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Election day, non solo Europee: al voto in 51,7 milioni

Election day, non solo Europee: al voto in 51,7 milioni

L’8 e il 9 giugno alle urne, oltre che per il rinnovo del Parlamento Ue, anche per le elezioni regionali in Piemonte e le amministrative in 3715 Comuni

Mancano 10 giorni al ritorno al voto di 51,7 milioni di italiani, di cui 5,1 milioni residenti all’estero, con la novità per chi si trova fuori dal comune di residenza e abbia fatto domanda entro il 5 maggio, di non essere obbligato al rientro in sede per esercitare il proprio diritto-dovere.
Nel weekend di sabato 8 e domenica 9 giugno, rispettivamente dalle 15 alle 23 e poi dalle 7 alle 23 (con silenzio elettorale dalla mezzanotte di venerdì 7), saranno infatti aperti i seggi per le elezioni attraverso le quali sceglieremo i 76 rappresentanti del nostro Paese per i prossimi 5 anni nella prossima legislatura, la decima, del Parlamento dell’Unione Europea. Ma non solo.

Election day: elezioni europee e amministrative insieme

Per effetto del cosiddetto “Election day”, che accorpa in un’unica tornata appuntamenti elettorali diversi, consentendo un risparmio prima di tutto dal punto di vista economico (si calcola comunque una spesa di 27,7 milioni di euro, anche per l’aumento del 30% dei compensi a forfait per scrutatori e presidenti, deciso a gennaio dal Consiglio dei ministri), in molti casi saranno consegnate più schede.

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Tra i cittadini dei 29 capoluoghi di provincia chiamati a rinnovare anche le Amministrazioni comunali il compito più gravoso spetterà ai residenti a Biella, Verbania e Vercelli, a cui verranno consegnate ben 3 schede, 4 dove sono previste anche le votazioni circoscrizionali. Tra gli enti chiamati al rinnovo c’è infatti anche la Regione Piemonte, per cui l’identica situazione si proporrà anche per gli elettori degli altri 3712 comuni più piccoli che si recheranno al voto nella popolosa regione di Nord-Ovest.

Elezioni europee: tutto quello che c’è da sapere

A comporre il prossimo Parlamento europeo, che subentrerà a quello che ha tenuto la sua ultima sessione plenaria a Strasburgo dal 22 al 25 aprile scorsi, saranno 720 membri, di cui 76 eletti in Italia.
Questi saranno scelti, in proporzione al numero di abitanti residenti in ognuna di esse, all’interno delle 5 circoscrizioni elettorali in cui è stato diviso il territorio nazionale.

La maggior parte dei seggi, 20, andrà ai più votati della circoscrizione Nord-Occidentale (Liguria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta). Altri 18 europarlamentari arriveranno dalla circoscrizione Meridionale (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia).
Spettano poi 15 seggi tanto alla circoscrizione Nord-Orientale (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Veneto) che a quella Centrale (Lazio, Marche, Toscana e Umbria). Gli ultimi 8 eletti saranno infine di Sicilia e Sardegna (circoscrizione Isole).

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La legge elettorale europea

La legge elettorale in vigore nella Ue prevede un sistema proporzionale, basato sul raggiungimento della quota risultante dalla divisione del numero di voti validi per il numero dei seggi disponibili, con una soglia di sbarramento per i partiti fissata al 4% dei voti validi.
Chi resta al di sotto di questa soglia, cioè, è escluso dalla ripartizione dei seggi.
L’elettore può scegliere i propri rappresentanti scegliendo fino a 3 nomi, senza vincoli dall’ordine di lista ma con l’obbligo, in caso di indicazione di più candidati, di rispettare l’alternanza di genere. In caso contrario, saranno annullati i voti successivi al primo.

L’election day italiano

Sono oltre 17 milioni gli italiani, residenti in 3715 comuni, per i quali scatta anche l’appuntamento con le elezioni comunali.
La novità principale per le elezioni del sindaco nel 2024, prevista sempre nel decreto che ha fissato l’Election day, è la possibilità di arrivare al terzo mandato per i primi cittadini dei Comuni tra 5 mila e 15 mila abitanti, mentre in quelli più piccoli non è previsto nessun limite alla rielezione.
Tra gli enti locali che rinnovano la propria composizione ci sono anche 29 capoluoghi: Ascoli Piceno, Avellino, Bari, Bergamo, Biella, Cagliari, Cesena, Caltanissetta, Campobasso, Cremona, Ferrara, Firenze, Forlì, Lecce, Livorno, Modena, Pavia, Perugia, Pesaro, Pescara, Potenza, Prato, Reggio Emilia, Rovigo, Sassari, Urbino, Verbania, Vercelli e Vibo Valentia.

Il possibile ballottaggio e le regionali piemontesi

La maggior parte dei comuni al voto, 3487 contro 228, conta meno di 15 mila abitanti.
In questi casi, il sindaco sarà eletto direttamente al termine dello spoglio che seguirà la chiusura delle urne di domenica. Per i Comuni più grandi, invece, è previsto un eventuale turno di ballottaggio tra i 2 candidati più votati se nessuno supererà la soglia del 50% dei voti validi. Il secondo turno è stato già fissato per domenica 23 e lunedì 24 giugno.

Infine, 3,6 milioni di elettori piemontesi esprimeranno le proprie preferenze per il nuovo presidente della Regione e per i nuovi 50 consiglieri regionali. Il sistema adottato per la nomina di questi ultimi è misto, con l’attribuzione di 40 seggi attraverso le regole proporzionali, mentre per i restanti 10 si applicherà il sistema maggioritario. Sono fissate anche soglie di sbarramento, diversificate a seconda che i gruppi di liste si presentino uniti in coalizione (5%) o non (3%).

Alberto Minazzi

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Tag:  elezioni

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