L’Osservatorio Nomisma: diminuisce la capacità di spesa, ma spesso le strategie di risparmio non bastano
Per rendersi conto delle difficoltà economiche derivanti dal contesto storico, basta guardarsi intorno.
Prima il Covid, poi l’esplosione della guerra in Ucraina, che si è accompagnata al boom dei costi energetici e all’impennata dell’inflazione.
Una “tempesta perfetta” che ha costretto le famiglie italiane a cambiare, per scelta ma ancor prima per necessità, le abitudini di spesa.§Per quantificare come tutto questo si sia tradotto nel contesto sociale italiano, cercando di monitorare, interpretare e se possibile anticipare i cambiamenti in corso, Nomisma ha lanciato da un paio di mesi l’Osservatorio Changing World.
E, dalla prima rilevazione bimestrale svolta su un campione rappresentativo 1.000 persone di età compresa tra 18 e 65 anni, emerge in maniera chiara e preoccupante la conferma di come sia cambiata nell’ultimo periodo la nostra propensione a spesa e risparmio.
I consumi
Già l’Istat, nella sua più recente rilevazione, aveva registrato un calo del -0,8% delle vendite al dettaglio.
Segno che, ormai, nei consumatori cresce la consapevolezza della diminuzione del loro potere d’acquisto.
Nomisma conferma la tendenza, sottolineando in primis che, nell’ultimo anno, ben l’88% delle famiglie ha adottato strategie di risparmio per fronteggiare l’aumento generale dei costi e in particolare di quelli energetici.
Ma il contenimento della spesa non basta.
Il 14% del campione interpellato afferma di guadagnare meno di quanto gli serve per sostenere le spese necessarie, senza quindi margini per affrontare eventuali imprevisti. A questi, si aggiunge un ulteriore 25% che consuma l’intero reddito per utenze, alimentazione ed eventuali necessità legate all’abitazione, senza che avanzi nulla per ulteriori spese. E il 26% delle famiglie, guardando al futuro, teme di non riuscire ad arrivare alla fine del mese.
Il risparmio
Secondo l’Osservatorio, del resto, nell’ultimo anno il 54% degli italiani ha diminuito, in parte o in misura consistente, la capacità di risparmio.
In pratica, solo un italiano su due riesce a spendere meno di quello che guadagna, riuscendo a risparmiare parte dello stipendio senza dover effettuare pesanti rinunce. E per il 38% dei risparmiatori, la scelta di accantonare parte delle risorse è motivata dai timori per un futuro che appare incerto.
C’è poi un 23% che, potendolo fare, sceglie di risparimiare per garantirsi una tranquillità futura di fronte a possibili spese impreviste che si presentassero loro. Del resto, a cambiare, in questa fase economica, è anche il concetto stesso di “risparmio”. Perché, fa notare Nomisma, anche il semplice pensiero del risparmio familiare o la ricerca di soluzioni su come riuscire a risparmiare per metà degli intervistati è ritenuta un motivo di ansia e di stress.
Nulla è più come prima
“L’attuale periodo storico e gli avvenimenti degli ultimi tre anni – commenta Valentina Quaglietti di Nomisma – hanno modificato e continuano a modificare profondamente la quotidianità degli italiani. Se da un lato abbiamo preso coscienza del fatto che si è delineato un “new normal” che nulla ha a che vedere con il pre-pandemia, dall’altro si è diffusa anche la consapevolezza che sarà sempre più ricorrente il verificarsi di nuove normalità”.
L’idea di Nomisma di istituire il nuovo Osservatorio è allora quella di provare a creare “uno strumento concreto a disposizioni di imprese, associazioni, istituzioni e policy maker che, in un mondo in continua trasformazione, vogliono intercettare tempestivamente le nuove tendenze e rendere la conoscenza del loro mercato di riferimento una leva strategica di crescita”.
Alberto Minazzi