Il 25 settembre gli italiani saranno chiamati a votare i loro rappresentanti. Ecco le novità
Quelle fissate in agenda dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il prossimo 25 settembre dopo le dimissioni del premier Draghi, non saranno le prime elezioni politiche anticipate della Repubblica Italiana.
La prima volta il ricorso alle urne prima della fine della legislatura avvenne nel 1972, poi di nuovo nel 1976, 1979, 1983,1987, 1994, 1996 e 2008.
Le novità delle elezioni 2022
Ciò però non toglie che saranno numerose le novità dell’appuntamento elettorale del 2022.
Innanzitutto, sulla base della legge costituzionale 261 del 2020, si riducono di oltre un terzo i posti a disposizione nel nuovo Parlamento.
Si passa cioè da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori elettivi (a cui si aggiungono i 6 senatori a vita: l’ex Presidente Giorgio Napolitano più Mario Monti, Elena Cattaneo, Renzo Piano, Carlo Rubbia e Liliana Segre).
Con un’altra legge costituzionale, la 1 del 2021, per la prima volta i 18enni potranno poi eleggere non solo i componenti della Camera dei Deputati, ma adesso anche quelli del Senato. Ultimo, ma non ultimo, saranno le prime elezioni della storia d’Italia che si svolgeranno in autunno, con la prima campagna elettorale estiva per il nostro Paese. E, nonostante il periodo vacanziero, le scadenze imposte dalla Costituzione dopo lo scioglimento del Parlamento restano serrate.
Elezioni 2022: scadenze,campagna elettorale e voto all’estero
Come stabilito dal Quirinale con il decreto che convoca i comizi elettorali, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 21 luglio, si potrà andare a votare in un’unica data: domenica 25 settembre.
Dalla fissazione della data del voto derivano anche tutte le altre scadenze da rispettare da parte di partiti e pubbliche amministrazioni, così come la data ufficiale dell’avvio della campagna elettorale. In tal senso, affissioni, volantini e comizi saranno possibili da venerdì 26 agosto alla mezzanotte del 23 settembre.
Un primo adempimento è già stato effettuato dal Ministero dell’Interno: quello della definizione degli elettori italiani residenti all’estero chiamati al voto.
L’elenco inviato dal Viminale al Ministero degli Esteri per le verifiche di competenza indica esattamente in 4.871.331 i nostri connazionali non residenti in Italia aventi diritto al voto.
La maggior parte si trova in Europa (2.645.030). Seguono America Meridionale (1.535.804), America Settentrionale e Centrale (437.802) e Africa, Asia, Oceania e Antartide (253.095). Gli elenchi definitivi saranno trasmessi al Ministero dell’interno entro il 10° giorno prima del voto.
Partiti e liste
La prima scadenza fissata per partiti e movimenti è quella del deposito al Ministero dell’Interno dei contrassegni, che non potranno portare simboli religiosi, fascisti o nazisti e non dovranno essere confondibili con altri. Questo potrà avvenire dalle ore 8 del 12 agosto alle ore 16 del 14 agosto.
Dal 18 al 20 agosto, invece, i Comuni dovranno rilasciare i certificati di iscrizione nelle liste elettorali. Questi documenti sono infatti necessari per potersi candidare nelle liste, che dovranno essere presentate presso le cancellerie delle Corti d’Appello dalle ore 8 del 20 agosto alle 20 del 21 agosto.
A pena di inammissibilità, le liste dovranno prevedere un’alternanza di genere nell’inserimento di candidati e candidate, con anche la fissazione di un tetto (60% alla Camera, stabilito a livello regionale per il Senato) al numero massimo di candidati dello stesso sesso.
I partiti e i gruppi politici, sempre entro il 21 agosto, dovranno depositare al Ministero anche il loro statuto, dichiarare eventuali collegamenti in coalizione e il programma elettorale, con l’indicazione del capo della forza politica. Entro il 14° giorno dalla data delle elezioni, invece, dovranno essere pubblicati nel sito del partito il curriculum vitae e il certificato del casellario giudiziale dei candidati.
La legge elettorale: si vota col “Rosatellum”
I vincitori delle elezioni politiche saranno determinati sulla base delle regole previste dalla legge elettorale in vigore dal 2017, ribattezzata “Rosatellum”.
Il sistema mette insieme quello “maggioritario” (che assegna, per ciascun collegio elettorale, un solo seggio al partito che prende anche solo un voto in più degli altri) e quello “proporzionale” (in cui i seggi da assegnare sono più di uno per collegio e vengono divisi in base alle percentuali di voti raccolti da ogni partito).
Esattamente 147 deputati e 74 senatori saranno eletti su base maggioritaria e 253 deputati e 126 senatori col proporzionale.
Riguardo al proporzionale, vi è però da tenere in conto anche un ulteriore aspetto: la soglia di sbarramento.
Per partecipare alla suddivisione dei seggi in proporzione alla percentuale di voti raccolti, è infatti necessario raggiungere una quota minima. Il Rosatellum ne prevede in tal senso due: quella del 3% per i partiti e quella del 10% per le coalizioni. Chi si ferma al di sotto di queste quote, vede in sostanza disperdere i propri voti, anche se va detto che, per chi corre in coalizione, è sufficiente l’1% per contribuire a determinare il raggiungimento del 10% da parte dell’insieme dei partiti che si presentano uniti.
Alberto Minazzi