La variante Omicron resta ancora recessiva nel nostro Paese.
Lo dice la banca dati internazionale Gisaid, che quantifica in 4.223, lo 0,4% del totale delle ultime 4 settimane, i tamponi risultati positivi alla più recente mutazione del virus Sars-CoV-2.
Lo conferma anche l’Istituto Superiore di Sanità, la cui indagine, relativa alla situazione del 6 dicembre, parla di uno 0,19% del campione esaminato: 4 campioni risultati positivi sui 2.241 sequenziati.
Il report di Gisaid evidenzia come i numeri dei sequenziamenti del virus depositati dall’Italia nell’ultimo mese siano decisamente inferiori ad altri Paesi.
La situazione in Gran Bretagna
In questa graduatoria, spicca il Regno Unito, con 170.714 test analizzati, che hanno dato un riscontro di casi di Omicron comunque pari solo all’1,5% dei tamponi.
L’Agenzia per la sicurezza sanitaria britannica, però, ritiene la nuova variante la “minaccia probabilmente più significativa per la salute pubblica dall’inizio della pandemia”, potenzialmente in grado di mandare in crisi il sistema sanitario. E si attende a breve temine dati “sconcertanti” se confrontati a quelli fatti registrare da altre varianti.
Omicron nel mondo
Tra gli altri Paesi che hanno depositato nella banca un numero elevato di sequenziamenti, la Danimarca si attesta a 36.022 e la Germania a 22.462.
Più indietro la Francia (8.079), con la Spagna (2.273) che si è fermata a numeri pari a quasi la metà di quelli italiani.
La percentuale più elevata di Omicron sui tamponi analizzati è invece quella del Sudafrica, dove la variante è stata sequenziata per la prima volta e ora è dominante, riguardando l’89,1% dei casi.
Sempre nella parte meridionale del continente nero, il Botswana tocca il 34,6%, mentre, tornando all’Europa, Belgio e Olanda si attestano sul 2,9%.
L’Ecdc chiede misure non farmaceutiche per arginarla
“La probabilità di un’ulteriore diffusione della variante Omicron – ha ammesso la direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie Ecdc, Andrea Ammon – è molto elevata e la sola vaccinazione non ci permette di prevenirne l’impatto. È urgente una rapida introduzione di misure non farmaceutiche per ridurre la trasmissione”.
Al fine di arginare i contagi, l’Italia ha introdotto l’obbligo di una quarantena di 5 giorni per le persone non vaccinate che arrivano da altri Paesi. I vaccinati, invece, dovranno effettuare un tampone.
“La presenza della Omicron – ha commentato il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro – era largamente attesa, in linea con quanto osservato anche negli altri Paesi. Le prossime indagini ci permetteranno di stimarne la velocità di diffusione”.
Alberto Minazzi
Covid: l’Italia si blinda. Tutte le tutele dello stato di emergenza