Uno studio australiano ipotizza l’efficacia dell’impianto di cellule olfattive per riparare il tessuto spinale nei paraplegici
Si calcola che mediamente ogni 15 anni il nostro corpo rinnovi completamente le cellule che lo compongono.
Un processo di rigenerazione che ha tempi diversi.
Guardando per esempio al sangue, i globuli rossi vivono fino a 4 mesi, quelli bianchi 2 settimane e le piastrine 1 settimana. È di circa 4 settimane, anche se rallenta con l’avanzare dell’età, la durata delle cellule della pelle.
Vi sono però alcune cellule che hanno una capacità rigenerativa brevissima: quelle olfattive, che il nostro organismo rinnova ogni giorno. Un gruppo di neuroscienziati della Griffith University del Queensland, in Australia, ha dunque pensato di sfruttare le proprietà di alcune di queste cellule in una prospettiva completamente nuova: per la riparazione del tessuto spinale danneggiato.
Un approccio rivoluzionario per il quale la ricerca preclinica su modelli animali ha dato ottimi risultati, aprendo così a una nuova speranza di cura per paraplegici e tetraplegici cronici che, in seguito a lesioni riportate alla spina dorsale, non riescono più a camminare, a muoversi o a svolgere regolarmente altre funzioni fisiche, per esempio intestinali o della vescica.
“Nonostante decenni di ricerca a livello mondiale per trovare un trattamento per le lesioni del midollo spinale, non esiste ancora un trattamento clinicamente disponibile”, sottolinea sul sito della Griffith University James St John, direttore del Clem Jones Centre for Neurobiology and Stem Cell Research. E la nuova terapia, oltre che efficace, si presenta come veloce e poco costosa.
Dal naso alla spina dorsale per riprendere a camminare
Gli scienziati hanno innanzitutto sviluppato un metodo attraverso il quale coltivare in cellule tridimensionali il tessuto prelevato dal naso.
Il secondo passaggio è stato quello di realizzare “ponti nervosi” trapiantabili, attraverso cui le cellule possono raggiungere il sito della lesione e intervenire quindi per la riparazione e la rigenerazione nervosa del tessuto spinale danneggiato, sviluppando nuove connessioni e permettendo così al paziente il graduale recupero delle funzionalità perdute.
Il meccanismo rigenerativo delle cellule di rivestimento olfattive, specializzate all’interno del nervo olfattivo, dove svolgono una funzione fondamentale nel sistema nervoso periferico, opera attraverso le cellule staminali che, dal naso, raggiungono il cervello, producendo una serie di fattori di crescita che supportano e guidano fisicamente le cellule nervose verso la loro nuova destinazione. Prima del trapianto, le cellule, raccolte nel naso del paziente, saranno purificate e preparate in ponti nervosi specializzati.
I test sull’uomo
Il primo studio clinico al mondo per il trattamento delle lesioni del midollo spinale parte dalle ricerche innovative di Alan Mackay-Sim, scomparso nel gennaio 2023, che aveva testato l’uso di queste cellule per il trattamento delle lesioni del midollo spinale umano già nel 2002.
A frenare il concreto utilizzo della tecnica, sperimentata con risultati incoraggianti anche in altre parti del mondo, sono stati fin qui le difficoltà tecniche nella preparazione e nel trapianto delle cellule spiegano i ricercatori australiani.
Grazie ai progressi ottenuti alla Griffith University, a 8 anni dall’avvio lo studio è arrivato ora alla “fase 1” sull’uomo: quella in cui si inizieranno a testare efficacia e sicurezza del trapianto di questi ponti nervosi di cellule olfattive. A essere sottoposti all’intervento chirurgico e alla successiva riabilitazione intensiva a lungo termine per un periodo massimo di un anno saranno inizialmente 30 volontari che hanno avuto la lesione da almeno 4 mesi, anche se lo studio inizierà con chi ha lesioni da almeno un anno.
Alberto Minazzi