La lista (provvisoria) degli eletti al Parlamento europeo per la nuova legislatura
Lo avevano detto in tempi non sospetti: anche se, come previsto, sono stati i più votati nelle rispettive liste, tutti i big dei partiti che si sono candidati alle elezioni europee, da Giorgia Meloni a Elly Schlein, rinunceranno all’incarico nel prossimo Parlamento Europeo.
Non mancano però nomi noti, alcuni dei quali al centro delle principali polemiche che hanno caratterizzato la campagna elettorale, tra i 76 nuovi europarlamentari dei 6 partiti che, avendo superato la soglia di sbarramento del 4%, rappresenteranno l’Italia in Europa per i prossimi 5 anni.
Conclusi gli scrutini, può dirsi pressoché definitiva la lista dei nomi che il prossimo 16 luglio si presenteranno a Strasburgo per la prima plenaria nella nuova legislatura, il cui primo atto sarà l’elezione, a maggioranza assoluta dei votanti, del nuovo presidente.
Restano in ballo alcuni nomi, legati soprattutto alle candidature delle stesse persone elette in più circoscrizioni, ma anche a una questione sull’elezione o meno di un rappresentante per Forza Italia a Nord-Est, da dove è comunque sicuro che non andrà al Parlamento nessun veneziano.
La maggioranza di Governo e il “caso” Forza Italia-Svp
A conquistare la maggioranza anche in Europa, con ben 25 seggi, è stato Fratelli d’Italia.
Questi andranno a Carlo Fidanza, Mario Mantovani, Giovanni Crosetto, Lara Magoni, Pietro Fiocchi, Mariateresa Vivaldini, Paolo Inselvini, Elena Donazzan (la più votata in Veneto con 63 mila preferenze), Stefano Cavedagna, Sergio Berlato (eletto a Bruxelles per la quinta volta, con 45 mila voti), Alessandro Ciriani, Daniele Polato, Piergiacomo Sibiano, Nicola Procaccini, Mario Squarta, Carlo Ciccioli, Antonella Sberna, Francesco Torselli, Alberico Gambino, Francesco Ventola, Denis Nesci, Michele Picaro, Chiara Gemma, Giuseppe Milazzo e Ruggero Razza.
Gli eletti a centro-sinistra
Il partito che, pur senza la segretaria Elly Schlein, ha eletto i nomi probabilmente più conosciuti è il Pd, che ha portato a casa 20 seggi.
Tra gli europarlamentari dei democratici ci sono infatti Cecilia Strada, i sindaci o ex primi cittadini Giorgio Gori, Dario Nardella, Antonio Decaro e Matteo Ricci, l’ex governatore del Lazio Nicola Zingaretti, il presidente del partito, Stefano Bonaccini, e la giornalista Lucia Annunziata.
Molto noti per la loro precedente attività politica anche Alessandro Zan, Alessandra Moretti e Picierno, che completano l’elenco degli eletti del Pd insieme a Irene Tinagli, Brando Benifei, Elisabetta Gualmini, Camilla Laureti, Raffaele Topo, Sandro Ruotolo, Georgia Tramacere, Giuseppe Lupo e Marco Tarquinio.
Il quadro degli europarlamentari italiani vede infine gli 8 rappresentanti del Movimento Cinquestelle, tra cui spicca l’ex presidente dell’Inps, Pasquale Tridico.
Con lui, nei seggi del M5S, siederanno Gaetano Pedullà, Sabrina Pignedoli, Carolina Morace, Valentina Palmisano, Mario Furore, Giuseppe Antoci e Gianluca Ferrara.
Dalla Moratti a Dorfmann per Forza Italia
Dall’urna, Forza Italia ha conquistato 9 seggi al Parlamento dell’Unione.
Tra i certi dell’elezione il nome più noto è sicuramente quello di Letizia Moratti, accompagnata da Massimiliano Salini, Salvatore De Meo, Fulvio Martusciello, Giuseppina Princi, Edmondo Tamajo e Marco Falcone.
In forza dell’apparentamento, a tutela delle minoranze ricade in quota Fi anche Herbert Dorfmann.
Il rappresentante altoatesino della Svp si è candidato, risultando il più eletto del suo partito, a Nord-Est, lasciando dunque aperta la questione sul diritto di Forza Italia di eleggere un rappresentante anche in questa circoscrizione. Nel caso, ferma restando la rinuncia di Tajani, il secondo per voti, a breve distanza dal leader, è Flavio Tosi, che però a sua volta potrebbe rinunciare.
Le conseguenze delle scelte di Vannacci e Salis
Le tanto discusse scelte del generale Roberto Vannacci (da parte della Lega) e dell’attivista attualmente ai domiciliari in Ungheria Ilaria Salis (nella lista Verdi-Sinistra) hanno decisamente pagato, in termini di voti, dal momento che, schierati in più circoscrizioni, i due neo eurodeputati hanno fatto il pieno di preferenze.
Starà a loro, adesso, scegliere la circoscrizione in cui staccare il biglietto per la Ue, rinunciando ai diritti maturati nelle altre in cui si sono posizionati tra gli eletti e aprendo così la porta ad altri candidati della stessa lista.
Per la Lega, che ha conquistato 8 seggi, insieme a Vannacci, Isabella Tovaglieri, Raffaele Stancanelli, Angelo Ciocca e Paolo Borchia, al Parlamento andranno dunque in 3 tra Anna Maria Cisint, Silvia Sardone, Aldo Patriciello e Susanna Ceccardi.
Nell’Alleanza Verdi-Sinistra, tra gli eletti in più circoscrizioni c’è anche Mimmo Lucano, chiamato a sua volta a scegliere, determinando così, unitamente alle decisioni della Salis, i 3 che si uniranno a Ignazio Marino per completare l’elenco dei 6 eletti.
In ballo ci sono nomi importanti della politica come Leoluca Orlando, il deputato Francesco Borrelli, la consigliera regionale veneta Cristina Guarda e Benedetta Scuderi.
La formazione dei gruppi europei
Va ricordato che, nell’Unione Europea, non esistono partiti di riferimento, ma la suddivisione tra schieramenti all’interno del Parlamento avviene in base a gruppi, per la formazione dei quali sono necessari almeno 23 deputati in rappresentanza di almeno 7 Paesi.
I gruppi della precedente legislatura erano 7 (Ppe, S&D, Renew, Verdi, Ecr, Id, Sinistra), con i restanti membri “non iscritti” a nessun gruppo.
Prima della convocazione della plenaria si terranno dunque le riunioni per la formazione dei gruppi, a partire da quella fissata dal Ppe (a cui aderiva Forza Italia) per il 18 giugno e fino al 3 luglio, quando toccherà a Id (gruppo di cui faceva parte la Lega), passando per i Verdi (19 giugno), S&D (che ha compreso finora anche il Pd) e Sinistra il 25 giugno, Renew ed Ecr (Fratelli d’Italia) il 26 giugno. Nella precedente legislatura, i Cinquestelle non hanno aderito ad alcun gruppo, mentre Verdi-Sinistra non avevano rappresentanti in Parlamento.
Alberto Minazzi