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Decreto legge: ecco le norme che ci accompagneranno fino al 5 marzo

Decreto legge: ecco le norme che ci accompagneranno fino al 5 marzo
Palazzo Chigi

Il nuovo Decreto Legge è stato approvato. Il Consiglio dei Ministri ha prolungato lo stato di emergenza per il coronavirus fino al 30 aprile, definendo a priori le norme cui ci si dovrà attenere fino al 5 marzo e introducendo delle piccole novità.

Tra queste, l’istituzione, accanto alle note fasce gialla, arancione e rossa, di una quarta area, “bianca”, per i territori con scenari di rischio epidemiologico più basso.

La meta che dovrà cercare di raggiungere al più presto possibile ogni regione.

Restano nel frattempo in vigore le già conosciute limitazioni agli spostamenti tra regioni fino al 15 febbraio, con qualche possibilità in più all’interno dei territori regionali fino al 5 marzo. Sono questi i principali contenuti del nuovo decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri nella riunione del 13 gennaio.

I divieti di spostamento

Il blocco agli spostamenti si articola su due piani. La disposizione più stringente, valida per il prossimo mese (e cioè fino al 15 febbraio), conferma il divieto già in vigore di ogni spostamento tra Regioni o Province autonome diverse, tranne i soliti casi espressamente previsti. Ovvero gli spostamenti motivati “da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute”. Resta comunque garantito il diritto al rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione.

Da sabato 16 gennaio a venerdì 5 marzo 2021, il decreto legge specifica poi le possibilità di spostamenti all’interno del proprio comune o della propria regione.
In questo caso, c’è una differenza a seconda della classificazione in area gialla, oppure arancione o rossa, relativamente alla possibilità di spostarsi verso altre abitazioni private tra le 5 e le 22.
Nel primo caso (fascia gialla) ci si può muovere all’interno della propria regione.
Se questa invece ha un livello di rischio più elevato (area arancione)  gli spostamenti sono consentiti solo all’interno del comune di appartenenza. Lo stesso vale per le zone rosse.

Riconosciute, anche in questo caso, le deroghe per i piccoli comuni (fino a  5000 abitanti).
In questi, sono comunque consentiti gli spostamenti “per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia”.

Le visite a parenti e amici

In tutti i casi, si può andare a far visita a parenti e amici rispettando alcune prescrizioni.
La prima è legata all’orario, perché lo spostamento è possibile solo tra le 5 e le 22.
La seconda al numero di persone che si spostano. Il limite è di duepersone ulteriori a quelle già conviventi nell’abitazione di destinazione”. Resta ferma la possibilità di portare con sé i figli minori di 14 anni, altri bambini e ragazzi in questa fascia d’età su cui si eserciti la potestà genitoriale e persone non autosufficienti con cui si convive.

Le aree bianche

La novità, ventilata nei giorni scorsi, dell’istituzione di un’ulteriore fascia di rischio, di colore bianco, è stata confermata dal decreto legge. L’assegnazione a questa tipologia sarà riservata alle regioni che rispettino alcuni parametri. Nello specifico, si tratta di “uno scenario di “tipo 1”, un livello di rischio “basso” e una incidenza dei contagi, per tre settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti”.

La conseguenza dell’assegnazione a questa area riguarda l’esclusione dall’applicazione delle misure restrittive previste dai DPCM. Quello attualmente in vigore scade domani, venerdì 15 gennaio, ma già per questa mattina(14 gennaio nrd)  è previsto l’incontro Stato-Regioni per la definizione delle nuove norme, che si aggiungeranno a quelle del nuovo decreto-legge. Nelle aree bianche, le attività si svolgeranno secondo specifici protocolli. Anche se il decreto-legge prevede anche la possibilità di adottare, sempre con un DPCM, “specifiche misure restrittive in relazione a determinate attività particolarmente rilevanti dal punto di vista epidemiologico”.

Lo stato d’emergenza

La possibilità di emettere nuovi DPCM, con tutte le relative misure (ad esempio sulle aperture degli esercizi commerciali, di bar e ristoranti, sulle possibilità di uscire di casa e così via) si lega allo stato di emergenza. Che il Consiglio dei ministri ha adesso ufficialmente prorogato fino al 30 aprile 2021 sulla base della nota del ministro della Salute e del parere del Comitato tecnico scientifico.

Lo stato di emergenza, lo ricordiamo, è conseguenza della dichiarazione di “emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale”, legata alla pandemia da Covid-19, dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Il decreto-legge, quindi, sposta ulteriormente in avanti “il termine entro il quale potranno essere adottate o reiterate le misure finalizzate alla prevenzione del contagio ai sensi dei decreti-legge n. 19 e 33 del 2020”.

Le altre misure del decreto

Il decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri istituisce inoltre una piattaforma informativa nazionale per agevolare l’attuazione del piano vaccinale. Questa piattaforma, qualora le regioni ne facessero richiesta, potrà contribuire all’esecuzione delle operazioni di prenotazione delle vaccinazioni, di registrazione delle somministrazioni dei vaccini e di certificazione delle stesse, nonché le operazioni di trasmissione dei dati al Ministero della salute.

Un’ultima disposizione è relativa alle elezioni già previste per il 2021.
Si tratta di quelle suppletive per i seggi della Camera e del Senato della Repubblica.
Per quelli dichiarati vacanti entro il 28 febbraio, le elezioni si svolgeranno entro il 20 maggio 2021.
Per i Comuni in cui la tornata elettorale era già stata indetta per il 22 e 23 novembre 2020 il rinvio prevede lo svolgimento entro il 20 maggio. In questo caso, fino al rinnovo degli organi dell’ente, è prorogata la durata della gestione della commissione straordinaria. E anche i permessi di soggiorno in scadenza entro il 30 aprile 2021 sono prorogati alla medesima data.

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