L’Onu lancia l’allarme: il mercato cresce sempre più. Milano ai primi posti in Europa per la ketamina. In Italia arrivata la costosissima “cocaina rosa”
L’elenco è lungo: cocaina e cannabis, mdma o ecstasy, anfetamina e metanfetamina. Adesso si è aggiunta, anche in Italia, la cosiddetta “cocaina rosa” (o, meglio, 2C-B, visto che con la cocaina non ha nulla a che fare), droga sintetica definita “dei ricchi” per il suo costo elevato, visto che per comprare un grammo servono dai 100 ai 500 euro.
Il mercato degli stupefacenti sembra aver ripreso spazio un po’ ovunque nel mondo, con una decisa crescita, sottolinea l’Onu lanciando l’allarme, soprattutto della cocaina.
Analizzando le acque reflue, intanto, il Sewage Analysis CORe Group Europe, in collaborazione con l’Agenzia europea per il monitoraggio delle dipendenze, ha ampliato e aggiornato la mappa della diffusione delle diverse droghe in 104 città di diversi Paesi, per complessivi 54 milioni di abitanti.
Italia uno dei primi Paesi europei per uso di droghe
Pur non risultando ai primissimi posti tra le varie classifiche stilate dallo studio, basato su campioni raccolti tra marzo e aprile 2022 e che sfrutta tecnologie all’avanguardia per capire quanti residui metabolici derivino dal consumo umano, l’Italia rimane comunque uno dei primi Paesi europei per consumo di droghe, con una tendenza all’aumento.
Milano, in particolare, è una delle piazze sotto osservazione e ha mostrato una crescita dei consumi soprattutto di cocaina, continuando il trend iniziato nel 2016, ma anche di cannabis e metanfetamina.
È però per la ketamina che il capoluogo lombardo, nel contesto europeo, fa segnare i numeri di crescita più preoccupanti, classificandosi al 4° posto assoluto dopo Barcelona, Lisbona e Copenaghen.
Questo farmaco anestetico, utilizzato per scopi ricreativi, è stato inserito nello studio per la prima volta dal 2011, quando sono partite le rilevazioni delle quantità di droghe presenti negli scarichi.
Tra i dati relativi a questa droga, comuni anche all’mdma (che risulta più diffusa in Belgio, Repubblica Ceca, Olanda, Spagna e Portogallo), è stato riscontrato in oltre tre quarti delle città un incremento dei consumi nei week-end.
Il boom della cocaina nel mondo
Nel 2021, le città prese in considerazione dall’analisi europea erano 66. Di queste, ben 38 hanno fatto registrare dati in aumento per quanto riguarda l’uso di cocaina.
Una droga diffusa soprattutto in Belgio, Olanda, Portogallo e Spagna, ma in genere nell’Europa occidentale e meridionale, anche se i dati sono in crescita anche ad est, dove tradizionalmente si faceva poco uso di questa sostanza.
Le Nazioni Unite, non a caso, sottolineano che, pur essendo sempre la Colombia e il Sudamerica in generale a dominare le rotte dei traffici verso l’Europa (con Anversa e Rotterdam come principali porte d’ingresso), stanno emergendo nuovi centri come Messico e Balcani.
Riguardo a questo stupefacente, l’ultimo rapporto dell’Ufficio sulla droga e il crimine dell’Onu sottolinea del resto che, spinta dall’aumento della domanda, la produzione mondiale della polvere bianca ha raggiunto livelli record: 2 mila tonnellate, con un +35% tra il 2020 e il 2021 e un raddoppio dal 2014 grazie all’aumento delle superfici coltivate.
E questo ha portato al coinvolgimento di sempre più gruppi criminali oltre a miglioramenti “tecnici” della conversione delle foglie di coca in polvere di cocaina. Sempre più spesso, inoltre, la cocaina viene spedita per posta.
Le altre droghe
Tornando allo studio sulle acque reflue, quanto alla metanfetamina un confronto è invece possibile per 60 città, con aumento in 39 città e una diminuzione in 15, con l’allargamento dalla tradizionale Repubblica Ceca, che resta prima, a Germania, Cipro, Turchia, Belgio e numerosi Paesi del nord Europa, a partire dalla Lettonia.
Come la metanfetamina, anche anfetamina e cannabis mostrano consumi costanti nell’arco della settimana.
Quanto ai Paesi di diffusione, i maggiori residui di anfetamine sono stati riscontrati nel’Europa del nord e dell’est, con picchi in Belgio, Germania, Olanda, Finlandia e Svezia. I Paesi ai vertici per il consumo di cannabis, secondo lo studio, sono invece i soliti Repubblica Ceca, Spagna, Olanda e Portogallo.
Attenti alla “cocaina rosa”
Nelle ultime settimane, intanto, le cronache nostrane si sono dovute occupare più volte del fenomeno “cocaina rosa”.
Da Catania a Roma, da una palestra di Ancona alla piazza di spaccio napoletana di Pianura, le forze dell’ordine hanno sequestrato quantità della sostanza psicoattiva chiamata anche “tusi” per la pronuncia inglese della sigla che la rappresenta.
Sintetizzata per la prima volta nel 1974, commercializzata negli anni Ottanta del secolo scorso come farmaco afrodisiaco e utilizzata inizialmente a bassi dosaggi come adiuvante della terapia psicologica in ambito psichiatrico per la sua capacità di incrementare la capacità di autoanalisi emotiva, la 2C-B è diffusa sotto forma di compresse o più spesso di polvere da sniffare.
I suoi effetti allucinogeni e stimolanti sono ritenuti più potenti di quelli della cocaina. Ed è anche per questo che, insieme all’ecstasy, il suo utilizzo è diffuso particolarmente nella scena rave, pur trattandosi di un prodotto estremamente costoso e quindi accessibile solo ai più abbienti, oltre che al momento non facilmente reperibile sul mercato.
Gli effetti della “cocaina rosa”
L’assunzione ad alte dosi della “cocaina rosa”, che prende il colore da un colorante alimentare, può provocare distorsioni della realtà con colori accesi in stile cartone animato, allucinazioni, percezioni di scintillii e ondulazioni negli oggetti.
In genere crea voglia di ridere ma in molti casi si accompagna a una sensazione di inquietudine e angoscia, a sbalzi d’umore, sensazioni di paura e aumento della consapevolezza del proprio corpo.
È già la quinta droga più diffusa in Colombia, dove è comparsa nel 2010 e dove viene sintetizzata in laboratorio mixando principalmente mdma, ketamina e caffeina. Nel Paese sudamericano, sarebbe la sostanza stupefacente più richiesta dagli stranieri che sfruttano il mercato della prostituzione a Medellín e Cartagena.
Un sondaggio del 2022 dell’ong Energy Control, condotto su 1412 consumatori di droghe ricreative, ha rilevato che uno su cinque aveva fatto uso di tusi nei precedenti 12 mesi.
Alberto Minazzi