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Idrogeno e fotovoltaico gli assi portanti del nuovo piano veneto

Idrogeno e fotovoltaico gli assi portanti del nuovo piano veneto
Roberto Marcato, assessore allo Sviluppo Economico e all'Energia Regione Veneto

Pronta la bozza per puntare all’indipendenza energetica regionale

“Abbiamo due obiettivi sostanziali. Il primo è arrivare a compilare una mappa aggiornata del contesto energetico in cui ci troviamo. Il secondo, per quanto si tratti di un obiettivo che sappiamo essere molto alto, arrivare a essere indipendenti dal punto di vista energetico”.
L’assessore all’Energia del Veneto, Roberto Marcato, riassume così i motivi per cui, dallo scorso marzo, la Regione ha avviato i lavori per arrivare alla redazione di un nuovo Piano energetico regionale, aggiornando le politiche e la pianificazione del settore.
E chiarisce: “Tutta l’energia che sarà prodotta qui, qui rimarrà. Io devo preoccuparmi delle mie comunità. Il perimetro della mia competenza sono i confini regionali”.

Piano energetico: a che punto siamo

L’iter verso il nuovo piano, fa il punto l’assessore, è già a buon punto. È già stata cioè elaborata una bozza, al cui interno sono stati inseriti obiettivi, strumenti normativi e tecnici e investimenti.
“Abbiamo chiuso alcune collaborazioni con enti che trattano il tema energetico, come ad esempio l’Enea – spiega – perché abbiamo bisogno di dati ufficiali per arrivare all’elaborazione del testo definitivo”.

Le traiettorie del nuovo piano veneto

Sono due le traiettorie principali su cui si muoverà il piano.
“Oltre che al fotovoltaico -spiega Marcato – stiamo puntando molto sull’idrogeno, lavorando con Università e Cts di Veneto Sviluppo anche nella prospettiva di far diventare Venezia e il Veneto capitale mondiale della sostenibilità, con il centro focalizzato proprio sull’idrogeno”.

piano energetico veneto

Il Veneto, ammette del resto l’assessore, può muoversi solo limitatamente in altre direzioni. “Il tema dell’idroelettrico – illustra – purtroppo l’abbiamo praticamente sfruttato tutto, con pochi possibili margini di miglioramento, limitati praticamente al revamping e al parziale miglioramento della qualità. L’eolico, poi, di fatto non lo possiamo sfruttare, perché il Veneto è inserito nel bacino padano, in cui l’aerazione praticamente non esiste”.

Le comunità energetiche

Un cardine, allora, saranno le comunità energetiche.
“Ci puntiamo moltissimo: l’autoproduzione e il consumo in loco dell’energia prodotta sono strumenti che devono essere presenti ovunque. Al riguardo, abbiamo scritto una legge regionale, condivisa con l’opposizione, per svilupparle e, dalla programmazione dei nuovi fondi europei, destineremo 10 milioni di euro per la loro costruzione”.

La situazione contingente

“Il piano regionale – riprende Marcato – contemplerà tutto questo. Nel frattempo, mi sto muovendo su questi assi perché adesso occorrono risposte veloci. Oggi abbiamo un tema contingente di difficoltà e, come ho già detto da mesi, se serve un aumento di produzione, oggi bisogna farlo anche ricorrendo al carbone. Siamo tutti a favore dell’ambiente, io per primo; ma se domani mattina la gente scende in piazza perché non ha più energia, saremo tutti per il sociale”.
“È chiaro e mi rendo conto – prosegue l’assessore – che utilizzare il carbone in un contesto in cui la ventilazione è nulla ha un chiaro impatto. Ma, ripeto, nel breve tempo va usato tutto”.
In tal senso vanno così lette decisioni come la non dismissione della centrale a carbone di Fusina, inizialmente fissata per il 2023, o la decisione di produrre biometano all’ex inceneritore di Ca’ del Bue, a Verona.

I contributi per i cittadini e l’autosufficienza

Al largo delle coste rodigine, il Veneto ha già un suo rigassificatore e potrebbe provare a spuntare dalle concessionarie agevolazioni energetiche da far ricadere sui cittadini.
“Se avessimo l’autonomia – commenta Marcato – potremmo gestire tutto in maniera diversa. Così, invece, le normative ci lasciano pochi margini. In ogni caso, pur sapendo che la contrattazione è sempre difficile, faremo tutte le richieste per ottenere qualcosa”.
Il suo compito istituzionale, sottolinea comunque l’assessore all’Energia del Veneto, non arriva però fino alla previsione di incentivi sociali attingendo alle casse regionali. “Immagino – commenta – che interventi regionali per calmierare le bollette siano impensabili e che questi spettino allo Stato. Ma io – puntualizza – ho le deleghe all’Energia e alle Imprese. E, in tal senso, ho fatto un bando, in parte a fondo perduto e in parte a tasso agevolato, rivolto a queste ultime, perché si dotino di impianti fotovoltaici”.
“Personalmente – chiude Marcato – posso quindi solo operare per far sì che il Veneto si doti di strumenti mirati all’autosufficienza energetica. In tal senso, abbiamo già messo 5 milioni: vedremo se riusciremo a trovare ulteriori risorse”.

Alberto Minazzi

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Tag:  energia

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