Non solo il corpo: uno studio rivela che,durante la gravidanza, cambiamenti rilevanti si verificano anche nella materia grigia e bianca
Durante i nove mesi di gravidanza il cervello della donna cambia.
Solo poche aree restano immutate, tutte le altre si restringono e contemporaneamente al loro interno si rafforzano le connessioni tra le cellule nervose. E’ quanto emerge da uno studio condotto dai ricercatori dell’Università della California Santa Barbara che per la prima volta hanno osservato in modo continuativo queste mutazioni.
L’obiettivo era quello di arrivare a comprendere come il cervello si adatti alle trasformazioni fisiche e ormonali durante la gestazione. La scoperta, che offre nuove prospettive per la ricerca sulla salute femminile, è stata pubblicata sulla rivista Nature Neuroscience.
Cosa succede a materia grigia e materia bianca
In una finestra di gestazione di circa 40 settimane, il corpo materno subisce profondi adattamenti fisiologici per supportare lo sviluppo del feto tra i quali aumenti del volume plasmatico, del tasso metabolico, del consumo di ossigeno e della regolazione immunitaria.
Questi rapidi adattamenti sono avviati da aumenti da 100 a 1.000 volte nella produzione di ormoni, tra cui estrogeni e progesterone. Sono ormoni neuromodulatori che guidano anche una significativa riorganizzazione del sistema nervoso centrale.
I ricercatori di questo studio, la cui prima autrice è Laura Pritschet, in particolare hanno osservato che mentre il volume della materia grigia, situata sulla superficie cerebrale, si riduce in modo molto evidente come anche lo spessore della corteccia, la struttura della materia bianca che risiede nelle aree più profonde del cervello diventa più solida. La medesima cosa avviene nel liquido cerebrospinale (cefalorachidiano) e nelle cavità (ventricoli) nelle quali viene prodotto. La materia bianca, fondamentale per la comunicazione tra diverse aree cerebrali, aumenta temporaneamente con un picco durante il secondo trimestre per poi ritornare ai livelli di prima della gravidanza intorno al momento del parto. Sono cambiamenti che nel tempo regrediscono anche se non è ancora chiaro con quali tempistiche. Alcuni infatti sono stati infatti osservati anche a due anni dal parto.
L’osservazione durante l’intero periodo della gravidanza
Questa ricerca è la pima che ha monitorato cosa succede durante l’intero periodo della gravidanza. Il team di ricercatori ha seguito il cervello di una donna alla sua prima gravidanza eseguendo scansioni cerebrali regolari ogni settimana a partire da prima del concepimento, durante i nove mesi di gestazione e fino a due anni dopo il parto. Per farlo è stata utilizzata la risonanza magnetica MRI, una tecnica non invasiva che consente di osservare nel dettaglio la struttura e la funzione del cervello. Questa metodologia ha permesso di mappare i cambiamenti nella materia grigia e bianca e di documentare in tempo reale come il cervello si adatti alle fluttuazioni ormonali e ai cambiamenti fisici che la gravidanza comporta.
L’impatto a lungo termine della gravidanza
La capacità del cervello di adattarsi e cambiare, hanno sottolineato gli autori dello studio, è particolarmente evidente durante periodi di grande cambiamento biologico suggerendo che il cervello femminile è estremamente dinamico durante la gravidanza. Sul fronte scientifico, come spiega la coordinatrice dello studio, si tratta per ora di un primo passo in questo campo di ricerca e saranno necessari nuovi studi per capire l’impatto a lungo termine che la gravidanza può avere sul cervello.
I risultati dello studio offrono la possibilità di individuare nuovi strumenti per diagnosticare e trattare in modo tempestivo la depressione post-partum, che colpisce una donna su cinque, migliorando la qualità di vita di milioni di donne. E ancora si possono aprire nuovi fronti sull’invecchiamento cerebrale o su disturbi come l’emicrania. Un significativo passo avanti nella comprensione della neuroplasticità del cervello, ovvero la sua capacità di adattarsi e cambiare.
Silvia Bolognini