Com’è cambiato il modo di fare vacanza negli ultimi centro anni?
A raccontarcelo è oggi L’Enit (Ente nazionale del Turismo italiano) attraverso l’inestimabile patrimonio raccolto in più di un secolo di attività dalla sua fondazione. E avvalendosi della tecnologia, prezioso alleato soprattutto in periodo di pandemia. Il turismo è voce fondamentale per l’economia di un Paese, in particolar modo quando dispone di infinite bellezze naturali e culturali come nel caso dell’Italia.
Partendo da questa considerazione, la mission di Enit, fin dalla nascita nel 1919, è sempre stata la promozione dell’Italia all’estero e il suo Archivio raccoglie oltre 100 mila pezzi tra diapositive, manifesti e foto digitalizzate. Un vero e proprio scrigno dei tesori, in continuo aggiornamento a mano a mano che si rinviene il materiale storico. E che ha dato vita al più grande album del turismo italiano.
L’Archivio storico Enit on line
A costituire il ricco patrimonio dell’Archivio ci sono fotografie e manifesti, dispositive, editoria.
Una notevole quantità di materiale che racconta l’Italia e le sue località.
Ci sono i bellissimi manifesti storici e le foto con estratti dei lavori documentaristici cinematografici del celebre regista Luciano Emmer, che raccontavano le bellezze dell’Italia attraverso lo storytelling dei sentimenti. Si trovano anche i cartelli artistici delle campagne pubblicitarie firmate dai migliori designer degli anni ’30, ’40, ’50 che hanno indirizzato il Paese verso la ripresa post bellica e ora post Covid.
L’apertura dell’Archivio al pubblico è anche l’occasione per ricostruire la grande produzione cartellonistica dell’Agenzia. Già nel 1920, come si legge in una relazione sulle attività di Enit: ”Utile mezzo di efficace propaganda generale sono i cartelli artistici costituenti una meravigliosa serie di visioni delle località più pittoresche del Paese. Essi illustrano, per opera di artisti lodati, tutta l’Italia da nord a sud nella sua poesia naturale e nello splendore delle sue arti”.
Il più grande album fotografico digitale e la ricerca di nuove opere
L’Archivio storico fu costituito a partire dal 1919. Attualmente è in corso un progetto di sistematizzazione, catalogazione, studio e valorizzazione del materiale che conserva. Finora sono stati digitalizzati 20 mila record tra manifesti, foto, diapositive, negativi, vetrini e editoria che diventeranno 160 mila nel 2023 quando sarà completato il lavoro.
Il patrimonio culturale sta così diventando un archivio unico centralizzato e digitale fruibile on line.
A oggi l’attività in corso, in costante aggiornamento, ha riguardato Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Molise, Puglia, Sicilia, Umbria.
L’ Album delle nostre vacanze
Per visualizzare un’opera è sufficiente una ricerca semplice o avanzata inserendo la tipologia, l’autore o la datazione di interesse. Una volta selezionata quella di interesse si può chiedere di riceverla in alta definizione cliccando su “Info download”, previa istruttoria sulle finalità di utilizzo che devono essere conformi alla normativa vigente e in linea con la mission dell’Ente.
In occasione del riordino del maestoso Archivio verrà realizzato anche il recupero dei manifesti artistici che purtroppo negli anni sono andati dispersi e che si trovano in collezioni d’arte di privati e/o gallerie.
Un vero e proprio censimento di tutte le opere presenti oggi sul mercato che Enit commissionò e produsse tra gli anni ’20 e gli anni ’70.
Uno spazio virtuale per riscoprire il passato
L’Archivio è il risultato di un progetto di innovazione digitale dove la storia dialoga direttamente con una piattaforma 3D. In questo modo è a disposizione di Enit uno spazio virtuale come se realmente fosse un luogo espositivo dove organizzare e allestire mostre attingendo direttamente dal proprio patrimonio culturale.
Silvia Bolognini