Approvato dal Consiglio dei Ministri il provvedimento che punta sulla prevenzione e introduce novità sul sistema sanzionatorio
È già stato ribattezzato “decreto Caivano”, perché la spinta per l’accelerazione è arrivata dagli ultimi fatti di cronaca nera giunti dalla difficile realtà napoletana. E, non a caso, una parte del testo introduce norme per il risanamento e la riqualificazione del territorio del comune campano, attraverso cui favorire lo sviluppo economico e sociale dell’area.
Ma il titolo ufficiale del decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri sottolinea che l’intervento del Governo si è spinto molto più in là.
Il testo uscito da Palazzo Chigi contiene infatti “Misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile”, con numerose e importanti novità sostanziali.
Dal daspo urbano alla custodia cautelare, l’estensione o la modifica delle soglie di applicazione di una serie di misure legate a reati gravi mirano dunque a dare il via a una reale inversione di tendenza. “Non sono solo norme repressive – ha sottolineato in conferenza stampa il premier, Giorgia Meloni – sono norme di prevenzione. Si è fatto scudo dell’uso di minori sempre più giovani e noi dobbiamo porre un freno”.
Le misure del decreto Caivano: il daspo urbano
In concreto, il decreto legge estende così l’applicabilità del cosiddetto “daspo urbano” (il divieto di accesso a particolari aree della città) ai maggiori di 14 anni e si ampliano, oltre alla platea dei soggetti nei cui può essere disposto dal questore il divieto, anche i casi nei quali possono essere disposte altre misure accessorie, come il divieto di allontanarsi dal comune. La durata massima della misura aumenta fino a un minimo di 1 anno e un massimo di 3 anni, così come si inaspriscono le pene massime per chi infrange il divieto, ora di 3 anni di reclusione e 24 mila euro di multa.
Il nuovo “Daspo Willy”
Ancora, il divieto di accesso e di avvicinamento ai locali pubblici e ai pubblici esercizi, è esteso anche a chi detenga sostanze stupefacenti ai fini dello spaccio e varrà anche per scuole, università ed aree limitrofe. Quanto al divieto di accesso a pubblici esercizi e locali di pubblico trattenimento (il cosiddetto “daspo Willy” contro la movida violenta) può essere applicato ai soggetti denunciati, oltre che per i reati contro la persona e il patrimonio, anche per il reato di porto di arma impropria, quello di violenza o minaccia a un pubblico ufficiale e il reato di resistenza a un pubblico ufficiale.
Il contrasto dei reati commessi dai minori e la custodia cautelare
Tra i principali interventi del decreto, quello sul processo penale a carico di imputati minorenni.
In tal senso, si riduce da 5 a 3 anni la pena massima dei reati non colposi per i quali si consente l’arresto del minorenne colto in flagranza.
E, per le misure diverse dalla custodia cautelare, la soglia di applicabilità ai maggiori di 14 anni scende da 5 anni a 4, così come si abbassa da 9 anni a 6 anni la pena massima richiesta per procedere con il fermo, l’arresto in flagranza e la custodia cautelare dei maggiori di 14 anni per delitti non colposi.
Sempre riguardo a fermo, arresto e custodia cautelare nei confronti del minore over 14 anni, possono essere disposti anche per altre ipotesi, come il furto aggravato, i reati in materia di porto di armi od oggetti atti ad offendere, la violenza, la minaccia o la resistenza a un pubblico ufficiale, la produzione e spaccio di stupefacenti.
Si reintroduce anche la possibilità di applicare la custodia cautelare al soggetto minorenne se lo stesso, in veste di imputato, si è dato alla fuga o sussiste concreto e attuale pericolo che si dia alla fuga.
Nel decreto, invece, non c’ nessun abbassamento da 14 a 12 anni dell’età per l’imputabilità dei minorenni.
La prevenzione della violenza giovanile e i dispositivi informatici
Il decreto prevede quindi una serie di misure per contrastare il fenomeno della violenza giovanile, comprese le “baby gang”. In tal senso, viene modificata la disciplina della misura di prevenzione personale dell’avviso orale, reso applicabile anche ai minorenni a partire dai 14 anni, con anche estensione della sanzione penale per le violazioni delle prescrizioni.
Si prevede inoltre che il questore possa proporre all’Autorità giudiziaria di vietare, a soggetti di età superiore ai 14 anni, di possedere o utilizzare cellulari e altri dispositivi quando siano stati utilizzati per la realizzazione o la divulgazione delle condotte che hanno determinato l’avviso orale.
