Raggiunto il record dalla fine del 1985. Alle stelle il pane a Venezia, olio di semi a +62,2%
Non ci sono dubbi che il caro energia sta mettendo a dura prova famiglie e imprese, strette nella morsa del caro bollette e dell’inflazione. L’indice nazionale dei prezzi al consumo, al lordo dei tabacchi, ha registrato in agosto un aumento dello 0,8% su base mensile e dell’8,4% su base annua. Ad esserne colpiti sono anche i beni alimentari di prima necessità, dal latte al pane, che hanno visto lievitare i prezzi. Quest’ultimo, secondo quanto rilevato da Eurostat nel medesimo mese, è cresciuto in media nell’Unione del 18% rispetto allo stesso mese del 2021.
Il confronto tra i prezzi di dieci capoluoghi
Quanto si fa sentire l’effetto inflazione sui beni di prima necessità?
Partiamo da un dato allarmante: a Venezia un kg di pane è arrivato a costare ben 5,83 euro. Coldiretti ha rilevato che da grano a pane i prezzi aumentano più di dieci volte. Questo soprattutto a causa dei rincari record di energia, mangimi e fertilizzanti scatenati dalla guerra in Ucraina.
L’inflazione in cucina
Gli aumenti si registrano praticamente su tutti i beni e in alcuni in particolare: si va dal +14% del pane al +12% per lo yogurt; +34% del burro; +24% margarina. E poi salumi, +7%; farina +23%, riso +22%. L’inflazione non risparmia il latte conservato che registra +19%, né la carne di pollo che arriva al +16% e le uova +15%. Significativi gli aumenti della pasta con + 25,8% mentre l’olio di semi ha raggiunto addirittura un +62,2%.
Le città più care
Da parte sua Codacons ha stilato una classifica delle città dove si spende di più per i beni di prima necessità mettendo a confronto dieci capoluoghi del nostro Paese: Milano, Torino, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, bari, Cagliari, Palermo.
In queste città sono stati presi in considerazione i prezzi di alcuni prodotti quali pasta, pane, latte intero, melanzane, zucchine, carne suina e bovina su dati del Mise. E’ emerso che il prezzo più caro del pane si paga a Venezia dove sfiora i 6 euro al kg contro i 2,16 di Napoli.
A Torino invece il record per il costo del latte, 1,81 euro al litro, che invece nel capoluogo lagunare è il più basso, 1,24. Cagliari è al primo posto per costo della pasta, 2,25 euro al kg; a Bologna si spende di più per la carne bovina, 22,53 euro al kg.
Quanto pesano i rincari sulle famiglie
Secondo Assoutenti serve un intervento urgente per tagliare l’Iva sui generi di prima necessità, a partire dagli alimentari, che nel mese di agosto per questo settore ha registrato +10,5%. Questo significa che una famiglia con due figli, solo per cibo, ha una spesa maggiore annua di +786 euro.
I rincari non riguardano comunque solo i beni alimentari.
Altre voci in crescita
Come denuncia l’Unione Nazionale Consumatori, a Padova, per esempio, i prezzi delle assicurazioni segnano un incremento dell’8,3%; per i servizi ospedalieri si ha in media in Italia un +1% per la fornitura acqua e servizi se in Italia l’inflazione tendenziale di agosto è +1,5%, a Bolzano è più di 8 volte tanto e arriva a 12,3%. A Pordenone l’inflazione di agosto arriva a +18,5% per l’assistenza sociale, che comprende case di cura per anziani, nidi d’infanzia e servizi di assistenza a domicilio a fronte di una media italiana pari a +2,3%.
Infine i servizi di alloggio, vale a dire alberghi, motel, pensioni, bed and breakfast, agriturismi, villaggi vacanze, campeggi e ostelli della gioventù che registrano un costo medio nazionale del +12,5%, volano a +34% a La Spezia. Al secondo posto Siena con +29,1%, al terzo Lucca con +28,2%.
Silvia Bolognini