L’importanza di una nuova economia ripensata nell’ottica della sostenibilità emerge chiaramente dal Piano nazionale di ripresa e resilienza varato dal Governo italiano.
I circa 60 miliardi assegnati alla “missione 2” della transizione ecologica, di cui 5 miliardi e 270 milioni specifici per l’economia circolare e l’agricoltura sostenibile parlano chiaro, in tal senso.
Dal Veneto un disegno di legge che si allinea all’Europa
In questo contesto, la Regione Veneto intende dare il suo contributo e avvierà così la prossima settimana nella terza commissione del Consiglio l’iter relativo al disegno di legge numero 62, che intende arrivare al varo di un Piano regionale per lo sviluppo dell’economia circolare. “A parte qualche piccola norma sui rifiuti – ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti – non c’è nulla di simile, né a livello di altre Regioni, né a livello nazionale. Il nostro vuole essere allora un contributo che speriamo possa fare da apripista”.
Già nel 2017 era stato depositato un disegno di legge sul tema, che però non era andato mai oltre la semplice presentazione. Il nuovo testo è comunque molto più complesso e fa tesoro delle best practices degli ultimi anni in Europa e nel Mondo. “Abbiamo studiato e raccolto – conferma Ciambetti – le idee più avanzate, puntando ad allineare la legislazione del Veneto con quella dell’Europa”.
Il responsabile per l’economia e lo sviluppo circolare
La principale novità riguarda l’introduzione di una nuova figura operativa, che sarà incardinata all’interno della Giunta regionale. Il responsabile per l’economia e lo sviluppo circolare sarà chiamato a svolgere un compito di “facilitatore”, collaborando con gli altri attori del territorio e i portatori di interesse. Il Piano si basa infatti su quella che è stata definita “quadruplice elica”. Abbattendo gli steccati, cioè, si punta a creare una coscienza diffusa, mettendo insieme produttori, consumatori, mondo della ricerca e pubblica amministrazione.
A scuola di economia circolare
E se, sottolinea il presidente del Consiglio regionale, il mondo produttivo è già pronto a questa transizione circolare, con numerose aziende che stanno già approcciando alla produzione con modalità di lavoro completamente diverse, il Veneto punta anche all‘educazione, ad esempio attraverso l’istituzione di nuovi corsi di studio universitari e per la formazione del personale o con iniziative nelle scuole. Sarà inoltre organizzata annualmente la “settimana dell’economia circolare”, intesa sia come vetrina per chi vuole investire, sia come occasione di studio e per fare il punto della situazione.
Le conseguenze concrete del cambio di paradigma
Ciambetti si è presentato alla conferenza stampa indossando una mascherina ricavata da un gagliardetto della Regione non più utilizzato. È questo uno degli esempi di come si potrà tradurre il Piano. Ma anche si punterà al recupero degli scarti plastici per la creazione di nuove bottiglie o di indumenti.
“Fin dall’inizio del processo produttivo – ha spiegato il presidente – bisognerà iniziare a pensare al fine vita del prodotto. E anche gli incentivi regionali devono prevedere già nel bando fattori premianti per chi terrà in considerazione questi aspetti già in fase di progettazione”.
Un “design circolare”
C’è dunque l’intenzione di puntare con forza sul cosiddetto “design circolare”, che consentirà di evitare la creazione di rifiuti oltre al recupero di importanti materie prime in un contesto in cui i prezzi stanno schizzando a costi esorbitanti.
L’approvazione della legge, che conta su una dotazione finanziaria di 550 mila euro per il 2021 e 1,250 milioni per i due anni successivi, potrebbe arrivare entro qualche mese. Il Piano triennale poi sarà proposto dalla Giunta e infine vagliato e approvato dal Consiglio regionale.