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Dengue: anche in America infezioni record

Dengue: anche in America infezioni record

La Sanità Usa lancia l’allarme Dengue: oltre 9,7 milioni di casi

Negli ultimi sei mesi, negli Stati Uniti il numero di coloro che hanno contratto la Dengue è raddoppiato rispetto al 2023, superando il numero massimo storicamente segnalato nel corso di un anno.
L’aggiornamento epidemiologico della Pan American Healt Organization (PAHO) si accompagna così a un avviso rivolto ai medici, affinché ci sia un’adeguata preparazione ad affrontare la situazione.
Sono più di 9,7 milioni i casi registrati da gennaio a giugno.
Nell’intero 2023 sono stati 4,6 milioni.

I funzionari Usa: attenzione anche alle zanzare locali

Finora i funzionari sanitari Usa non ravvisano che si possa parlare di epidemia, perché nella maggior parte dei casi la Dengue è stata diagnosticata a viaggiatori di ritorno da altri Paesi ma allertano: anche le zanzare locali potrebbero rappresentare una minaccia.

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Soprattutto nei 50 Stati in cui si è verificato il record dei contagi.
Da parte sua l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) rileva che nel resto del mondo nei primi mesi di quest’anno sono stati registrati 7,9 milioni di casi e 4 mila decessi.
Americhe, Brasile e Perù sono i Paesi più a rischio. Porto Rico ha già dichiarato lo stato di emergenza sanitaria a marzo.

La situazione in Italia

L’epidemia di Dengue che fin dall’inizio dell’anno ha colpito il Sudamerica, a partire da Brasile e Argentina, ha fatto scattare già a febbraio la massima allerta anche in Italia per evitare il rischio di importazione del virus.

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Il primo atto di indirizzo era arrivato con una nota inviata agli uffici di Sanità marittima, aerea e di frontiera dal direttore generale del Ministero della Salute che invitava a innalzare il livello di allerta e vigilanza nei confronti dei vettori provenienti e delle merci importate dai Paesi in cui risultava “frequente e continuo il rischio di contrarre la malattia”.
A marzo, poi, alle regioni una circolare di allerta era arrivata a Regioni e Province autonome affinché si attivassero predisponendo tutte le misure previste dal Piano nazionale di prevenzione e sorveglianza in risposta alle arbovirosi.

Le zanzare vettore di Dengue e altre arbovirosi

La zanzara vettore dei contagi Dengue è la “tigre“, scientificamente chiamata “Aedes Albopticus”, che nel 2023 ha infettato 362 persone (con un decesso), in 280 casi però già all’estero.
Quest’anno casi importati si sono manifestati a Genova, Pesaro, Varese, Brescia e Venezia.
Oltre alla zanzara italiana tigre, sotto osservazione, negli aeroporti e nei porti, è anche un altro tipo di zanzara, non ancora presente in Italia ma potenzialmente più pericolosa: la “Aedes Aegypti”, in grado di trasmettere non solo la Dengue ma anche la febbre gialla e Chikungunya.

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Dengue: cosa fare per prevenirla

La prevenzione resta dunque la prima difesa.
Il Ministero della Salute ricorda che “la prevenzione della Dengue a livello individuale consiste principalmente nell’adozione di misure di protezione personale”, da seguire “tenendo presenti le abitudini “diurne” delle zanzare”.
Tra queste, indossare indumenti lunghi e chiari, usare repellenti per gli insetti e soggiornare se possibile in luoghi con zanzariere e aria condizionata, “soprattutto al mattino presto e nel tardo pomeriggio”.

Vaccinarsi se si deve andare nei Paesi a rischio

Esistono anche due vaccini autorizzati, uno dei quali “commercializzato in Italia, con possibilità di utilizzo nell’ambito della medicina dei viaggi” e “in grado di stimolare una efficace risposta immunitaria nei confronti dei quattro sierotipi del virus”. Viene somministrato in due dosi a distanza di 3 mesi, mediante iniezione sottocutanea, a soggetti di età pari o superiore a 4 anni, indipendentemente da una pregressa esposizione al virus. Fondamentale, infine, la disinfestazione.

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