Le dichiarazioni del ministro del Lavoro Calderone: taglio al sussidio per i single e per gli occupabili
Le famiglie numerose in difficoltà economica riceveranno un sostegno più forte con il passaggio dal reddito di cittadinanza alla nuova Misura di Inclusione Attiva.
È questa, come ha anticipato il ministro del Lavoro, Marina Calderone, in un’intervista al quotidiano “La Repubblica”, una delle principali novità in arrivo con la riforma delle misure di sostegno decisa dal Governo.
Un iter prossimo alla conclusione, visto che la bozza del testo è pronta e, dopo l’esame del Ministero dell’Economia, dovrebbe arrivare a breve in Consiglio dei ministri per l’approvazione del relativo decreto legge.
Se, però, ci sarà un’attenzione ancor maggiore per i nuclei familiari, in un’ottica di protezione dei minori, per converso è in arrivo una stretta sia per i single che soprattutto per gli occupabili, che sono destinati a perdere il sostegno
Il “sacrificio” dei single a favore delle famiglie
Il taglio del reddito di cittadinanza ai single, sottolinea il ministro del Lavoro, è una delle principali storture dell’attuale misura, come del resto aveva individuato anche il lavoro svolto dalla Commissione Saraceno. In proporzione, con il sistema attuale, chi vive da solo riceve infatti un sostegno troppo elevato, se paragonato alle cifre erogate ai nuclei familiari all’interno dei quali vi siano figli minorenni.
Per questo, Marina Calderone ha dichiarato che “sicuramente per le famiglie numerose l’Isee terrà conto anche dell’apporto fornito dall’Assegno unico per i figli, in modo tale da ricevere più di ora”. Un cambio di logica, insomma, volto a favorire chi ha davvero bisogno e confermato anche dall’idea di concedere anche l’aiuto per l’affitto alle sole famiglie con figli e agli ultrasessantenni. Riguardo ai quali il ministro ha precisato che anche la pensione di cittadinanza sarà inglobata nella Mia.
Occupabili: dal reddito all’indennità per la partecipazione alle politiche attive
Un’altra svolta concettuale è quella che riguarda il senso del sostegno. Calderone ha espressamente dichiarato l’intenzione di superare la “logica di assistenza permanente che ci è costata 25 miliardi in tre anni, senza diminuire la povertà né aumentare l’occupazione”. In tal senso, la platea di fruitori, non sarà “statica” ma “più mobile”, rendendo quindi difficile il calcolo a priori del taglio dei sussidiati, che in un primo tempo era stato stimato attorno al 25% degli attuali fruitori del reddito.
L’idea è al contrario quella che “chi può lavorare deve essere messo in condizione di farlo e uscire quanto prima dalla misura”. Il riferimento va alla nuova definizione, determinante per poter beneficiare della Mia, tra “occupabili” e “non occupabili”. I circa 404 mila occupabili, di cui 300 mila singoli, individuati dalla relazione tecnica alla manovra dovranno quindi essere “messi subito in grado di attivarsi”. Al posto del reddito di cittadinanza, dunque, è in arrivo un’indennità di partecipazione alle politiche attive sul lavoro.
La nuova piattaforma digitale e la presa in carico
Il ministro del Lavoro, inoltre, sottolinea che “ben 600 mila persone che ricevono il sussidio non sono mai passate per un Centro per l’impiego”. La riforma interverrà quindi sul tema della presa in carico, vista come un altro punto debole del reddito di cittadinanza”. Quanto prima sarà così attivata una nuova piattaforma digitale, a cui dovrà necessariamente iscriversi, sottoscrivendo il Patto di attivazione digitale, chi richiede l’erogazione della Mia.
Solo a questo punto avverrà la presa in carico, con il sistema che, successivamente, invierà automaticamente il richiedente al Centro per l’impiego oppure all’assistenza sociale dei Comuni e del Terzo Settore. Gli stessi Centri per l’impiego, insieme ai Caf, saranno coinvolti anche nell’assistenza di chi ha problemi a effettuare la sottoscrizione.
Alberto Minazzi