Treviso, Padova e Venezia unite dal Parco Naturale del Fiume Sile
IL PARCO
Il Parco Naturale Regionale del fiume Sile si estende su una superficie di 4.152 ettari, compresa all’interno di 11 territori comunali distribuiti nelle province di Padova, Treviso e Venezia. L’area delle sorgenti si trova tra Casacorba di Vedelago (Treviso) e Torreselle di Piombino Dese (Padova) originando il più lungo fiume di risorgiva d’Europa: 70 km circa da Casacorba a Portegrandi di Quarto d’Altino (Venezia), la foce naturale nella Laguna di Venezia. Il fiume è sovente l’elemento unificatore e la vera chiave di lettura delle vicende storiche, economiche, artistiche, tecnologiche, delle vocazioni e dei condizionamenti dei territori che attraversa, dalle sorgenti fino al mare. Il Sile, presenta ambienti umidi di grande interesse, accanto a testimonianze di vita e del secolare lavoro dell’uomo. Storia e attualità uniscono e accomunano Treviso, Padova e Venezia per mezzo del fiume che le attraversa.
LE RISORGIVE
L’area delle risorgive, pur avendo subíto consistenti alterazioni nel corso del tempo, comprende al suo interno elementi naturali tipici quali: fontanili (“fontanassi”), laghetti e aree paludose, torbiere e una fitta rete di corsi d’acqua. Nella zona si sono rinvenuti reperti archeologici riferibili ad una frequentazione delle risorgive durante l’età del bronzo recente.Il Sile è sicuramente il principale simbolo della Marca; il suo corso ne attraversa il capoluogo, condizionandone I’urbanistica e caratterizzandone il panorama, e sulle sue rive è nata e si è sviluppata, la “cultura contadina” dell’intera provincia. Ecco perché può essere un piacevole itinerario andare a visitare quelle che sono ritenute le sue fonti: “i Fontanassi di Casacorba”.
LE VILLE VENEZIANE
Se il Sile è simbolo di Treviso non si può non citare quanto il fiume sia legato anche alla storia veneziana di cui ancora oggi si può trovare testimonianza lungo il percorso. Desidèri e necessità si fondevano nel richiamo di campagne, prati e colli, con il sopraggiungere dell’estate e dell’autunno. I ricchi veneziani, imbarcati su burchielli o sfarzose carrozze raggiungevano le Ville sparse in provincia. L’ambientazione di queste residenze si presentava ben diversa rispetto ai canali e alle calli dove la luce a stento arrivava: cespugli di bosso e di tasso, siepi di mortella, lunghi viali di carpini si perdevano tra macchie verdi e fiorite.
LO SQUERO E I CANTIERI NAVALI
Attivo negli anni ’30 a Casier vi era lo squero artigianale dei Vezzà. Qui gli squeraroli riparavano le barche che percorrevano il Sile. A memoria di quello che è stato restano come testimonianza le carcasse dei burci in quello che è il cosiddetto “cimitero dei burci”. Sempre presso la stessa località furono attivi, negli anni venti e con un imponente struttura produttiva, i Cantieri del Levante – Salpanavi, che arrivarono ad occupare oltre 200 persone. Qui si costruivano motonavi in ferro di notevole portata.
LA STRADA VERDE
Oggi si può percorrere l’itinerario del Parco Naturale del Fiume Sile per mezzo della sua “strada verde”. Un corridoio ecologico che attraversa tutto il Parco dalle sorgenti a Portegrandi, destinato alla mobilità lenta (ciclabile, pedonale e in barca). La strada verde non è solo un percorso alternativo alla viabilità stradale convenzionale, ma rappresenta la spina dorsale di un sistema a rete, che collega tutti i principali siti di interesse per il visitatore che vuole conoscere il territorio del Parco, scoprendo via via le sue particolarità. Il percorso comprende anche il tracciato delle antiche “Restere”, le strade arginali utilizzate dai buoi in funzione dell’attiraglio dei burci.
DI GIANFRANCO SPERANZA