Il clima è quello che abbiamo già avuto modo di vivere un anno e mezzo fa.
C’è tensione nell’aria: i contagi aumentano, gli ospedali iniziano ad arrancare, alcune regioni si tingono di giallo e altre sono pronte a seguirle, se i dati non cambiano, nelle prossime settimane.
Omicron, la nuova variante con le sue tante mutazioni, destabilizza, perché insinua (gli studi sono in corso) la possibilità che possa aggirare i vaccini.
Ma la prima rassicurazione, a questo proposito, arriva dall’Ema, l’agenzia europea per il farmaco.
Cooke: “Siamo pronti al peggio anche se speriamo ancora per il meglio”
“Abbiamo i piani di emergenza, siamo preparati e pronti anche al peggio, anche se speriamo ancora per il meglio – ha detto durante un’audizione alla commissione Salute del Parlamento europeo la direttrice esecutiva di Ema Emer Cooke – Dai dati che abbiamo emerge che i vaccini sono efficaci e continueranno a proteggere la popolazione anche un un’eventuale diffusione della variante Omicron. Sappiamo però che l’efficacia diminuisce con il tempo e per questo diventa fondamentale la dose di richiamo”.
Novavax prossimo all’autorizzazione
Prossimo all’approvazione da parte dell’Ema è anche il nuovo vaccino statunitense Novavax, che dovrebbe essere autorizzato nell’arco delle prossime due settimane.
In un momento in cui ci sono Paesi con tassi di vaccinazione ancora molto bassi e altri con percentuali di persone che non vogliono vaccinarsi ma che con Novavax potrebbero in qualche modo sentirsi più sicuri perché è un vaccino proteico, la distribuzione di questo nuovo vaccino risulta importante.
Il vaccino proteico
La tecnologia alla base di Novavax è quella delle proteine ricombinanti, già utilizzata da una trentina d’anni per i sieri contro epatite B e meningite.
Questa tecnica impiega, per stimolare il sistema immunitario, gli antigeni dell’agente patogeno prodotti in laboratorio attraverso l’ingegneria genetica e poi purificati.
Non appena l’Ema, l’Autorità europea del farmaco, ne avrà dichiarato la sicurezza e l’efficacia, gli Stati membri dell’Unione europea saranno autorizzati ad acquistare fino a 100 milioni di dosi del vaccino anti-Covid di Novavax con un’opzione per ulteriori 100 milioni di dosi, prodotte in Europa, fino al 2023.
Linee guida snelle, più garanzie per i Paesi membri
La strategia per accelerare lo sviluppo, la produzione e la diffusione di vaccini efficaci e sicuri contro il coronavirus è stata presentata dalla Commissione europea lo scorso 17 giugno.
Prevede, tra l’altro, un finanziamento di parte dei costi iniziali sostenuti dai produttori come contropartita del diritto di acquistare un determinato numero di dosi in un periodo stabilito.
E gli Stati membri dell’Unione hanno a disposizione, all’interno del Next Generation EU, il pacchetto React-EU per l’acquisto dei nuovi vaccini.
Gli studi su Novavax
Generalmente ben tollerato e in grado di suscitare una robusta risposta anticorpale, il nuovo vaccino, fin dagli studi preclinici ha indotto anticorpi che bloccavano il legame della proteina spike ai recettori cellulari, proteggendo da infezioni e malattie.
Nel Regno Unito ha dimostrato un’efficacia complessiva dell’89,7%, del 96,7% contro il ceppo virale originale e dell’86,3% contro la variante Alfa.
Nello studio negli Usa e in Messico, è stata dimostrata una protezione del 100% contro le malattie moderate e gravi, un’efficacia del 90,4% comprendendo anche le forme lievi e del 92,6% contro le varianti di interesse. Al momento non ci sono dati, ovviamente, sul grado di efficacia contro la Omicron. Finora, comunque, nonostante presenti tante mutazioni e sia per questo potenzialmente molto contagiosa, non ha provocato alcun decesso nel mondo.
Mai un gruppo dati così vasto nella storia
Riguardo la sicurezza dei vaccini e dei farmaci approvati o in fase di approvazione, “credo che sia molto importante ricordare che questo è il più grande gruppo di dati che sia mai stato raccolto su un farmaco o su un vaccino a livello mondiale – ha rilevato Cooke -Il sistema di farmacovigilanza è in grado di individuare effetti collaterali rari e di garantire che questi vengano gestiti. Quindi non solo abbiamo un sistema di farmacovigilanza che funziona benissimo ma possiamo anche agire laddove necessario”.
Prevenzione e cura
Se i vaccini restano la prima arma che abbiamo contro il Covid, passi in avanti se ne stanno facendo anche dal punto di vista della cura.
“Monoclonali efficaci e nuove terapie faranno la differenza – ha detto ancora la direttrice Ema – Abbiamo già autorizzato tre terapie contro il Covid, sono anticorpi monoclonali e sono efficaci soprattutto per gli adulti che hanno un alto rischio per le conseguenze contro il Covid. Abbiamo anche notizie molto promettenti dai testi clinici per due prodotti orali, della Merck e Pfizer. Le terapie orali – ha continuato -sono più semplici da utilizzare e stiamo lavorando molto rapidamente. Tutte le nuove terapie sono un’integrazione necessaria agli strumenti a disposizione”.
Consuelo Terrin
Molnupiravir potrebbe essere il primo farmaco anticovid in Europa
Lagevrio e Paxlovid: i farmaci per la cura del Covid in Italia entro fine anno
Il presidente Aifa Palù: con vaccini e monoclonali potremo risolvere il problema-Covid