Arriva in Laguna un nuovo festival letterario dedicato al genere, nel solco di una lunga tradizione che sa tenere il passo dei tempi
Basta una “bauta”, tipica maschera bianca del Carnevale che copre l’intero viso lasciando liberi i soli occhi, meglio se indossata da qualcuno celato anche nella sua figura da un mantello, ed è subito mistero. Tanto più se il personaggio si muove nella penombra di una calle poco illuminata, nel cuore di una città forse solo in apparenza dormiente.
Non è difficile insomma rendersi conto che, oltre che della storia, dell’arte e delle tante sue meraviglie, Venezia è indubbiamente terreno naturale anche per la letteratura di genere “mystery”. E non solo del “giallo” più classicamente inteso. Anche da questo punto di vista quella lagunare può essere infatti definita “la più antica città del futuro”.
Sono passati quasi 150 anni dal 1878, quando Wilkie Collins, uno dei “padri” di questo genere letterario, pubblicò a puntate il romanzo “The Haunted Hotel”: un mix di giallo a enigma e thriller sovrannaturale, tradotto ben 5 volte in italiano, la cui ambientazione principale è in un hotel ospitato da un antico palazzo veneziano ristrutturato.
Un secolo e mezzo in cui una lunga serie di scrittori ha scelto una location veneziana per le proprie storie gialle. Il tutto senza che l’evoluzione del genere verso un contesto sempre più “noir” abbia fatto venir meno la singolare caratteristica che rende il contesto lagunare non solo un’ambientazione, ma quasi un personaggio a sé stante.
Il “noir” protagonista a Venezia
Un altro aspetto da sottolineare, nel rapporto di Venezia con i libri giallo-noir, è assolutamente in linea con una realtà cosmopolita e crocevia di culture quale quella lagunare da sempre è. Pur essendo l’area metropolitana estesa del capoluogo veneto terreno fertile per tanti scrittori, ancor oggi non sono infatti solo quelli nostrani a raccontare storie poliziesche che si sviluppano sullo sfondo della città. Anzi, lo fanno ancor di più gli autori stranieri.
L’esempio concreto sono i nomi dei protagonisti di “Venice Noir”, il nuovo festival letterario dedicato al genere organizzato dalla Libreria Studium. Alle 3 sessioni di conferenze della prima edizione (in lingua inglese), che si terrà dalle ore 15 del 17 ottobre 2024 alla sala conferenze di Sant’Apollonia (con una serie di attività collaterali venerdì 18), interverranno infatti scrittori di caratura internazionale, che dialogheranno con la cittadinanza.
Ci sarà David Hewson, ex giornalista inglese che visita abitualmente Venezia e vi ha ambientato 6 gialli. Ma anche Gregory Dowling, professore associato a Ca’ Foscari, che non solo ha scritto storie di spionaggio ambientate nella Venezia del XVIII secolo (“Ascension”, del 2015, è stato scelto come romanzo storico del mese dal Times), ma ha anche tradotto di recente in inglese “L’amante senza fissa dimora” romanzo “veneziano” di Fruttero e Lucentini.
Ancora, Philip Gwynne Jones, scrittore e traduttore gallese che ha scelto di vivere a Venezia, dove ha trovato l’ispirazione per la serie best seller di Nathan Sutherland arrivata all’ottavo capitolo, intitolato “The Venetian Sanctuary”. Non meno famoso l’italiano Matteo Strukul, autore di 3 gialli su Canaletto, oltre che di uno su Giacomo Casanova, uno su Palladio e della serie dedicata ai Medici di Firenze.
Pur partendo dal contesto veneziano, “Venice Noir” del resto amplierà lo sguardo anche a scrittori che hanno scelto altre location italiane: dal londinese Tom Benjamin, autore di 5 romanzi ambientati a Bologna, ad Anna Mazzola, vincitrice del premio Edgar Allan Poe con “The Unseeing”, che ambienta i suoi gialli storici a Roma. Annunciata infine anche Catherine Fletcher, che ha ridefinito i contorni del delitto, sul ponte veneziano di San Tomà nel 1548, di Lorenzino de’ Medici.
Venezia e il giallo: una lunga storia che prosegue
Hewson, Dowling e Jones sono più che semplici ospiti: “Venice Noir” nasce proprio da una loro idea. Che, ancor prima di aver chiuso la prima edizione, guarda già al futuro, puntando per il prossimo anno a una proposta in lingua italiana, con ospiti come Roberto Tiraboschi, Paolo Lanzotti e Michele Catozzi. Quest’ultimo, mestrino doc, con “Marea tossica” è stato già tra i protagonisti, a inizio 2020 della mostra-evento organizzata al Centro Candiani di Mestre per i 90 anni del Giallo Mondadori.
Anche se c’è, obiettivamente, solo l’imbarazzo della scelta tra i tanti autori che, nel loro rapporto con Venezia, hanno tutte le carte in regola per rientrare nei “canoni” del festival. Basti pensare a uno studio, pubblicato sul blog “Europa e cultura elettronica” e risalente a una decina di anni fa, che citò addirittura 114 titoli di romanzi ambientati a Venezia usciti tra il 2009 e il 2013. E il nome “Venezia”, in alcuni casi, viene sfruttato anche laddove la storia non abbia alcun legame con la città.
Sull’onda del film di Kenneth Branagh del 2023 (quello sì ambientato in Laguna), per esempio, il libro di Agatha Christie “Poirot e la strage degli innocenti” è stato ripubblicato come “Assassinio a Venezia”. Oltre a quelli di Strukul, tra i titoli di gialli “veneziani” più venduti a settembre 2024, secondo il sito classificalibri.it,, ci sono comunque anche “Gli occhi di Venezia” di Alessandro Barbero, “Giallo Venezia” di Nathan Marchetti e “Trittico veneziano” di Enrico Rolli.
E la lista è ancora lunga. Nella top ten di vendite figurano ancora “Misteri a Venezia” di Luca Fantin, “Venezia 1797. Oltre la fine di un mondo” di Alessandro Dissera Bragadin e “Venezia enigma” di Alex Connor. Il giallo storico è probabilmente il sottogenere di giallo ambientato a Venezia più diffuso e letto. Lo testimoniano titoli come “Scarlatto veneziano” e “Oriente veneziano” di Maria Luisa Minarelli oppure “Il signore di notte” di Gustavo Vitali.
Non mancano però declinazioni più moderne, tendenti al giallo sociale, come i libri di Guido Vianello, che ha cercato di mettere in luce gli aspetti della nuova Venezia “metropolitana”. Un contesto territoriale dal quale sono emersi autori noti come Fulvio Ervas di Musile di Piave o il padovano Massimo Carlotto. Perché Venezia è Venezia. E il suo connubio col mystery va anche al di là dei libri. Non a caso “Inkognito – Carnevale di spie a Venezia” è stato uno dei grandi successi dei creatori di giochi da tavolo Leo Colovini e Alex Randolph.
Alberto Minazzi