Sono 156 le donne uccise negli ultimi due anni. 4416 i casi di violenza sessuale nel 2022
Basta seguire un telegiornale o aprire un quotidiano per trovarsi dinnanzi alla triste realtà.
Televisione e giornali purtroppo quasi quotidianamente mettono in evidenza casi di violenza contro le donne. Solo quest’anno sono 82 le vittime.
A dirlo è il rapporto “Il pregiudizio e la violenza contro le donne”, curato dalla direzione centrale della Polizia criminale del dipartimento di Pubblica Sicurezza, che comunica i dati degli ultimi tre anni sui reati contro le donne.
Femminicidi: le donne vittime del partner o dell’ex
La violenza, come spiegano gli psicologi, si sviluppa in modo graduale quasi sempre crescente e ciclico.
Gli episodi di maltrattamenti, che troppo spesso arrivano a degenerare nell’omicidio, sono nella maggior parte dei casi da parte del partner o dell’ex.
I dati emersi dal rapporto evidenziano che sul totale delle vittime dell’ultimo anno, 82, più della metà, vale a dire il 42%, sono morte proprio per mano del proprio marito, compagno o ex.
Le donne uccise quest’anno sono 74, 8 in meno rispetto allo stesso periodo del 2021.
Delle 91 vittime di omicidi avvenuti in ambito familiare o affettivo, 71 sono di sesso femminile.
Il crescita i casi di violenza sessuale
Al contrario di quello degli omicidi, diminuiti anche se di poco, il documento evidenzia che il numero di casi di violenza sessuale è cresciuto considerevolmente.
Quest’anno sono state 4.416, il 9% in più rispetto al 2021.
Si è trattato di donne nel 92% dei casi.
Diminuito del 17% rispetto allo scorso anno è invece il reato di stalking.
Anche in questo caso, però, il 75% delle vittime rimane donna. Per quanto riguarda l’età, la maggior parte delle vittime è compresa nella fascia tra i 31 e 44 anni e l’80% di loro è di nazionalità italiana.
«Le vittime devono essere accolte»
«La violenza sulle donne è un fenomeno attualissimo per il quale serve una strategia normativa sempre più efficace
– ha detto il capo della Polizia Lamberto Giannini – . Occorre essere sempre più accoglienti e mettere a disposizione delle vittime persone preparate che facciano capire che non c’è nulla da vergognarsi».
Infatti, come ha recentemente sottolineato nel corso di un incontro a Venezia lo psicologo esperto in criminologia investigativa, psicologia e psichiatria forense Antonio Arcuri, è difficile per una donna innamorata non tanto riconoscere i segnali di un comportamento che potrebbe degenerare quanto ammetterli e riuscire a denunciarli. Questo perché la vittima è tendenzialmente portata a giustificare la persona amata.