Dedizione del Cadore a Venezia: si celebrano i 600 anni
La Bonifica dell’Area dei Gasometri ha portato alla luce dei contenuti risalenti al 1400.
All’interno di quello spazio recintato adiacente al Chiostro e alla Biblioteca di San Francesco della Vigna in cui è stata ritrovata l’antica Vera da Pozzo dipinta da Canaletto e Guardi, a Castello, continuano ad affiorare sorprese.
Dalla bonifica dell’area nota a Venezia come quella degli “ex gasometri” recenti ritrovamenti aprono nuovi scenari e interessanti scoperte sulla storia della città.
Venezia e la Comunità del Cadore
Tra queste, il forte legame tra la zona e la Comunità del Cadore, in particolare con la famiglia Vecellio, il cui massimo esponente è il pittore Tiziano.
Il celebre artista era molto influente in città e a lungo riuscì ad assicurarsi l’appalto per approdare e per disporre il legname a Castello.
Il rapporto tra la comunità bellunese e la laguna si fondava infatti proprio sul commercio dei tronchi provenienti dal Cadore, materiale che per le sue proprietà combustibili rappresentava il motore dell’industria cittadina, che comprendeva fucine, zecca, vetrerie e la grande “fabbrica” dell’Arsenale.
Tiziano Vecellio: un importante cadorino a Castello
Tiziano Vecellio, massimo esponente del rinascimento veneziano, pittore della Serenissima e membro della comunità del Cadore, fu un personaggio fondamentale nel legame tra la comunità veneziana e quella cadorina.
Oltre all’essersi aggiudicato gli appalti per gli spazi in cui depositare il legname presso Barbaria de le Tole, partecipò alle discussioni per la progettazione della facciata della Chiesa di San Francesco, la cui costruzione iniziò proprio nel 1534 per opera dell’architetto toscano Jacopo Sansovino e terminata in seguito da Andrea Palladio.
Cesare Vecellio, cugino di Tiziano, anch’egli pittore, donò un suo dipinto alla Comunità del Cadore, oggi custodito nella Sala del Consiglio della Magnifica Comunità del Cadore (Pieve di Cadore), nel 1599, a ricordo del rapporto tra i lagunari e i bellunesi.
I 600 anni della Dedizione del Cadore a Venezia
D’altra parte, la relazione tra la comunità cadorina e la città di Venezia era di ancor più antica data e proprio quest’anno ricorrono i 600 anni di Dedizione del Cadore a Venezia: un’alleanza commerciale nata grazie al Doge Tommaso Mocenigo nel 1420 a seguito della sconfitta del Patriarcato di Aquileia.
L’occasione giusta per riproporne la storia, allargata agli elementi legati alle nuove scoperte, in un ebook da proporre alle scuole.
Sono diversi gli enti che hanno deciso di cooperare tra loro per la ricerca di fonti e per portare alla luce nuove interpretazioni di un legame secolare.
Barbaria de le Tole
E’ abbastanza intuitivo, ma basta ricordare che il nome di Barbaria de le Tole deriva proprio dall’antica lavorazione del legname che giungeva dalle montagne per capire quanto la comunità cadorina fosse presente a Venezia.
Anche se tra gli esperti della toponomastica qualcuno sostiene che l’origine sia legata alle “barbe” che si formavano sui tronchi con il taglio e che venivano tolte nelle falegnamerie della zona e qualcun altro invece che rimandi semplicemente alla grande presenza delle stesse, il dato non cambia.
Nella zona tra San Francesco della Vigna e Barbaria de le Tole, prima di San Giovanni e Paolo, si lavorava il legno già a partire dal 882.
L’ Ebook per le scuole
“Venezia, Tiziano Vecellio, il legname e i cadorini a Castello” è quindi il lavoro culturale che il gruppo coordinato da Vittorio Baroni sta raccogliendo nell’ebook gratuito che sarà messo a disposizione delle scuole. Un approfondimento particolare sarà offerto dagli studi di Matteo Vieceli sul commercio del legname che giungeva, appunto in Barbaria de le Tole, nei pressi dell’ attuale istituto alberghiero Barbarigo (ex convento di San Giovanni in Laterano).
Qui “c’era infatti l‘ultimo approdo in Venezia del materiale che proveniva dal vicino Impero Asburgico alla cui autorità – riporta Vieceli nel suo studio – gran parte dei boschi appartenevano”.
L’area degli ex gasometri era stata concessa in uso dal Consiglio dei Dieci della Serenissima alla Magnifica Comunità del Cadore “per pareggiare la lamentela legata al fatto – riportano le fonti – che molti mercanti veneziani possedevano stazzi e segherie nei territori della Comunità cadorina”.
Nell’ebook viene ripercorsa anche la storia delle Fondamenta Nuove, area interessata dalla prima bonifica avvenuta nel 1580.