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Da settembre, ecco la carbonara in lattina

Da settembre, ecco la carbonara in lattina
@Alessio Orrù

La proposta dell’americana Heinz rivolta ai giovani inglesi. Ma gli chef italiani la bocciano senza appello

In Italia, che ne è la patria, la principale discussione sulla carbonara riguarda gli ingredienti, con i puristi che respingono fermamente l’uso di pancetta, parmigiano, olio e cipolla (figuriamoci la panna).

All’estero, anche in questo caso, c’è molta più elasticità, riguardo a uno dei nostri piatti a base di pasta più famosi al mondo. Al punto che, adesso, verrà proposta sul mercato una versione già pronta in lattina.

Da settembre 2024, l’azienda americana Heinz lancerà infatti gli “Spaghetti carbonara, pasta in creamy sauce with pancetta”. Lo farà, inizialmente, sul solo mercato inglese.

Ma le reazioni degli chef nostrani a questa “pasta in salsa cremosa” semplicemente da riscaldare in microonde non si sono fatte attendere. E sono tutte, ovviamente, sdegnate.

La carbonara in lattina: obiettivo giovani

La proposta ai clienti del Regno Unito di piatti italiani in lattina non è una novità, per la Heinz, che già ha in catalogo prodotti come i “beef ravioli” e gli “spaghetti bolognese”, insieme agli anellini al pomodoro ribattezzati “hoops” e alla celebre pasta al formaggio “mac&cheese”.

Si tratta di preparazioni pronte che, anche per il prezzo contenuto (una lattina di “simil-carbonara” sarà in vendita a 2 sterline, cioè meno di 2,5 euro), si rivolgono in particolare a una clientela giovane, che tende a orientare i suoi acquisti su pasti pronti e rapidi, bastando qualche minuto in microonde per poterli servire.

Secondo un sondaggio, la tendenza a puntare sulle “tin”, ovvero le confezioni in alluminio, prima ancora che a scelte volontarie si collegherebbe principalmente all’incapacità di cucinare di molti appartenenti alle nuove generazioni.

Il “no” dei grandi chef

Interpellati dall’agenzia Adnkronos, alcuni tra i grandi nomi della cucina italiana odierna non hanno intanto usato mezze misure per bocciare il prodotto. Particolarmente duro Gianfranco Vissani: “Li manderei a quel paese, con queste proposte stanno distruggendo la cultura italiana e la nostra cucina”.

“Si dovrebbero vergognare”, ha proseguito il famoso chef. Che, bollando l’iniziativa come un tentativo di “fare innovazioni fini a se stesse”, ha sottolineato che, nella pasta in creamy sauce with pancetta, “non c’è niente che rappresenti l’Italia oltre il nome”.

Di “bastardizzazione della nostra cucina” ha invece parlato Cristina Bowerman. “Il rischio è che i consumatori provino prima questa versione in scatola rispetto all’originale, magari rimanendone perfino delusi”, ha detto la chef della Glass Hostaria di Roma, aggiungendo: “Non può che essere un’imitazione”.

Le regole della “vera” carbonara

Bowerman ricorda inoltre che “l’uovo dentro una lattina si rapprenderebbe subito” e che “la carbonara va preparata e immediatamente servita”. Aspetto, quello delle tempistiche, su cui c’è una concordanza univoca, al di là delle molteplici alternative alla versione “classica” della ricetta.

Un piatto che, ricorda il sito Giallozafferano, si fa risalire al 1944, quando sarebbe stato realizzato per la prima volta in una trattoria di vicolo della Scrofa, una delle stradine più caratteristiche di Roma, grazie alla fantasia di un cuoco della capitale, che rielaborò gli ingredienti a disposizione dei soldati americani.

Nella prima carbonara, con buona pace di chi oggi la definisce oggi un’eresia, insieme alle uova ci sarebbe stato dunque il bacon (e non il guanciale) e un non meglio definito “formaggio”. Poi, la ricetta si è via via evoluta, con lo stesso sito che ricorda, tra le varianti, anche quelle “di mare”, agli asparagi o alle zucchine.

I consigli per la preparazione

Anche senza arrivare a questi casi estremi, vi sono altre questioni dibattute, a partire all’eterna querelle guanciale-pancetta tesa. E cioè l’uso o meno del pepe, il numero di tuorli per persona, l’aggiunta (per molti non necessaria) di un uovo intero e la sostituzione di metà del pecorino con il parmigiano, per una versione più delicata.

La versione della ricetta per 4 persone proposta da Giallozafferano è quella più semplice: guanciale speziato (150 grammi) tagliato a striscioline, una crema dorata a base di tuorli (6 di uova medie), pecorino romano (50 grammi) grattugiato al momento e pepe quanto basta per condire 320 grammi di spaghetti.

Un piatto, da 680 calorie per porzione, a basto costo, veloce (bastano 15’ di preparazione e 10’ di cottura) e facile da realizzare. Con qualche consiglio: dal non rosolare troppo il guanciale (altrimenti amarognolo) e aggiungerlo solo all’ultimo (per mantenerlo croccante), all’aggiungere il composto di tuorli a fuoco spento.

I “10 comandamenti” della carbonara

La carbonara, al di là di tutto, resta uno dei primi piatti più amati. Sul quale si può anche simpaticamente ironizzare, come nel post pubblicato sul profilo Facebook “Il Romano Incazzato”, che di recente ha elencato in un post i veri e propri “10 comandamenti della vera Carbonara”.

Ovvero: usa sempre il guanciale (“Se volevamo la pancetta andavamo in America”); niente parmigiano, solo pecorino (“Chi dice metà e metà c’ha qualcosa da nascondere”); non cuocere l’uovo (“Meglio un’infezione che una frittata”); niente aglio e niente cipolla (“Non stai per fare il ragù”); né olio, né burro, né strutto (“Devi far spurgare il guanciale”).

E ancora: niente peperoncino (“In Calabria ci vai quest’estate”); non usare altre spezie al di fuori del pepe (“Se non ti sta bene, vai a cena dall’indiano”); chi mette la panna dovrebbe andare in galera; non dire mai “carbonara” e “vegana” nella stessa frase; tonnarelli, spaghetti, bucatini, rigatoni (“Va bene tutto, basta che non fai scuocere la pasta”).

Alberto Minazzi

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Tag:  Cucina