In altro senso, per la tutela dei minori che utilizzano dispositivi informatici, viene previsto l’obbligo per i fornitori dei servizi di assicurare la disponibilità gratuita delle applicazioni di controllo parentale nell’ambito dei contratti di fornitura.
A regime, si prevede poi l’obbligo per i produttori di dispositivi di telefonia mobile e simili di assicurare l’installazione di default di tali applicazioni nei nuovi dispositivi immessi sul mercato. E si introducono norme per favorire l’alfabetizzazione digitale e mediatica a tutela dei minori, anche con campagne informative.
Pena di reclusione per i genitori e perdita assegno di inclusione
Tra le forme di prevenzione, il Governo punta molto sull’educazione.
Per questo, il decreto rafforza i meccanismi di controllo e verifica dell’adempimento dell’obbligo scolastico, introducendo anche una nuova fattispecie di reato per i casi di elusione.
Nei casi in cui il minore non sia mai stato iscritto a scuola nonostante l’ammonimento, sarà applicata una nuova pena fino a 2 anni di reclusione nei confronti dei genitori.
Nel caso di abbandono scolastico, la pena prevista arriva invece fino a 1 anno. Prevista anche una sanzione aggiuntiva per i soggetti che violano l’obbligo: la perdita del diritto di percepire l’assegno di inclusione.
L’incentivazione per i docenti nelle scuole disagiate
In questo ambito, viene inoltre rafforzata l’offerta educativa nelle scuole del meridione caratterizzate da alta dispersione scolastica, attraverso il potenziamento dell’organico dei docenti.
A tal fine, viene incrementato di 6 milioni di euro il Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, per incentivare la presenza dei docenti nelle zone più disagiate, attraverso misure incentivanti come l’attribuzione di una quota pari al 50% dell’incremento del Fondo, l’attribuzione di un punteggio aggiuntivo di 10 punti a conclusione del triennio effettivamente svolto e ulteriori 2 punti per ogni anno di permanenza dopo il triennio.
Le altre misure del Decreto Caivano
Le norme del decreto affrontano anche una serie di altri temi.
Come ha precisato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, per esempio è previsto “un aumento della sanzione per lo spaccio di lieve entità, con l’arresto in flagranza del minore”.
Ancora, si introduce una figura di ammonimento analogo a quello previsto in materia cyber-bullismo, al fine di intercettare alcune condotte illecite realizzate fisicamente da minorenni nei confronti di altri minori. E una nuova tipologia di ammonimento per i minori tra 12 e 14 anni che commettono delitti per i quali è prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a 5 anni.
Nel caso di reati con pena pecuniaria o detentiva non superiore a 5 anni il reato del minore potrà essere poi estinto in caso di esito positivo del percorso di reinserimento e rieducazione; si aumenta di un anno la durata massima del divieto di rientro nei comuni dai quali si è stati allontanati e si inasprisce la sanzione, che diviene penale, nei casi di violazione del provvedimento di allontanamento;
si potenzia la facoltà di arresto in flagranza per il reato di “porto d’armi od oggetti atti ad offendere” e si inaspriscono, fino a raddoppiarle, le sanzioni relative a tale reato.
Il risanamento di Caivano
Quanto al caso specifico di Caivano, il decreto prevede la nomina di un commissario straordinario, chiamato ad adottare, entro 15 giorni dal decreto di nomina del presidente del Consiglio, un piano straordinario d’interventi infrastrutturali e di riqualificazione del territorio comunale.
Tra i lavori prioritari, il ripristino del centro sportivo ex Delphinia per una riapertura entro il 2024.
Il commissario è già stato individuato nel dirigente medico della Polizia di Stato, Fabio Ciciliano. Intanto, il Comune di Caivano è stato autorizzato ad assumere 15 nuovi membri del corpo di Polizia Locale.
“Il lavoro – ha commentato Meloni – durerà qualche anno, con una presenza cadenzata del Governo. Ho detto ai ministri che ognuno di loro deve andare per portare i propri mattoni. Inviamo un commissario che possa parlare con tutti gli attori e insieme facciano un lavoro che durerà molto tempo”. “Abbiamo stanziato i primi 30 milioni di euro – ha concluso la presidente del Consiglio – ma non pensate che il Governo li consideri sufficienti: verranno stanziate tutte le risorse che servono per vincere questa sfida”.
Alberto Minazzi