Uno studio ha approfondito le modifiche all’organismo sviluppate da questi animali, che hanno i tassi di zucchero nel sangue più alti in natura
Se un altro mammifero avesse livelli di zucchero nel sangue pari a quelli dei pipistrelli, morirebbe o quantomeno andrebbe subito in coma. Un mistero della natura, legato alle modifiche all’organismo di questi animali intervenute nel corso dell’evoluzione, a cui uno studio dello statunitense Stowers Institute of Medical Research, pubblicato sulla rivista “Nature Ecology and Evolution”, è arrivato a individuare alcune possibili possibili spiegazioni.
Un risultato che potrebbe costituire un importante punto di partenza per arrivare a trovare nuove risposte a una malattia, il diabete, che continua a crescere in tutto il mondo. In Italia, per esempio, sono quasi 4 milioni, secondo l’ultima relazione al Parlamento, coloro che sono affetti dal diabete di tipo 2 (quello causato dalla progressiva perdita di secrezione di insulina da parte del pancreas, che rappresenta il 90% dei casi), più altri 1,5 milioni a cui non sarebbe stato ancora diagnosticato.
La risposta dei pipistrelli al cambiamento della dieta
In natura, i livelli di zucchero nel sangue dei pipistrelli sono i più elevati in assoluto. Come spiegano le co-autrici dello studio, Jasmin Camacho e Andrea Bernal-Rivera, rispetto a 30 milioni di anni fa, quando si nutrivano solo di insetti, la loro dieta si è via via evoluta, comprendendo frutta e nettare, fino a carne e sangue. Di fronte al conseguente aumento degli zuccheri nel sangue, questi mammiferi hanno quindi saputo sviluppare strategie per sopravvivere e prosperare.
Nel lavoro condotto per anni nelle giungle di America Centro-Meridionale e Caraibi, il team di ricercatori ha misurato la concentrazione di zucchero nel sangue di quasi 200 pipistrelli di 29 specie diverse catturati in natura, testando la loro tolleranza al glucosio e osservando la specializzazione, a seconda delle diverse diete, dei vari modi in cui avviene il processo di assimilazione, assorbimento, immagazzinamento e utilizzo dello zucchero da parte del loro organismo.
Zucchero nel sangue: il segreto dei pipistrelli
In particolare, in diverse specie di pipistrelli dal naso a foglia sono stati riscontrati vari adattamenti dell’omeostasi del glucosio, ovvero del meccanismo che, regolato in generale dall’insulina, consente di mantenere i livelli del sangue entro un intervallo che non provochi conseguenze. Sono emersi cioè, per esempio, cambiamenti dell’anatomia intestinale, ma anche alterazioni genetiche nelle proteine che trasportano lo zucchero dal sangue alle cellule.
“I pipistrelli della frutta – spiega Camacho – hanno perfezionato il loro percorso di segnalazione dell’insulina per abbassare la glicemia e quelli del nettare possono tollerare alti livelli di glicemia, avendo sviluppato un meccanismo diverso, che non sembra dipendere dall’insulina”. Nei pipistrelli con diete ricche di zucchero sono state trovate porzioni più lunghe dell’intestino, cellule intestinali con superfici maggiori per assorbire i nutrienti dal cibo e anche l’espressione continua di un gene responsabile del trasporto dello zucchero.
Le prospettive per l’uomo
Tra gli obiettivi c’è ora l’approfondimento dello studio delle strategie metaboliche alternative per la regolazione del glucosio adottate da alcuni pipistrelli, per capire il modo preciso in cui il loro organismo gestisce lo zucchero. Si spera poi di riuscire a estendere ad altri mammiferi, uomo compreso, l’approfondimento della comprensione del processo di omeostasi del glucosio, per approfondire la conoscenza di malattie umane come il diabete e aprire così a nuove strategie di protezione e cura dalle malattie metaboliche.
Secondo la più recente relazione sul diabete trasmessa al Parlamento, basati sui dati Istat relativi al 2021, la prevalenza del diabete in Italia è pari al 6,3% (6,6% tra gli uomini e 6,1% tra le donne), con un trend in progressivo aumento negli ultimi anni. Il dato sale al 21% tra gli over 65, mentre, a livello territoriale, la forbice varia dal 5,4% del Nord-Est al 7,9% del Sud. Nella regione europea dell’Oms, sempre nel 2021, sono quasi 62 milioni le persone che convivono col diabete, che ha causato in quell’anno oltre 1,1 milioni di decessi.
Alberto Minazzi