Tra ballottaggi, sorprese e tanta astensione, si è conclusa la tornata elettorale 2021.
1340 comuni al voto sui totali 7904, fra questi 20 comuni capoluogo di provincia, 76 finiti al ballottaggio e 2 con un nulla di fatto, perché le elezioni, a Nureci (Or) e Cipirello (PA) non sono risultate valide perché non è stato raggiunto il quorum dei votanti.
Ed è questo il dato più eclatante. Perché, non solo nei due piccoli comuni la gente non è andata a votare ma nell’intera penisola coinvolta dalle elezioni, a recarsi alle urne sono stati solo il 43,9% degli italiani.
Meno della metà.
La mappa italiana
Attualmente, tra i comuni capoluogo, 50 sono governati dal centrodestra, 46 dal centrosinistra, 3 dal Movimento Cinque Stelle.
Una situazione tutto sommato di equilibrio, determinata però da una rimonta del centrosinistra, che in questi cinque anni aveva perso buona parte delle sue amministrazioni (erano 68 ) e da una sempre minor presenza del M5S, che ha perso ora anche Roma e Torino.
Affluenza flop
Se già al primo turno il Ministero dell’Interno aveva ratificato un calo dei partecipanti al voto dal 61,58% al 54,64%, la tendenza si è ripetuta, con numeri ancor più bassi, nei ballottaggi del 17 e 18 ottobre.
Nei 63 Comuni in cui i cittadini si sono nuovamente recati alle urne, l’affluenza è infatti scesa dal 52,67% al 43,93%.
Andando nel dettaglio, tra i principali centri Roma si è fermata al 40,68% (rispetto al 48,54 di 2 settimane prima), Torino al 42,14% (48,08%), Trieste (il dato, trattandosi di una Regione a Statuto speciale, è quello riportato dal portale regionale e non da quello ministeriale) al 42% dal 46%).
L’Italia dopo il voto
Se, numericamente, al termine di questa tornata elettorale il numero di Comuni amministrati dalle principali coalizioni è sostanzialmente immutato, nei capoluoghi di Regione e nelle Province autonome il centrosinistra ha adesso la prevalenza con un totale di 12, tra cui le 5 città più grandi del Paese.
Il voto nelle metropoli
Sono i “grillini” ad aver perso le 2 realtà maggiori finite al ballottaggio. A Roma, il nuovo sindaco è Roberto Gualtieri (60,15%, in rimonta dal primo turno, dove aveva ottenuto il 27,03% dei consensi contro il 30,14% di Roberto Michetti del centrodestra). A Torino, Stefano Lo Russo (59,23%), allargando la forbice su Paolo Damilano rispetto alla prima tornata. Il centrodestra ha invece confermato a Trieste Roberto Di Piazza (51,37% contro 48,63% di Francesco Russo del centrosinistra).
Tra i Comuni capoluogo di provincia conservati dal centrodestra ci sono anche Novara, Benevento, Pordenone e Grosseto. Sono invece passati al centrosinistra Savona, Cosenza e Isernia.
Il curioso dato del Veneto
Che il ballottaggio possa sovvertire, attraverso apparentamenti formali o anche solo semplici accordi tra partiti, il risultato del primo turno è confermato in particolare dai risultati registrati nei 3 Comuni del Veneto in cui si è reso necessario il secondo turno.
Il dato più clamoroso arriva da Este, nel Padovano, dove il sindaco uscente, Roberta Gallana (centrodestra) che aveva sfiorato la vittoria al primo turno (47,6%), è scesa al 46,4% ed è stata così alla fine superata dal “civico” Matteo Pajola (53,6%), che partiva dal 23,53%.
La situazione si è ripetuta anche a Bovolone, nel Veronese, dove Silvia Fiorini era andata ancor più vicina al successo due settimane fa (48,95%), pur avendo un margine più ridotto rispetto a Orfeo Pozzani (40,39%), ora nuovo sindaco con il 57,07% conseguito al ballottaggio.
Era infine sfida tutta interna al centrodestra a Conegliano, nel Trevigiano, dove Fabio Chies (Forza Italia e civiche) ha vinto con il 53,46% dei consensi al secondo turno contro Piero Garbellotto (sostenuto tra gli altri da Lega e Fratelli d’Italia), avanti con il 39,25% al primo turno.
Alberto Minazzi