Approvato dal Consiglio dei Ministri il pacchetto da 9,1 miliardi che proroga alcune misure e introduce novità anche in proiezione 2023
L’intero “tesoretto” da 9,1 miliardi, proveniente dall’extragettito fiscale e certificato dalla Nadef, è stato utilizzato dal Governo per il nuovo decreto legge (chiamato “Energia” nel comunicato di Palazzo Chigi, ma già ribattezzato “Aiuti quater”) di sostegno a famiglie e imprese.
L’autorizzazione allo stanziamento ricevuta dal Parlamento è stata ufficialmente sfruttata, dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, per introdurre “misure urgenti in materia di energia elettrica, gas naturale e carburanti”, che prorogano sostanzialmente quanto messo in campo dal Governo Draghi.
Ma il primo provvedimento economico dell’Esecutivo Meloni si spinge oltre, con misure che produrranno i loro effetti a partire dal prossimo anno.
Nel testo, infatti, è stata aggiornata anche la soglia di contante valida dal 1° gennaio e si sono introdotte importanti modifiche al Superbonus edilizio.
I sostegni contro il caro energia
Tra le principali misure introdotte per aiutare le famiglie a fronteggiare i rincari dei costi c’è l’innalzamento da 600 a 3 mila euro della soglia dei fringe benefit esentasse che le imprese possono concedere ai lavoratori come rimborso delle utenze di acqua, luce e gas.
In sostanza, i dipendenti potrebbero ricevere in busta paga, qualora le aziende volessero accordarli, dei premi “speciali”.
Con uno stanziamento di 1,3 miliardi è stato inoltre prorogato dal 19 novembre al 31 dicembre lo sconto fiscale sulle accise di benzina e diesel (taglio di 30,5 centesimi al litro, iva inclusa) e sul gpl (per complessivi 10 centesimi al kg).
Sul fronte delle imprese, 3,4 miliardi sono stati destinati alla proroga fino al 31 dicembre del contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta, per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale. La misura è valida anche per bar, ristoranti ed esercizi commerciali.
Per i crediti d’imposta sono state confermate le aliquote potenziate al 40% per le imprese energivore e gasivore e al 30% per quelle piccole che usano energia con potenza a partire dai 4,5 kilowatt.
Inoltre, sfruttando l’aumento da 2 a 5 miliardi dell’apposito fondo del Mef, è stata offerta alle imprese che non abbiano approvato la distribuzione di dividendi o il riacquisto di azioni la possibilità di chiedere una rateizzazione fino a 36 rate del pagamento degli importi dovuti per i consumi effettuati dal 1° ottobre 2022 al 31 marzo 2023 e fatturati entro il 30 settembre 2023.
Trivelle e approvvigionamenti energetici
Legate al tema energetico sono anche altre tre misure contenute nel decreto.
La prima prevede che, “al fine di incrementare la produzione nazionale di gas naturale”, si possano aumentare le quantità estratte “da coltivazioni esistenti in zone di mare”. Inoltre, è autorizzato il rilascio di nuove concessioni tra le 9 e le 12 miglia.
In secondo luogo, è stato prorogato dal 31 dicembre al 31 marzo 2023 il termine entro il quale il Gestore dei servizi energetici potrà cedere a prezzi calmierati il gas naturale. L’allargamento dei termini per l’acquisto, lo stoccaggio e la rivendita contribuirà a garantire la sicurezza degli approvvigionamenti.
Un’ulteriore proroga è stata prevista in tal senso fino al 15 aprile per il rimborso allo stato del prestito per compensare gli acquisti fino a 4 miliardi.
È stato infatti previsto un finanziamento a copertura delle spese sostenute dal Gse.
Tetto al contante e Superbonus
L’annunciato innalzamento della soglia massima per il pagamento in contanti valida a partire dal 1° gennaio 2023 ha portato tale tetto dagli attuali 2 mila euro a 5 mila.
Viene così meno la riduzione, precedentemente prevista, della soglia a mille euro.
Un po’ a sorpresa, è entrata nel decreto anche la revisione del Supebonus edilizio.
Pur non prevedendo misure relative al tema dei crediti incagliati, il Governo ha previsto che il credito d’imposta pari al 110% dell’importo speso si applichi, fino al 31 marzo 2023, solo “per le villette unifamiliari che abbiano completato il 30% dei lavori entro il 30 settembre 2022”.
La rimodulazione al 90% dell’aliquota viene invece anticipata per le spese sostenute dai condomini nel 2023. È stata però introdotta la possibilità, anche per il prossimo anno, di accedere al beneficio anche per i proprietari di singole abitazioni. In questo caso, sono previste due condizioni: deve trattarsi di prima casa e i proprietari non devono superare i 15 mila euro di reddito annuo, innalzabili in base al quoziente familiare.
Altre misure
Nel decreto sono inserite altre misure.
La prima riguarda gli esercenti, ai quali è concesso un credito di imposta per gli adempimenti legati alla trasmissione della fattura telematica all’Agenzia delle Entrate.
Lo stanziamento complessivo di 80 milioni di euro coprirà il 100% della spesa sostenuta e fino a 50 euro per ogni registratore telematico acquistato.
Un’altra misura è invece diretta al settore dello spettacolo, visto che i proprietari degli immobili che gestiscono anche l’attività in teatri, cinema e sale per concerti non dovranno pagare la seconda rata di Imu.
Infine, si introduce la previsione, a regime, dell’esenzione dall’imposta di bollo per le domande presentate per la richiesta di contributi, aiuti o sovvenzioni da chi è stato colpito da un evento calamitoso.
Alberto Minazzi