L’emendamento per il voto degli studenti fuori sede passa alla Commissione Affari costituzionali del Senato. Ora la parola spetta alle Camere
Alle elezioni europee di giugno potrebbero votare anche i 591 mila studenti fuori sede per motivi accademici.
La Commissione Affari costituzionali del Senato ha infatti approvato l‘emendamento al decreto legge elezioni 2024 presentato da FdI che consentirà anche a chi studia al di fuori della propria regione di residenza o di circoscrizione di pertinenza, di esprimere la propria preferenza per il rinnovo del Parlamento europeo tra l’8 e il 9 giugno.
Lo ha confermato, al termine del vertice di maggioranza sul decreto elettorale, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.
In questa tornata di sperimentazione, ancora in attesa dell’approvazione delle Camere, gli studenti potrebbero votare nel comune in cui sono fuorisede se questo è all’interno della propria circoscrizione, o nel capoluogo della regione in cui sono dislocati se questa è esterna alla propria area di voto (con diritto a uno sconto sui mezzi di trasporto per raggiungere il capoluogo stesso).
Per farlo, dovranno presentare richiesta almeno 35 giorni prima delle giornate di voto.
Rimangono fuori dal provvedimento circa 4,3 milioni di lavoratori fuorisede – perlopiù compresi tra i 18 e 35 anni – i quali dovranno giocoforza ritornare nel proprio comune di residenza per esprimere la propria preferenza.
Per loro sono previste solo alcune agevolazioni sui costi di viaggio nelle lunghe tratte.
L’Italia, oggi, è uno dei soli tre paesi europei – insieme a Cipro e Malta, per ovvie ragioni geografiche – a non prevedere il voto a distanza.
Il libro bianco sull’astensionismo
Il problema era già stato individuato (in via ufficiale) con la pubblicazione del Libro bianco sull’astensionismo dello scorso 14 aprile 2022 promosso dal ministero per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa.
La sua stesura ha visto l’istituzione di una Commissione ad hoc, la quale ha individuato le cause dell’astensione diffusa presente in Italia e presentato una serie di provvedimenti utili a tamponare l’emorragia di voto: la creazione di election pass digitali e la concentrazione delle tornate elettorali negli election day; il favorire il voto anticipato presidiato; l’agevolazione del voto a persone anziane e disabili e, ultimo ma non ultimo, il voto in un seggio diverso nel giorno delle elezioni.
L’emendamento quindi si muove in questo senso.
Dai social a Sanremo: il tam-tam mediatico che ha contribuito alla proposta
L’istanza di concedere il voto agli studenti fuorisede è uno dei leit-motiv che negli ultimi anni ha accompagnato l’avvicinarsi di qualsiasi chiamata al voto.
Sui social esistono da tempo coalizioni e comunità che propugnano il provvedimento come il comitato Io voto fuori sede, l’organizzazione The Good Lobby Italia e la pagina Rete Voto Sano da Lontano.
In occasione delle prossime elezioni europee dell’8 e 9 giugno, in collaborazione con Will Media, questi movimenti sono arrivati anche a Sanremo, fisicamente (grazie a cartelli nella folla), sul palco del Festival stesso – dove ad alcuni non saranno sfuggiti presentatori e concorrenti con la matita in mano, in segno di appoggio – e per via mediatica grazie alla lega Io Voto Fuori Sede del Fantasanremo.
In attesa dell’approvazione di questo emendamento, che rientra legalmente nella frangia dei decreti elettorali, sarà poi necessario discutere una vera legge che regolamenti il voto fuorisede riconoscendo a quasi 5 milioni di persone il diritto di esprimere la propria volontà rappresentativa.
Damiano Martin
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