Dalla Commissione parlamentare anche la proposta di due soli election day annuali
Il 12 giugno, in Italia, si tornerà alle urne.
Milioni di cittadini avranno a che fare con le elezioni amministrative. Tutti, con i referendum abrogativi.
Ma quanti andranno effettivamente a votare?
Il “partito” degli astensionisti continua a crescere nel tempo e il ministro per i Rapporti col Parlamento Federico D’Incà ha per questo istituito, mesi addietro, un’apposita commissione per indagare sulle ragioni profonde dell’astensionismo.
Dal libro bianco che ne è uscito, è emersa una duplice richiesta: quella di sostituire le vecchie schede elettorali con un election pass e di ridurre al massimo a due gli appuntamenti annuali con le elezioni.
L’election pass
Il nuovo strumento che dovrebbe consentire di votare ricalca molto la formula del green pass utilizzato quest’anno per accedere nei luoghi in cui era richiesto.
La sua utilità andrebbe a manifestarsi soprattutto in relazione a una delle tre tipologie di astensionismo individuate: quello involontario.
Riguarda soprattutto le persone anziane, 1,9 milioni di cittadini che lavorano o studiano lontani dal luogo di residenza, per raggiungere il quale dovrebbero affrontare un viaggio di almeno 4 ore tra andata e ritorno, ma anche quanti hanno smarrito la vecchia tessera e per pigrizia o poco interesse non si mettono in azione per rinnovarla e chi non può raggiungere il suo seggio per motivi di salute.
La digitalizzazione del certificato elettorale, secondo la commissione, potrebbe infatti rendere tutto più semplice e introdurre modalità di voto più agili.
Perché l’election pass
La tessera digitale si può infatti scaricare sul proprio smartphone e la sua validità potrebbe esser letta, come avviene per il green pass, con un’app.
Il suo rinnovo o il suo smarrimento non rappresenterebbe più un’incombenza burocratica per il cittadino.
Potrebbe però consentirgli, nel caso in cui non potesse per varie ragioni recarsi alle urne il giorno prefissato, di farlo prima in strutture autorizzate (voto anticipato presidiato) in qualsiasi città d’Italia o, se il problema riguardasse l’impossibilità di raggiungere il proprio seggio, di votare in un altro – magari più vicino a casa nel caso di un anziano -dello stesso collegio.
Per le sedi, la proposta dei parlamentare della commissione ha individuato come possibili gli uffici postali, che sono diffusi in modo capillare sul territorio, o gli uffici pubblici comunali.
Con la medesima app utilizzata per verificare la validità dell’ election pass, l’addetto elettorale sarebbe in grado di stampare al momento la scheda elettorale associata all’elettore.
Infine, registrare elettronicamente l’avvenuta votazione e impedire così truffe elettorali.
Diverse tipologie di astensionismo
Che l’election pass possa rappresentare davvero un rimedio all’astensione si vedrà nel tempo se sarà approvato.
La commissione istituita, come ha rilevato il ministro D’Incà per “una questione di legittimità democratica”, in quanto “le moderne democrazie sono in difficoltà sempre crescente a causa del calo della partecipazione al voto”, ha indicato altri due tipi di astensionismo.
Si tratta dell’astensionismo apparente, legato al conteggio, nelle liste elettorali, degli iscritti all’AIRE nel corpo elettorale dei comuni in cui si vota e dell’astensionismo politico vero e proprio, contro il quale solo i partiti possono cambiare la situazione con un’offerta politica soddisfacente.
Consuelo Terrin