Presentato dall’Istituto Poligrafico e Zecca di Stato un nuovo modello biodegradabile del documento, basato su un supporto in cui l’amido di mais sostituirà la plastica
“Sui monti di pietra può nascere un fiore”, cantava nel 1966 Gianni Morandi in “Non son degno di te”.
“Per fare tutto ci vuole un fiore”, gli faceva eco, 8 anni dopo, Sergio Endrigo in “Ci vuole un fiore”.
Chissà se, nel 2025, qualche altro cantante trarrà ispirazione dalla carta di identità biodegradabile che, dopo la scadenza, potrà essere smaltita impiantandola nella terra, dove si decomporrà in maniera del tutto sostenibile, permettendo oltretutto ai semi di lino contenuti al suo interno di dare vita, appunto, a un fiore.
Le caratteristiche della nuova carta d’identità biodegradabile
L’innovativa card “Bio-based” è stata presentata nei giorni scorsi alla fiera Intergraf di Milano dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, che l’hanno realizzata a coronamento di 2 anni di ricerca svolta in collaborazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, anche se non è stato ancora reso noto quando inizierà a essere concretamente utilizzata.
A garantire la rinnovabilità totale, contribuendo alla riduzione di utilizzo della plastica di origine fossile, come policarbonato e pvc, e alla promozione di un’economia circolare più responsabili, sono i materiali di cui è composta la tessera.
Il supporto utilizzato è infatti formato principalmente da acido polilattico, un polimero biodegradabile derivato da biomasse, come l’amido di mais. Per garantire le caratteristiche di resistenza all’usura e compatibilità con i processi produttivi esistenti, il materiale viene quindi trattato con processi fisico-chimici. Per la produzione della tessera, assicurando in tal modo anche il mantenimento degli elevati standard di sicurezza contro contraffazione e manomissione, si procede poi con una termofusione di strati diversi, ognuno con una propria funzione specifica, tra cui l’alloggiamento del microchip che contiene i dati.
Il contenimento dell’impatto ambientale
L’utilizzo di materiali biodegradabili, compostabili e riciclabili, ottenuti esclusivamente da fonti rinnovabili, evidenzia la virtuosità ambientale della nuova carta d’identità.
In primo luogo in fase di produzione, quando, pur potendo operare negli stessi impianti e processi produttivi già utilizzati nella manifattura plastica, le risorse “green” sostituiscono i prodotti derivati dal petrolio, considerando anche che i materiali a base biologica richiedono temperature più basse nei processi di produzione e quindi meno energivori. Al termine del loro ciclo di vita, poi, le tessere possono essere sia riciclate come plastica, sempre richiedendo un consumo energetico inferiore rispetto alla plastica tradizionale, o convertiti in compost. I primi risultati sui test di biodegradabilità sono in tal senso estremamente positivi: bastano infatti 77 giorni in macchina di compostaggio perche la card si degradi al 90,6%, ben oltre il limite richiesto del 90% in 6 mesi. Anche per questi motivi, si è pensato così di incorporare, in una “clear window”, dei semi di lino nella tessera, che dunque si trasformeranno nella relativa pianta una volta interrata la tessera.
La carta d’identità e la sua evoluzione
“Proteggi la tua identità mentre proteggi l’ambiente” è così lo slogan scelto dall’Istituto Poligrafico per il lancio della nuova carta d’identità. Un claim che ben si spiega pensando che le tessere attuali, emesse in circa 17 milioni di esemplari ogni anno, pari a 130 tonnellate di plastica, una volta giunte al termine del loro ciclo di vita devono essere smaltite in discarica, dove si degradano completamente in un arco di tempo tra 100 e 1000 anni.
Ideata negli anni ’90 dello scorso secolo, la carta d’identità elettronica italiana, che ha durata decennale e racchiude tra le sue funzioni anche quelle accessibili tramite Spid, è stata consegnata per la prima volta in forma sperimentale nel 2001. Il suo rilascio è diventato regolare dal 2016, con la versione attuale emessa da tutti i Municipi a partire dal 2019 in sostituzione dei vecchi documenti cartacei, tra i più contraffatti d’Europa. Questi, secondo il regolamento europeo, cesseranno definitivamente la loro validità il 3 agosto 2026, chiudendo una parentesi secolare: il Regno d’Italia adottò infatti la carta d’identità nel 1931, per motivi di pubblica sicurezza.
Alberto Minazzi