In arrivo le prime vere nevicate anche in Italia. Intanto, a novembre, manto nevoso al massimo storico nell’emisfero nord
Stavolta, a far notizia sul fronte climatico, non è il caldo anomalo, bensì l’elemento atmosferico che, al contrario, nell’immaginario collettivo rappresenta il freddo per antonomasia: la neve.
Perché se, nelle previsioni dei meteorologi, questi sono giorni in cui ci si possono attendere le prime vere nevicate anche in Italia, già novembre 2022 è entrato nella storia per una copertura nevosa da record nell’emisfero settentrionale del pianeta.
I dati e le stime elaborate dagli esperti dell’agenzia americana National Oceanic and Atmospheric Administration sottolineano infatti che mai, dal 1967, quando sono iniziate le rilevazioni, il manto bianco aveva coperto un’area così vasta a questo punto dell’anno.
I dati del NOAA e le conseguenze
A fine novembre, a essere ricoperti dalla neve caduta al suolo, secondo i dati ufficiali del NOAA, elaborati graficamente dal Rutgers Global Snow Lab, erano circa 41 milioni di km quadrati tra Europa, Asia e Nord America.
In pratica, sono completamente imbiancati i territori dell’intera Russia, di Canada e Alaska, di gran parte della Penisola Scandinava e dell’Europa dell’Est.
I meteorologi stanno così interrogandosi su cosa potrebbe comportare, in termini pratici, una situazione ben al di là delle medie degli anni scorsi.
Se, cioè, dobbiamo attenderci, anche in Italia, un inverno con temperature al di sotto della norma, con possibili ondate anomale di flussi di area fredda.
Le anomalie stagionali
Previsioni a lungo termine che, insegnano gli esperti, peccano di attendibilità scientifica, anche se qualche tendenza è comunque ipotizzabile.
Non mancano infatti gli studi che collegano l’anticipo dell’accumulo di neve al suolo in Siberia all’anticipo dell’anticiclone termico proveniente da quelle terre. E i modelli previsionali, come sottolineano anche i meteorologi di iLMeteo.it, indicano una serie di anomalie nella parte nord-orientale dell’Europa, tra cui valori eccezionali dell’anticiclone russo-siberiano di alta pressione gelida, che può raggiungere in caso di particolari dinamiche atmosferiche anche il Mediterraneo.
Neve e riscaldamento globale. In Siberia temperature al suolo a -45/50 gradi
Ma come si spiega questo record, pensando al riscaldamento globale?
“I due fenomeni – sottolinea Lorenzo Tedici, meteorologo responsabile media di iLMeteo.it – sono solo apparentemente in contraddizione. Nella zona polare artica, questa è stata una settimana anomala e, sul polo, oggi ci sono 6° sopra le medie. Perché non dobbiamo dimenticare che le nevicate non significano freddo, anzi si collegano a temperature meno gelide. E sicuramente anche questi dati vanno letti come uno degli eventi estremi legati ai cambiamenti climatici, a partire dalle temperature anomale dei mari”.
Temperature più alte dell’aria, quindi, non escludono temperature più fredde del suolo, come sta avvenendo nell’emisfero settentrionale. “La Siberia – riprende Tedici – non è il polo nord, ma è all’altezza della Finlandia e della Scandinavia, dove le temperature sono 10° sotto la media. Ed è in quella fascia, che raggiunge anche Inghilterra, Francia e Germania, che si forma il cosiddetto “orso bianco”.
Per di più, se si guarda alle temperature in quota, anche la Siberia è nel contesto di riscaldamento globale, pur raggiungendo al suolo livelli tra i -45° e i -50°”.
Il freddo pellicolare: l’Europa divisa in due
Quello di cui si ragiona è allora il cosiddetto “freddo pellicolare”: una sorta di “effetto frigorifero”, che interessa il terreno, determinato dalla tantissima neve caduta fin da ottobre nella regione russa.
E se l’orso bianco si è spinto fino all’Austria, l’Italia è ancora protetta dalle Alpi.
“Si può dire – riprende il meteorologo – che è lì che ci minaccia e che per ora darà una piccola graffiatina. Fino a metà dicembre non dovrebbe superare le Alpi, forse potrà entrare a Natale. E le previsioni substagionali, fino al 16 dicembre, ci mostrano un’Europa divisa clamorosamente in due all’altezza di Parigi, come riassumono bene le grafiche dell’Ecmwf, il principale centro meteo europeo, sulle anomalie di temperature in superficie, a 2 metri dal suolo, dove sono posizionate le stazioni di rilevazione meteo”.
Le previsioni
La prossima settimana, così, si annuncia calda nella fascia dal Marocco alla Turchia, con forse un grado in più delle medie in Italia e con pochi cambiamenti sostanziali a nord delle Alpi, per di più non prima della settimana successiva. In prospettiva, se le previsioni per l’inverno in Europa fino a qualche settimana fa sembravano indicare temperature sopra la media almeno fino a febbraio, adesso potrebbe rendersi comunque necessaria una revisione proprio in considerazione delle conseguenze del massiccio innevamento anticipato del suolo.
Di certo, a partire da questo week-end e praticamente per l’intera prossima settimana, sono attese alcune ondate di maltempo, che si tradurranno però in nevicate solo in località montane e di alta collina, a una quota quindi superiore alle medie del periodo.
La neve si è intanto già vista nei giorni scorsi, dai 1.200 metri in su, tra Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia, ma anche su alcune vette appenniniche oltre la stessa quota.
Qualcosa infatti sta iniziando a cambiare, in particolare da sabato 3 dicembre.
“Al centro-sud – riprende Lorenzo Tedici – si rimarrà attorno ai 15-16 gradi, mentre si vedranno fiocchi di neve anche nel basso Piemonte, da Cuneo ad Asti. Sopra i 600 metri, la neve sarà quindi abbondante su tutto l’arco alpino, potendo causare anche disagi al traffico, per cui l’invito è alla massima prudenza. L’orso bianco potrebbe graffiare parzialmente anche nei prossimi 7-10 giorni, ma per esempio già domenica 4, con lo scirocco, la quota delle nevicate tornerà a salire a 1300 metri”
L’innevamento naturale, in ogni caso, dovrebbe essere sufficiente per garantire l’apertura degli impianti sciistici, in molti casi programmata per i prossimi giorni. “Tra stasera e domenica – conclude il responsabile media di iLMeteo.it – il manto di neve fresca potrà arrivare anche a 50 cm. E potremo finalmente dire che sono tornate quelle nevicate che mancavano da un anno”.
Alberto Minazzi