L’esperto del CERT: “Ma le stenelle preferiscono il pesce azzurro”
Una madre al seguito del figlio indisciplinato?
Oppure una famigliola dal fine palato che si è fatta prendere la gola da orate e seppie, che nella laguna di Venezia, di questi tempi, abbandono?
Chi sa qual è la storia delle due stenelle che ieri mattina (22 marzo ndr) si sono allontanate dal loro branco, in alto mare, per avventurarsi nelle acque del Bacino di San Marco.
Accompagnate in mare aperto dagli esperti del CERT
Ci sono volute due ore e mezzo per accompagnarle alla bocca di porto del Lido, per far ritrovare loro la strada verso il proprio habitat naturale.
Ma il loro destino è ancora monitorato a distanza dal CERT, il gruppo operativo per la gestione delle emergenze dei cetacei in difficoltà dell’Università di Padova coordinato da Sandro Mazzariol, intervenuto per aiutarle. (Il numero gratuito per le segnalazioni è il 1530).
“Grazie ai cittadini, che hanno segnalato la loro presenza nelle acque di Venezia e che durante il nostro intervento hanno continuato a collaborare indicando eventuali avvistamenti e grazie anche alle numerose forze dell’ordine e al Comune di Venezia, che ha messo in campo ogni mezzo per favorire il nostro lavoro -dicono gli esperti del CERT – siamo riusciti ad accompagnarle in mare aperto. Erano madre e figlio e soprattutto due stenelle, una specie che, a differenza del tursiope, raramente lascia gli alti fondali. Erano chiaramente stressate e in difficoltà ma non si sono rilevati segni di impatto magari con delle reti né difficoltà respiratorie”.
Monitoraggio costante
Insomma, per le due stenelle buongustaie riaccompagnate in mare aperto tutto dovrebbe essersi risolto nel migliore dei modi. “Erano disorientate ma, una volta trovatesi davanti all’ampio orizzonte della bocca di porto del Lido -racconta Guido Pietrolongo, del team del CERT – è risultato evidente che gli animali hanno preso il largo senza problemi ”.
Ora sarà compito degli uomini della Guardia Costiera e della Finanza operativi in mare monitorare la situazione ed eventualmente segnalare eventuali nuove disavventure per i due delfini che hanno catalizzato l’attenzione dei veneziani e dei navigatori della rete, facendo diventare virale il video girato in Canal Grande.
🔴 #Venezia: avvistata una coppia di delfini in Canal Grande. Un evento raro che sta facendo il giro del web.#GiornataMondialeDellAcqua pic.twitter.com/em3DIsj8ol
— Metropolitano.it (@MetropolitanoIT) March 22, 2021
Delfini in Adriatico
Non è la prima volta che i delfini si avventurano nella laguna di Venezia.
Il tursiope, abitante regolare dell’Adriatico, è stato avvistato anche in passato.
E’ curioso, migra alla ricerca di cibo e vive anche nei bassi fondali.
Le stenelle, invece, sono più rare, anche se alcune segnalazioni, negli ultimi anni, le hanno registrate anche nel porto di Lussinpiccolo.
Predatori astuti e buongustai
Tutti i delfini, di cui esistono ben 40 specie raggruppate in 17 generi, sono dei predatori carnivori in grado di cacciare mettendo in atto pratiche diverse.
Normalmente, captano la presenza delle prede grazie alle onde sonore che riescono ad emettere e che consentono loro anche di localizzarle.
Cosa mangiano i delfini? Crostacei e calamari, pesci, polpi e moscardini. Ma anche aringhe, sardine, sgombri e alcuni tipi di granchi.
Le seppie, per alcuni delfini cibo prelibato
Non tutti i delfini amano i molluschi. Ma le seppie, secondo una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica PloS On da un gruppo di studiosi australiani, sono un cibo prelibato per alcuni di loro, che hanno una propria “ricetta”per renderle più morbide e appetitose. Secondo quanto emerso dal monitoraggio di un Tursiops aduncus femmina nel Golfo di Spencer, il delfino spinge la preda seppia verso fondali sabbiosi, la uccide con “un colpo secco del naso spezzandole l’osso”, lo estrae , fa uscire l’inchiostro dalla seppia e la sbatte più volte per ammorbidirla. Sono o non sono degli ottimi gourmet?
Consuelo Terrin