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Covid. Veneto nella quinta ondata

Covid. Veneto nella quinta ondata

Zaia: “Una strategia per i pazienti fragili”.
Ucraina: 10 mila i profughi in regione

Il Veneto è entrato in piena quinta ondata Covid. Lo dicono i numeri dei ricoveri in area medica, lo confermano i casi registrati nelle case di riposo, che vanno ad aggiungersi ai dati sempre elevati sulle nuove positività riscontrate.
“I dati sono ancora assolutamente accettabili – ha comunque dichiarato il presidente della Regione, Luca Zaia – anche se le cose si complicheranno se continueremo ad avere una cinquantina di nuovi ricoveri al giorno”.

Covid in Veneto: la situazione

Il dato da considerare, nel bollettino quotidiano illustrato a Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale, è proprio quello dei ricoveri.
Il numero di persone in ospedale per il Covid è salito a 849, con un incremento di 46 unità in 24 ore in area non critica. In terapia intensiva, dove si trovano 56 persone, si registra invece un decremento di 1. La percentuale di riempimento è comunque ancora sotto soglia in entrambi i casi: 8,8% in area medica, 2,7% in rianimazione.

Mille positivi nelle case di riposo

Torna a crescere anche l’incidenza dei nuovi positivi sui tamponi effettuati: nell’ultima giornata sono stati 9.649 su 98.858 test, pari al 9,76%.
L’incidenza settimanale su 100 mila casi è invece attestata a 930,8, con un Rt a 1,12.
Una recrudescenza, infine, si è riscontrata anche nelle case di riposo, con circa un migliaio di nuovi positivi (fortunatamente quasi tutti paucisintomatici) su 30 mila ospiti. Tant’è che l’assessore Manuela Lanzarin ha ipotizzato che, in assenza di indicazioni nazionali, potrebbe arrivare nei prossimi giorni un provvedimento regionale al riguardo.

Zaia: auspico strategia per più fragili

“La stampa estera – ha commentato Zaia – dà notizie di un virus che si sta rimuovendo. Il caso-Shanghai va però letto, perché le misure sono scattate con 2.600 positivi su una popolazione di 26 milioni di abitanti. Ritengo quindi che in Italia si debba continuare il passaggio alla fase endemica, togliendo le restrizioni e coinvolgendo il senso di responsabilità dei cittadini e dando loro fiducia. La vera sfida è adesso quella dei fragili”.

Su questo tema, dunque, il presidente del Veneto ha affermato: “Il virus sta confermando di attecchire dove ci sono persone che, per comorbilità o età, non possono permettersi di ammalarsi. Per questo auspico che, nonostante la fine dello stato di emergenza, si pensi per i più fragili a una strategia che, non essendo esperto, ipotizzo possa essere la quarta dose o almeno la messa in sicurezza. Dal canto nostro, non smantelleremo al momento nulla, mantenendo la strategia delle 4 fasi basata sui numeri dell’ospedalizzazione”.

Ucraina: a che punto siamo

Il secondo punto affrontato nell’incontro con la stampa a Palazzo Balbi è stato quello dell’emergenza-Ucraina. “Una situazione sicuramente complicata”, non si è nascosto Zaia, che calcola siano circa 10 mila i profughi attualmente ospitati in Veneto, proiettando i dati dei 17.583 tamponi effettuati da inizio emergenza. La gran parte, circa 6 mila, sono ospitati da parenti e amici e al momento è sufficiente la disponibilità di posti pubblici o garantiti da privati e associazioni.

In particolare, sono 5.118 i Veneti che hanno offerto 11.780 posti letto per ospitalità temporanea. E sono già 666.891 gli euro raccolti con le donazioni effettuate da quasi 3 mila persone. Gli arrivi sono mediamente tra i 4 e i 500 al giorno, con quasi l’85% di donne e bambini. Sul fronte sanitario, la quota di positivi al Covid è bassa (2,8%) e si contano anche 2.699 vaccinazioni effettuate, al 70%, contro il coronavirus.

Alberto Minazzi

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