Mai più soli. Nell’emporio solidale spesa con i punti e percorsi di inclusione
Prodotti allineati sugli scaffali, prezzi regolarmente esposti: potrebbe sembrare in tutto e per tutto un nuovo negozio di alimentari.
Di fatto, lo è. Ma in modo particolare. Arrivati alla cassa, i clienti, infatti, non dovranno metter mano al portafoglio per estrarre del denaro.
Pagheranno “a punti”. Tanti quanti equivalgono al costo della loro spesa. Una tessera ne fornisce 500 e sarà rinnovata per un periodo di sei mesi.
Possono bastare a una famiglia in difficoltà per rimettersi in piedi? A volte sì.
L’emporio della solidarietà
Apre i battenti a Venezia, il 7 novembre, il primo emporio solidale.
Si tratta di un servizio innovativo in città attraverso il quale l’associazione Corte del Forner, grazie alla collaborazione delle istituzioni, alla generosità delle persone e al gran lavoro dei suoi volontari, tende una mano a chi è in difficoltà. L’emporio avrà sede nei locali in cui c’era la portineria dell’ex ospedale Umberto I, a Sant’ Alvise.
“Siamo davvero felici di poter avviare finalmente il nostro progetto –dice la presidente di Corte del Forner Anna Brondino – Abbiamo vinto il bando regionale e questo è risultato fondamentale per dar concretezza ai nostri intenti. La Regione, con il Comune di Venezia, che ha messo a disposizione gratuitamente, per tre anni, il fondo e il Banco Alimentare Veneto sono stati preziosi. Ma senza il lavoro costante dei volontari non si sarebbe arrivati a tanto. Ora Venezia ha un suo punto di riferimento per le persone in difficoltà”.
La povertà non deve escludere
Inizialmente saranno cinque le famiglie in condizioni economiche disagiate, certificate dai servizi sociali, a poter esser “prese in carico”.
Ma l’obiettivo è quello di allargare presto il cerchio, in modo da poter aiutare un numero di persone (non solo famiglie ndr) sempre maggiore. All’interno del nuovo minimarket potranno trovare generi alimentari e prodotti di igiene, ma soprattutto una rete di solidarietà che va oltre la distribuzione puntando all’inclusione sociale e all’adozione di sani stili di vita che aiutino a gestire risorse limitate riducendo lo spreco alimentare.
“Normalmente, quando non si ha abbastanza per vivere, si dirotta verso generi alimentari più economici, come la pasta o il pane. Una dieta di soli carboidrati, tuttavia, non è salutare. Per questo –spiega ancora la presidente Brondino – cercheremo di far orientare i nostri “clienti” verso alimenti che costituiscano una dieta variegata e sana, incentivando la scelta anche con il numero dei punti”.
L’associazione Corte del Forner e la generosità dei veneziani
L’associazione Corte del Forner è nata sulla scia delle collette alimentari realizzate all’interno dei supermercati.
Per il nuovo emporio di Sant’Alvise, ha come punto di riferimento la Coop di Strada Nuova, i cui clienti hanno contribuito alla raccolta di quasi 100 scatoloni di generi alimentari.
“I veneziani hanno dimostrato una grandissima generosità – ha detto ancora Anna Brondino – I nostri volontari hanno spiegato il progetto, sanno dove andrà a finire il cibo che hanno donato e che la raccolta è strettamente finalizzata a dare un aiuto a concittadini che ne hanno bisogno. La filiera d’altra parte – ha concluso- è controllatissima”.
Oltre ai 25 soci iscritti a Corte del Forner, nei giorni della colletta alimentare si muovono sul territorio circa 400 volontari.
Hanno dai 10 anni in su: famiglie intere che si prendono cura di altre famiglie nella lotta contro la nuova povertà, purtroppo sempre più diffusa, ma spesso anche nascosta per vergogna.
Percorsi trasparenti e certificati
“Operiamo con grande discrezione perché sappiamo che in molti casi c’è un grande disagio nel mettere a nudo il bisogno – spiega la presidente Brondino – Tanti, che magari si trovano in difficoltà momentanea, non hanno coraggio di chiedere aiuto. Chiediamo quindi alla comunità di attivarsi anche con segnalazioni. Il tessuto della nostra città ci agevola in questo, perché ci si conosce un po’ tutti”.
Alle famiglie o persone segnalate che vogliano entrare nel programma è chiaramente chiesta collaborazione, nel senso che ogni situazione dev’essere verificata attraverso i servizi sociali perché le situazioni siano certificate e l’azione dell’emporio solidale sia mirata. Insomma: non c’è spazio per i “furbetti”.
La spesa tra chi tende una mano
“Bisogna ricordare poi che questo non è un progetto assistenziale – rileva Brondino -L’emporio diventa luogo di aggregazione, di esperienze educative e occasione di intraprendere dei percorsi di inclusione, perché per povertà spesso ci si autoesclude dal tessuto sociale. Tra le prossime tappe vorremmo includere dei corsi di economia familiare e di gestione dei debiti”.
Per questo, l’associazione Corte del Forner è alla ricerca di persone che vogliano mettere a disposizione le loro competenze.
Nel Veneto, sono attualmente 24 gli empori solidali. Nel corso del 2018 hanno rappresentato un punto di riferimento per 32.117 mila famiglie e distribuito oltre 70 mila tonnellate di alimenti.
Idea fantastica! Sapere dove vanno i prodotti che ciascuno regala è un invito a dare di piu
Bravi, bisogna divulgare notizie di questo tipo.