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Emilia Romagna, danni per 8 miliardi. Ma si guarda alla ripartenza

Emilia Romagna, danni per 8 miliardi. Ma si guarda alla ripartenza

L’Organizzazione mondiale della meteorologia Wmo conta in 50 anni 12mila disastri meteo e 2 milioni di morti

Il bilancio attuale è di quelli che si possono definire da Dopoguerra, anche se non per quanto riguarda le vittime.
Il giorno dopo la visita della premier Giorgia Meloni nelle zone delle regione più colpite dall’alluvione, mentre i volontari continuano ininterrottamente il loro lavoro, lo scenario è spaventoso: case distrutte, persone che hanno perso tutto, strade impraticabili, colline che non esistono più, fiumi da arginare. E mentre si guarda al meteo sperando che il peggio sia passato, si fa la conta dei danni: 4/5 miliardi di euro secondo una prima stima ottimista, ma potrebbero arrivare anche a 8 considerato che la ricostruzione delle strade incederà non poco sui costi. Domani, il consiglio dei ministri straordinario per deliberare lo stato di calamità.

Il piano per la ripartenza

La ricostruzione dei luoghi devastati da acqua e fango sarà lunga e laboriosa, da alcuni mesi a diversi anni. Tanto che la regione Emilia Romagna, “in continuità con la gestione dell’emergenza”, sta chiedendo al Governo anche “la costituzione di un Comitato Istituzionale e di indirizzo e di una struttura tecnica dedicata sulla base dell’esperienza maturata a seguito del terremoto del 2012″.
L’obiettivo è quello di creare un’agenzia per la ricostruzione con un suo commissario straordinario e degli esperti: ingegneri e geologi, strutturisti stradali e quant’altro serva per riassettare un territorio oggi martoriato e cambiato anche dal punto di vista morfologico.

Le priorità operative dalle abitazioni alle strade all’agricoltura

Le abitazioni sono il primo step sul quale gli amministratori locali vogliono intervenire.
Una volta conclusa la fase di emergenza con lo svuotamento dal fango e la pulizia degli stabili, si passerà all’individuazione di quanti edifici dovranno essere abbattuti e quanti sanati.

emilia romagna
@ Twitter Stefano Bonaccini: gli angeli el fango

Da qui, con il Governo si capirà quali rimborsi potranno esserci e come sarà gestita la fase delle eventuali demolizioni. Grave anche la situazione per quanto riguarda le strade, alcune delle quali non potranno essere ripristinate e necessiteranno in molte zone dell’Appennino di essere ridisegnate. E le frane che hanno cambiato la morfologia comporteranno anni di lavori e costi non indifferenti per ridisegnare la mappatura del territorio. Una fase durante la quale serviranno un’attenta progettazione e programmazione.
Sul fronte dell’agricoltura, le organizzazioni si settore calcolano una strage tra i 10 e 25 milioni di alberi da estirpare irrimediabilmente danneggiati. Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini stima danni che supereranno 1,5 miliardi di euro solo su questo territorio mentre secondo Coldiretti il raccolto rischia di essere compromesso per 4-5 anni. Senza dimenticare che nelle aree colpite dall’alluvione sono a rischio almeno 50mila posti di lavoro tra agricoltori e lavoratori dipendenti nelle campagne, nelle industrie e nelle cooperative di lavorazione e trasformazione.

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Riaprire le linee ferroviarie in Emilia Romagna

L’alluvione ha messo in ginocchio anche le infrastrutture dell’Emilia Romagna. Alcune linee ferroviarie sono interrotte e ancora non sono stati stimati i tempi per il ripristino. Dopo la riapertura delle linee tra Forlì e Rimini e tra Rimini e Ravenna riducendo l’interruzione della Bologna-Rimini al tratto compreso tra Faenza e Forlì, si punta ora a riaprire l’intera linea prima del ponte del 2 giugno.

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L’Organizzazione mondiale della meteorologia Wmo ha intanto evidenziato che dal 1970 al 2021 nel mondo gli eventi metereologici,climatici e idrici hanno causato quasi 12 mila disastri con oltre due milioni di vittime, il 90% nei Paesi in via di sviluppo. Le perdite economiche sono state calcolate in circa 4.300 miliardi di dollari.

Silvia Bolognini

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