attualmente adottata dall’OMS” alla Direzione generale della Prevenzione sanitaria e all’Iss e, tra le altre misure, raccomanda l’effettuazione di approfondimenti di laboratorio sui casi sospetti.
La comunicazione dell’Oms
Successivamente alla pubblicazione della circolare ministeriale, l’Oms ha aggiornato con la comunicazione del 23 aprile il numero dei casi e la descrizione delle attività in corso. Inoltre, precisa lo stesso Ministero, “ha proposto una definizione di caso leggermente modificata e sottolineato come la priorità sia determinare l’eziologia”.
“Mentre l’adenovirus è un’ipotesi possibile – premette infatti l’Organizzazione Mondiale della Sanità – le indagini sono in corso per l’agente eziologico”.
Il documento dell’Oms fa il punto, sottolineando che “al 21 aprile 2022, sono stati segnalati almeno 169 casi di epatite acuta di origine sconosciuta da 11 Paesi nella regione europea dell’OMS e un paese nella regione delle Americhe dell’OMS”. La maggioranza dei casi (114) riguardano il Regno Unito, poi Spagna (13), Israele (12), Stati Uniti d’America (9), Danimarca (6), Irlanda (meno di 5), Paesi Bassi (4), Italia (4), Norvegia (2), Francia (2), Romania (1) e Belgio (1). I casi hanno un’età compresa tra 1 mese e 16 anni. Diciassette bambini (circa il 10%) hanno richiesto un trapianto di fegato; è stato segnalato almeno un decesso.
Epatite pediatrica acuta: i sintomi
“La sindrome clinica tra i casi identificati – prosegue l’Oms – è l’epatite acuta con enzimi epatici notevolmente elevati. Molti casi hanno riportato sintomi gastrointestinali inclusi dolore addominale, diarrea e vomito che hanno preceduto la presentazione con epatite acuta grave e livelli aumentati di enzimi epatici e ittero. La maggior parte dei casi non aveva la febbre”.
“I virus comuni che causano l’epatite virale acuta (virus dell’epatite A, B, C, D ed E) – conferma l’Organizzazione – non sono stati rilevati in nessuno di questi casi. I viaggi internazionali o i collegamenti ad altri paesi sulla base delle informazioni attualmente disponibili non sono stati identificati come fattori. Sono in corso ulteriori indagini nei Paesi che hanno identificato casi e includono storie cliniche ed esposizioni più dettagliate, test tossicologici e test virologici/microbiologici aggiuntivi”.
Alberto Minazzi
Mentono