“I benefici” del vaccino AstraZeneca “superano i rischi“. Lo ribadisce Emer Cooke, direttore esecutivo di Ema, in conferenza stampa a seguito delle valutazioni dell’Agenzia.
L’Ema ha concluso il suo iter. Il PRAC, il Comitato per la sicurezza dell’Agenzia Europea per i Medicinali, ha effettuato un’analisi approfondita di 62 casi di trombosi del seno venoso cerebrale e 24 casi di trombosi venosa dell’addome riportati nel database sulla sicurezza dei farmaci dell’Ue (EudraVigilance) al 22 marzo 2021.
18 sono risultati fatali.
La valutazione di Ema
“I casi provenivano principalmente da sistemi di segnalazione spontanea dell’ AEA e del Regno Unito dove – ha precisato Ema in una nota -circa 25 milioni di persone avevano ricevuto il vaccino”. A questi, si aggiungono i 34 milioni di europei.
Gli eventi rilevati sono dunque rari, così come gli effetti collaterali.
Inoltre, tra gli eventi rari di trombosi e il vaccino di AstraZeneca – si legge ancora nella comunicazione dell’Agenzia – non è stato mostrato un nesso causale con l’età”.
Finora, la maggior parte dei casi segnalati riguarda comunque “donne di età inferiore a 60 anni entro 2 settimane dalla vaccinazione. Sulla base delle prove attualmente disponibili – conclude Ema – i fattori di rischio specifici non sono stati confermati“.
Il confronto tra i Paesi Ue
Alla luce di quanto sostenuto dalla commissione di valutazione del rischio (Prac) dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) sul vaccino di AstraZeneca, è prevista alle 18 una riunione straordinaria in videoconferenza dei ministri della Salute dell’Ue per discutere delle campagne vaccinali.
L’Italia, dopo una breve sospensione delle somministrazioni, avuto il primo esito delle valutazioni Ema, ha ripristinato le vaccinazioni con AstraZeneca, che a oggi risultano essere il 54% del totale.
Germania (31 marzo) Francia, Paesi Bassi, Svezia, Finlandia, Canada e Islanda, invece, hanno sospeso le somministrazioni per gli under 60.
Per quanti, della stessa fascia d’età, abbiano già fatto la prima dose, è prevista in questi Stati una seconda dose di siero diverso.
I fatti
Questa è la seconda volta che l’Ema si pronuncia sul siero anglo svedese.
La prima, il 18 marzo, a seguito dello stop, in via precauzionale e temporaneo, da parte di Aifa (Agenzia italiana del farmaco) della somministrazione dei vaccini AstraZeneca su tutto il territorio nazionale.
Una decisione cautelativa che avevano adottato anche Francia, Spagna e Germania successivamente a Norvegia, Danimarca, Islanda, Finlandia, Olanda e Irlanda, alle quali si sono aggiunti Slovenia e Lussemburgo.
Un blocco europeo per chiedere rassicurazioni e conferme all’Ema sulla possibilità di utilizzare in sicurezza AstraZeneca.
L’agenzia, a seguito di analisi autoptiche e allo studio delle storie patologiche di ogni singolo paziente, aveva escluso che le morti sospette fossero state determinate dalla somministrazione del vaccino.
Una valutazione confermata da quella odierna, rispetto alla quale ora, ciascun Paese Ue, prenderà le proprie decisioni.
Valentina Rossi