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Elettricità: sarà la guida nella transizione energetica?

Elettricità: sarà la guida nella transizione energetica?

Il rapporto 2024 dell’Iea: consumi mondiali di nuovo in crescita fino al 2026, ma con la sfida della sostenibilità. In Italia, nel 2023 il sorpasso delle rinnovabili sul gas

All’interno della transizione energetica, la sfida del raggiungimento di un futuro a zero emissioni inquinanti si lega a doppio filo all’evoluzione della produzione di elettricità, che punta sempre più su fonti rinnovabili.
È questo, in estrema sintesi, il principale messaggio che emerge dal rapporto “Elettricità 2024 – Analisi e previsioni al 2026” presentato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia.
Perché, sottolinea l’Iea, l’importanza dell’energia elettrica nelle società e nelle economie moderne è in continuo aumento, in parallelo allo sviluppo delle nuove tecnologie. E la sua produzione è al tempo stesso “la principale fonte di emissioni di anidride carbonica nel mondo, ma anche il settore che guida la transizione verso emissioni nette pari a zero attraverso la rapida espansione delle fonti di energia rinnovabile come l’energia solare ed eolica”.
“Garantire ai consumatori un accesso sicuro e conveniente all’elettricità riducendo al tempo stesso le emissioni globali di anidride CO2 è una delle sfide principali della transizione energetica”, conclude l’Agenzia, che approfondisce nel rapporto politiche recenti e sviluppi di mercato, per trarne le previsioni triennali su domanda, offerta ed emissioni inquinanti. E si sofferma anche sull’analisi del recente calo della domanda, sull’impatto del settore dei data center sul consumo di elettricità e sugli ultimi sviluppi nel settore dell’energia nucleare, dove si stima un aumento progressivo di produzione dal +1,4% del 2023 al +2,2% annuo di qui al 2026.

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La ripartenza dei consumi di elettricità

La domanda globale mondiale di elettricità, è il dato di partenza, nel 2023 è aumentata moderatamente: +2,2%, rispetto al +2,4% del 2022. Ma, chiarisce subito l’Iea, “è destinata a crescere più rapidamente fino al 2026”. A influire sul dato relativo alle economie avanzate, l’inflazione elevata e il “contesto macroeconomico poco brillante”.
In controtendenza, lo scorso anno, i consumi di Cina (+6,4%), India (+7%) e Sud-Est asiatico, dove la crescita della domanda di elettricità è stata invece robusta.
La media dell’aumento della domanda globale di elettricità è stimata, fino al 2026, attorno al +3,4% annuo, con ben l’85% della domanda aggiuntiva proveniente dalle economie non avanzate. In quelle avanzate e in Cina, a sostenerla sarà la “continua elettrificazione dei settori residenziale e dei trasporti, nonché da una notevole espansione del settore dei data center”.
Il consumo di elettricità da data center, intelligenza artificiale e settore delle criptovalute nel periodo potrebbe addirittura raddoppiare, raggiungendo nel 2026 valori equivalenti al consumo dell’intero Giappone.
Si stima inoltre che la quota di elettricità nel consumo energetico finale abbia raggiunto nel 2023 il 20%, rispetto al 18% del 2015.
“Anche se questo è un progresso – commenta il rapporto – l’elettrificazione deve accelerare rapidamente per raggiungere gli obiettivi mondiali di decarbonizzazione. Nello scenario Net Zero Emissions by 2050 della Iea, un percorso allineato con la limitazione del riscaldamento globale a 1,5°C, la quota dell’elettricità nel consumo energetico finale si avvicina al 30% nel 2030.

Le rinnovabili supereranno il carbone nel 2025

Sul fronte delle rinnovabili, l’Iea ricorda che la quota di energia prodotta attraverso queste fonti è stata nel 2022 del 29%, con una previsione di aumento di capacità pari a quasi il 50% nel 2023, raggiungendo i 507 GW, e una proiezione al 2028 del raggiungimento di una quota del 42%, per quasi 710 GW.
“L’incremento della capacità di energia rinnovabile – si afferma – continuerà ad aumentare nei prossimi 5 anni, con il solare fotovoltaico e l’eolico che ne rappresenteranno una cifra record pari al 96%”.

elettricità
energie rinnovabili

Il rapporto prevede anche che “la fornitura di elettricità pulita soddisferà tutta la crescita della domanda mondiale fino al 2026”, entro quando le fonti a basse emissioni rappresenteranno quasi la metà della produzione mondiale di elettricità, rispetto al 39% nel 2023.
“Le energie rinnovabili – aggiunge l’Agenzia – forniranno più di un terzo della produzione totale di elettricità a livello globale entro l’inizio del 2025, superando il carbone. Si prevede che la quota di energie rinnovabili nella produzione di elettricità aumenterà dal 30% del 2023 al 37% nel 2026.

