Successo in Italia per il primo volo sperimentale, i primi test a Milano
Permettendoci un gioco di parole potremmo dire che sta decollando l’era dei droni.
Perchè il futuro dei trasporti è sempre più direzionato all’utilizzo di questi aeromobili a pilotaggio remoto. Velivoli radiocomandati utilizzati in sempre più ambiti professionali e che sempre più vedremo volare sullo sky line delle nostre città. Ora anche per il trasporto di campioni di sangue per le analisi.
E’ successo a Milano dove Cerba Health Care, realtà italiana impegnata nella diagnostica ambulatoriale e analisi cliniche con 400 sedi sul territorio nazionale, ha realizzato con successo il primo volo sperimentale per trasportare questo materiale.
I primi test sperimentali di mobilità aerea avanzata nella sanità
I test hanno interessato varie sedi della struttura sanitaria nell’area della Città Metropolitana, in particolare i centri prelievo Cerba Health Care Italia di Opera e di Rozzano. Ormai da tempo è allo studio l’utilizzo dei droni per il trasporto più rapido e semplice della merce. In questo caso è stato dimostrato con successo che possono essere impiegati anche in ambito sanitario per esempio. Le verifiche eseguite all’arrivo hanno certificato l’integrità biologica dei campioni.
I droni preziosi alleati per assistere i pazienti ottimizzando i tempi
E’ stata la società Nimbus a progettare e costruire il drone e il sistema di contenimento dei campioni con la supervisione di D-Flight, la società del Gruppo ENAV che eroga i servizi per la gestione del traffico dei droni e di ENAC, l’Ente Nazionale Aviazione Civile. Il mezzo, un esarotore con paracadute balistico, doppio canale di comunicazione e sistema di terminazione del volo verificato, si è alzato in volo e ha terminato l’operazione senza intoppi. I campioni di sangue da analizzare hanno viaggiato in un box appositamente progettato e certificato con numerosi test di caduta. Il tutto per un peso complessivo di crica 25 kg, velivolo compreso, guidato da un pilota in remoto adottando tutte le misure di sicurezza. Il volo è stato compito in modalità BVLOS, vale a dire senza contatto visivo del pilota con il drone rendendo l’esperimento quanto più vicino possibile alle reali condizioni che caratterizzeranno questa futura modalità di trasporto.
La strada dell’innovazione è aperta
Dai servizi di emergenza ai taxi volanti e ora anche la sanità, oramai le sperimentazioni stanno confermando che il futuro dei trasporti è proprio nei droni.
«Siamo entusiasti dell’esito positivo dei test effettuati – dichiara Michele De Chirico, Chief Operation Officer di Cerba Health Care Italia -. Il trasporto di materiali che sono classificati tra quelli “pericolosi – dangerous goods” dimostra la possibilità di avvicinare il paziente a un servizio tempestivo e capillare. L’aspetto davvero innovativo del progetto è la possibilità di unire un Servizio Sanitario di Prossimità facilmente raggiungibile dal paziente alla qualità clinica garantita dall’esecuzione delle analisi presso un grande piattaforma di laboratorio».
Si tratta di una sperimentazione che sicuramente spinge a proseguire sulla strada dell’innovazione considerato che in questo modo c’è la possibilità di assistere i pazienti anche nelle località più difficilmente raggiungibili con i mezzi tradizionali e non solo. Grazie ai droni impiegati nella sanità sarà possibile accorciare i tempi tra l’esecuzione del prelievo e l’esito delle analisi.
Come funzionano i droni?
Alcuni tipi di droni sono controllati tramite un’app sul tablet, smatphone o computer; altri da un telecomando simile a quello progettato per una console per i videogiochi. Prima di perdere il segnale del controller, i sistemi professionali possono raggiungere anche i due km di distanza che diminuisce in base alla qualità dell’apparecchio.
Lo stesso discorso vale per l’autonomia. I droni di fascia medio bassa possono volare per 15 – 20 minuti, mentre un drone professionale può arrivare anche a 1 ora. Possono essere pilotati con radiocomando quindi guidati in tempo reale da un pilota o non pilotati. In questo caso svolgono in modo autonomo il proprio compito previa programmazione del “computer di bordo” o con un controllo remoto via software.
Silvia Bolognini