Nello stesso periodo, è atteso anche un leggero aumento della produzione di elettricità da gas naturale, dopo i forti cali del 2023 nell’Unione Europea.
Ma anche la produzione di energia nucleare è indirizzata a superare entro il 2025 il record del 2021, con una crescita media annua di quasi il +3% fino al 2026.
In parallelo, si prevede che le emissioni globali di CO2 derivanti dalla produzione di elettricità diminuiranno di oltre il 2% nel 2024, dopo essere l’aumento del +1% nel 2023, mentre nel 2025 e nel 2026 sono attese piccole diminuzioni.

I consumi di elettricità nell’Ue

Anche nel 2023, nonostante la discesa dei prezzi (che però non ha evitato costi per le industrie europee ad alta intensità energetica doppi rispetto ai competitors cinesi e statunitensi), per il secondo anno consecutivo è intanto diminuita la domanda di elettricità nell’Unione Europea: -3,2% su base annua, dopo il -3,1% del 2022, riportando i valori sui livelli di 2 decenni fa.
Il fattore principale di questa tendenza si lega ai cali di consumi del settore industriale (-6%) e la previsione dell’Iea è che “il consumo di elettricità nell’Ue non ritorni ai livelli del 2021 prima del 2026”.
Nel 2024, la previsione è di una prima ripresa della domanda: +1,8%, seguita per una media che dovrebbe attestarsi attorno al +2,5% nel triennio. La prevista ripartenza graduale del settore industriale rappresenterà il 40% della domanda incrementale, superata dalla crescita dei veicoli elettrici, delle pompe di calore e dei data center, da cui deriverà circa la metà dell’aumento della richiesta. Va però anche detto che è previsto che, dal 67% del 2023, nel 2026 si arriverà al 77% di elettricità a basse emissioni (rinnovabile e nucleare) nella produzione di Paesi dell’Unione.

Energia solare

Nel dettaglio la quota delle energie rinnovabili salirà dal 45% nel 2023 al 50% nel 2024 e a circa il 55% nel 2026. Ciò consentirà di compensare l’intera domanda aggiuntiva di elettricità e di sostituire la produzione da combustibili fossili. L’elettricità prodotta dal carbone, del resto, è già diminuita del -26% nel 2023 e continuerà a calare in media del -13% all’anno fino al 2026; quella a gas è scesa lo scorso anno del -17% e manterrà nel triennio un trend medio del -7%.

La domanda di energia elettrica in Italia

Anche nel nostro Paese, il calo di domanda di elettricità è continuato nel 2023, con ritmi ancor più elevati, sebbene i prezzi all’ingrosso dell’energia siano diminuiti, rispetto al 2022 (quando la riduzione era stata del -0,8%), toccando il -2,9%.
L’Iea spiega questi dati con il mix di un “contesto di rallentamento dell’economia e di successi nel risparmio energetico”. In questa prospettiva, si sottolinea l‘impatto positivo, sui consumi elettrici, dell’efficientamento energetico degli edifici grazie agli incentivi, a partire dal Superbonus.
La previsione tra il 2024 e il 2026 è quella di una crescita media della domanda pari al +1,8%.
Nel periodo, cambierà anche il peso delle diverse tipologie di produzione, con una progressiva espansione delle energie rinnovabili anche in Italia. Questa è aumentata già nel 2023 del +16%, sia nell’idroelettrico (+35% dopo il -38% del 2022), che nell’eolico (+13%), che nel fotovoltaico (+7%), dove hanno inciso per il 47% degli aumenti di produzione gli impianti residenziali. E per il 2024 è previsto il superamento del 50% di energia prodotta da fonti rinnovabili.

Quanto all’elettricità da fonti fossili, il carbone ha perso un -3%, attestandosi al 7% del mix produttivo, mentre il gas continua a giocare un ruolo importante, attorno al 43% della produzione. Segnali incoraggianti, nell’ottica di una progressiva dismissione degli impianti a metano, però non mancano. In primis, già nel 2023 si è assistito al sorpasso delle rinnovabili, ora al 45%. E i segnali raccolti dall’Agenzia Internazionale dell’Energia stimano che, nel 2026, l’elettricità prodotta attraverso il gas naturale consumata nel nostro Paese sarà “solo” il 39% del totale, con una diminuzione media di circa il -1,6%.

Alberto Minazzi

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